Famiglia : Araucariaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Nuovo Galles del Sud, Australia, in cui è presente, con un numero limitato di esemplari, in una ristretta area remota del Wollemi National Park, situato nella zona centro-orientale dello Stato. L’albero cresce su ripide pareti al fondo di stretti valloni su suoli rocciosi, poveri, ricoperti da un sottile strato di humus, ad una altitudine di circa 900 m s.l.m.
Il nome del genere fa riferimento al luogo di origine, il Wollemi National Park, dal termine aborigeno “wollumi” = guardati intorno; il nome della specie, l’aggettivo latino “nobilis, e” = nobile, fa riferimento all’aspetto dell’albero, ma volutamente allude anche al nome del suo scopritore, la guardia forestale, David Noble. Nomi comuni: dinosaur tree, living fossil, wollemi pine (inglese).
La Wollemia nobilis W.G.Jones, K.D.Hill & J.M.Allen (1995) è un albero monoico eretto, sempreverde, con tronco cilindrico, di 25-40 m di altezza e oltre 1 m di diametro, dalla corteccia rugosa che si sfalda in sottili scaglie bruno scure nelle piante giovani, fittamente ricoperta da tubercoli spugnosi, di circa 1,5 cm di lunghezza e 1 cm di larghezza, in quelle adulte.
La pianta ha l’insolita capacità di produrre nuovi tronchi in prossimità della base per una sorta di auto ceduazione.
Le foglie, sessili, presentano tre diverse forme: triangolari con apice acuto, disposte a spirale, lunghe 0,5-1 cm e larghe alla base circa 0,4 cm, nei germogli verticali che daranno origine ai rami laterali.
Nei rami giovanili sono opposte o subopposte, decorrenti (la lamina fogliare si prolunga alla base lungo il ramo), oblungo-lineari con apice arrotondato o ottuso, rigide, piatte, di 4-8 cm di lunghezza e circa 0,4 cm di larghezza, di colore verde intenso superiormente e ricoperte da una pruina inferiormente.
Nei rami delle piante adulte, prima ascendenti, poi orizzontali e infine pendenti, le foglie sono disposte in 4 file, opposte o subopposte, decorrenti, oblungo-lineari, con apice arrotondato, di colore verde scuro, fino a circa 10 cm di lunghezza e 0,8 cm di larghezza.
Le foglie non seccano e cadono singolarmente, ma si stacca tutto il ramo.
Coni maschili terminali sui rami laterali di piante sia giovani che adulte, cilindrici, di 6-15 cm di lunghezza e 1-2 cm di diametro, con oltre 500 scaglie con 4-9 sacche polliniche nella superficie inferiore.
Coni femminili terminali sui rami laterali di piante adulte, ellissoidi, di 8-12 cm di lunghezza e 7-10 cm di diametro, con 300 scaglie fertili, di 1,7 cm di lunghezza, 2,2 cm di larghezza e 0,3-0,5 cm di spessore, con un ovulo nella superficie superiore; i coni maturano in 18-20 mesi. I coni femminili sono generalmente prodotti nella parte superiore dell’albero. Semi, di 0,9-1,1 cm di lunghezza, 0,7-0,8 cm di larghezza e circa 0,2 cm di spessore, circondati da un’ala larga 1-2 mm, di colore bruno.
Si riproduce per seme, posto superficialmente in terriccio organico acido particolarmente drenante mantenuto umido alla temperatura di 26-28 °C, con tempi di germinazione a partire da 3-4 settimane e prima fruttificazione a partire da 7 anni di età; si propaga facilmente anche per talea di punta e laterale e per micropropagazione.
Di notevole effetto ornamentale, veloce crescita e facile coltivazione, preferisce climi temperato caldi moderatamente umidi, con temperature massime non eccedenti 36-38 °C e minime di poco inferiore a 0 °C, anche se già dalle prime prove, su piante introdotte in coltivazione dopo la sua scoperta, è risultato che può sopravvivere fino a temperature intorno -10 °C. Sopporta il pieno sole, tranne nei primi anni di crescita quando necessita di parziale ombreggiatura, ma non i forti venti. Richiede terreni perfettamente drenanti, acidi (in natura il pH del suolo si aggira intorno a 4), ricchi di sostanza organica per una crescita ottimale, mantenuti umidi, ma senza ristagni.
Nota attraverso reperti fossili ritrovati in Australia, Nuova Zelanda e Antartide risalenti a 200 milioni di anni fa, il suo fortuito rinvenimento in una zona remota e inaccessibile dell’Australia è stato una delle scoperte più eccezionali del XX secolo, che ha destato un grande interesse nel mondo scientifico e altrettanta curiosità nel grande pubblico, grazie ai mezzi di informazione che ne hanno riportato la notizia con ampio risalto.
Le autorità locali hanno intrapreso numerose misure per la sua salvaguardia, dal segreto sulla esatta località, all’accesso limitato a un numero ristretto di ricercatori con stringenti precauzioni fitosanitarie, al fine di evitare l’introduzione di malattie e piante esotiche. Inoltre, dopo la prima distribuzione di semi a giardini ed istituzioni botaniche, si è iniziata la commercializzazione regolamentata di semi e giovani piante ottenute per via vegetativa, al fine di scoraggiare la raccolta illegale e finanziare i progetti di conservazione.
Per il numero limitato di individui, concentrati in un’area ristretta, e la presenza di pericolosi agenti patogeni (Phytophthora cinnamomi e Phytophthora multivora) introdotti dai primi visitatori, probabilmente attraverso le suole delle scarpe, la specie è stata inserita nella lista rossa della IUCN (International Union for the Conservation of Nature and Natural Resources) come “Critically Endangered” (ad altissimo rischio di estinzione in natura nell’immediato futuro).
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