Xenopus laevis

Famiglia : Pipidae

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Testo © DrSc Giuliano Russini – Biologo Zoologo

 

Lo Xenopus laevis passa tutta la sua vita nell'acqua © Giuseppe Mazza

Lo Xenopus laevis passa tutta la sua vita nell’acqua © Giuseppe Mazza

Curioso anfibio anuro africano, appartenente alla famiglia dei Pipidi (Pipidae), notevole per l’eccezionale sviluppo delle zampe posteriori e impiegato quale animale da laboratorio. Lo Xenopo liscio (Xenopus laevis Daudin, 1802), tassonomicamente afferisce all’ordine degli Anuri (Anura), gli anfibi senza coda, famiglia Pipidi (Pipidae), genere Xenopo (Xenopus). Alla famiglia dei Pipidae, afferisce anche la ben nota Rana marsupiale (Pipa pipa) sudamericana, nella quale si osserva uno dei più curiosi sistemi di riproduzione.

Zoogeografia

Lo xenopo liscio è un tipico anuro africano, in particolare dell’Africa subsahariana.

Ecologia-Habitat

È presente nelle acque dolci (laghi, fiumi, paludi, stagni); specie strettamente acquatica, che non si avventura mai sulla terraferma.

Morfofisiologia

L’aspetto di questo anfibio è assai bizzarro. Il corpo è tozzo, superiormente assai compresso e progressivamente ristretto in avanti; il capo che non appare separato dal tronco, è parimenti appiattito ed è assottigliato verso l’apice che termina con una punta arrotondata. Gli occhi, sono meno sporgenti che nella maggior parte degli altri anuri. Tutti questi caratteri e la pelle insolitamente liscia, permeata di umori viscosi, conferiscono una eccezionale idrodinamicità, tanto che è lecito considerare questi strani anfibi come i migliori fra i nuotatori del loro ordine.

Le zampe, come è logico, sono strutturate per favorire il più possibile il nuoto: quelle anteriori, che potrebbero costituire un intralcio, sono assai poco sviluppate e munite ciascuna di quattro dita lunghe, sottilissime e appuntite, del tutto prive di palmatura. Completamente palmate sino all’apice, sono invece le dita ben più robuste delle zampe posteriori, così muscolose da sembrare a una prima occhiata, relativamente corte; in realtà le zampe posteriori completamente distese, sono più lunghe del corpo. Gli enormi piedi palmati, recano cinque dita ben sviluppate, delle quali le tre più interne sono armate di un minuscolo artiglio o sperone.

Le dimensioni di questa rana, sono mediocri: le femmine, non superano infatti i dieci centimetri di lunghezza, spettanti al corpo, mentre i maschi sono alquanto più piccoli; carattere di dimorfismo sessuale somatico permanente. La colorazione è poco vistosa, si confonde con il fondo e le piante acquatiche del bacino acquatico in cui si trova. Comunque, questa può mutare a seconda dell’ambiente, cosa del resto assai frequente negli anuri. Il dorso e le altre parti superiori, sono grigi o brunicci, con secrezioni chiare o scure più o meno evidenti; le parti inferiori sono bianche. Inoltre è presente in entrambi i sessi, una trama particolare sul dorso e sui fianchi, che richiama le cuciture dei vestiti, o i punti chirurgici applicati alla cute.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Come detto prima, queste rane sono strettamente acquatiche e non si portano mai sulle rive del corso o bacino acquatico in cui vivono. Il loro ciclo biologico è normale, se confrontato con quello della rana marsupiale.

Campione di nuoto fra gli Anura ha grandi piedi palmati con tre artigli © Giuseppe Mazza

Campione di nuoto fra gli Anura ha grandi piedi palmati con tre artigli © Giuseppe Mazza

I maschi emettono il loro richiamo di accoppiamento prevalentemente durante le ore serali, contraendo i muscoli della laringe, mancando del/dei sacco/sacchi vocale/i. Le femmine possono sia accettare o rifiutare tale richiamo, emettendo a loro volta un segnale vocale; fenomeno molto poco frequente negli anfibi. Una volta che l’accoppiamento s’innesca, il maschio cinge da dietro la femmina utilizzando gli speroni delle zampe anteriori e, facendo combaciare la sua cloaca con quella di quest’ultima, emette il liquido seminale all’interno di una camera, o pseudoutero, dove sono convogliate le uova. Le uova della femmina di xenopo liscio, sono ravvolte ciascuna in una capsula gelatinosa detta “ganga”, ove è anche possibile trovare qualche traccia ematica, vengono deposte negli stagni su rocce, rami e piante acquatiche; dopo la deposizione, la madre non si prende cura di loro, né della prole nascitura.

Se gli xenopi lisci adulti sono bizzarri, non meno strani risultano i loro girini che, una volta raggiunta una mole cospicua, sono già muniti di zampe e si presentano straordinariamente diafani, mettendo così in mostra, per trasparenza, numerosissimi dettagli della loro anatomia interna e appaiono come picchiettati da numerose macchioline brune, costituite da “cromatofori”, visibili al disotto della pelle; lo sviluppo con relativa metamorfosi, si completa in 7-9 settimane.

Questi anfibi, si nutrono d’insetti acquatici (sia degli adulti che delle larve), d’insetti nectonici (come gli efemerotteri, gli zigotteri o gli anisotteri) e di numerose altre specie, viventi nel fondo melmoso, che con le loro robuste unghiole delle zampe posteriori, smuovono continuamente; si nutrono anche di piccoli crostacei, come in alcuni casi di uova, sia di altri anfibi, come anche (compiendo così un atto di cannibalismo, sebbene molto raramente), di quelle di un conspecifico. Se i bacini idrici che popolano, rimangono in secca, sono in grado di sopravvivere per periodi piuttosto lunghi, affondandosi nella melma. Mentre nuotano, gli xenopi lisci sfrecciano con insospettabile rapidità e notevole eleganza; assai più goffa invece, tanto d’apparire comica, è la posizione che assumono quando rimangono immobili nell’acqua, o vi si posano lentamente: in tali casi, divaricano le zampe anteriori, che rimangono leggermente piegate e con le dita spalancate, assumendo un atteggiamento che all’occhio umano appare curiosamente declamatorio.

Queste rane, sono facili d’allevare e inoltre, se opportunamente stimolate, possono riprodursi in qualsiasi periodo dell’anno; in natura, sebbene sono stati contati 3-4 cicli riproduttivi per anno, generalmente si riproducono in primavera. La IUCN, dichiara che questa specie è a rischio minimo d’estinzione.

Sinonimi

Bufo laevis Daudin, 1802; Dactylethra capensis Cuvier, 1830; Dactylethra delalandii Cuvier, 1849; Leptopus oxydactylus Mayer, 1835; Pipa bufonia Merrem, 1820; Tremeropugus typicus Smith, 1831; Xenopus boiei Wagler, 1827; Xenopus laevis bunyoniensis Loveridge, 1932; Xenopus laevis sudanensis Perret, 1966.

 

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