Famiglia : Canidae
Testo © Dr. Lucrezia Callocchia
La Volpe rossa, Vulpes vulpes (Linnaeus, 1758), è un mammifero di medie dimensioni appartenente all’ordine Carnivora e alla famiglia dei Canidae, di cui è il più diffuso rappresentante selvatico.
Sin dall’antichità, questa specie ha sempre avuto un forte legame con l’uomo, tanto da essere diventata un simbolo di astuzia ed inganno in tante leggende e modi di dire.
Il termine generico Vulpes, ripetuto anche per la specie, è il nome con cui i Romani chiamavano la volpe, nome comune che porta oggi un senso allegorico in diverse lingue: ad esempio, in inglese, il nome “fox” è utilizzato anche come verbo e significa “ingannare”.
Dal nome greco “alopex” viene il termine alopecia, malattia che comporta la caduta dei capelli, con un probabile riferimento al fatto che la volpe in primavera effettua una muta che le fa sfoltire il morbido pelo invernale.
D’altra parte, la presenza della volpe è considerata spesso un problema per l’uomo, a causa del suo interesse per i piccoli animali domestici, in particolar modo per il pollame.
Per tale motivo, questo animale è stato spesso perseguitato e cacciato dall’uomo con trappole crudeli.
Il genere Vulpes è costituito da 12 specie, di cui Vulpes vulpes è l’unica presente in Italia.
Zoogeografia
Basandosi sui ritrovamenti fossili, si è stabilito che il genere Vulpes ebbe origine in Nordamerica nel Miocene circa 9 milioni di anni fa, per poi espandersi verso l’Eurasia ed effettuare diverse speciazioni dando luce ad animali come la Volpe rossa e la Volpe artica (Vulpes lagopus).
In seguito, nel Pleistocene superiore, queste specie fecero ritorno in Nordamerica, dove tutt’ora sono presenti.
Oggi, la volpe rossa è diffusa in tutto l’emisfero boreale eccetto che nei deserti di Stati Uniti, Messico e Sahara.
Il legame con l’uomo ha portato questa specie ad espandersi con esso; in particolare, alla fine del 1700, è stata introdotta anche in Australia con il fine di promuovere la caccia alla volpe, diventando poi specie invasiva, dannosa per molte specie autoctone come marsupiali ed uccelli.
In Italia, l’areale della volpe rossa copre l’intero territorio, ad esclusione delle isole minori.
Negli ultimi tempi abbiamo assistito anche ad un’espansione nelle aree pianeggianti caratterizzate da agricoltura intensiva.
Una così ampia diffusione si traduce in una grande variabilità morfologica che ha portato al riconoscimento di ben 45 sottospecie di Vulpes vulpes.
Queste si dividono in due categorie: le volpi rosse settentrionali, grandi e dai colori intensi, e le volpi rosse meridionali del deserto, che comprendono tre sottospecie asiatiche caratterizzate da dimensioni minori, zampe più lunghe ed orecchie più grandi. Le sottospecie presenti in Italia sono Vulpes vulpes crucigera, nella penisola e in Sicilia, e Vulpes vulpes ichnusae, endemica della Sardegna e presente anche in Corsica.
La IUCN valuta la volpe rossa come specie a Minor Preoccupazione (LC- Least Concern) per la sua ampia distribuzione e per la tolleranza ad una vasta varietà di habitat.
Nonostante ne sia consentita la caccia, solo ed esclusivamente nei modi e termini stabiliti dalla legge, è improbabile che questa specie possa subire un declino tale da rientrare in una categoria di minaccia.
Non si conosce un numero esatto di volpi presenti in natura, ma si stima che la densità media più probabile si aggira intorno a 1-2,5 volpi per km².
Ecologia-Habitat
Una delle più importanti caratteristiche di questa specie è la sua capacità di adattarsi a qualsiasi tipo di ambiente, dal livello del mare fino all’alta montagna.
Predilige boschi misti e caducifogli, foreste di conifere, praterie alpine, aree di macchia mediterranea, valli fluviali e pianure coltivate. Tuttavia, è sempre più frequente la presenza della volpe in ambienti urbanizzati, in particolare nelle periferie e nelle aree verdi all’interno delle città.
Tale avvicinamento alle aree urbane è sicuramente dovuto alla ricerca di cibo ed è favorito dall’indole opportunistica di questi animali che li spinge ad approfittare di una sempre maggiore disponibilità di rifiuti organici.
La volpe è per lo più un animale notturno e crepuscolare, ma, se indisturbata, può essere molto attiva anche di giorno; tende a rifugiarsi in ampie tane (che spesso si tramandano per intere generazioni) scavate da loro stesse o abbandonate da tassi (Meles meles) o istrici (Hystrix spp.).
Morfofisiologia
La volpe rossa è un canide di medie dimensioni: la lunghezza del corpo varia dai 45 ai 90 cm, mentre l’altezza alla spalla va dai 35 ai 50 cm; la coda può misurare dai 35 ai 50 cm circa e serve a bilanciare il peso durante la corsa e gli straordinari salti con cui possono raggiungere i tre metri di altezza. Il peso varia dai 2,5 ai 14 kg e i maschi sono generalmente poco più grandi delle femmine.
Queste misure, molto variabili in base alle diverse sottospecie, la rendono la più grande tra le “volpi propriamente dette”, ovvero tra tutti gli appartenenti al genere Vulpes. Si distingue, inoltre, dagli altri canidi per le zampe decisamente più corte.
In linea generale, si può affermare che le volpi dei territori più settentrionali (Canada, Alaska, Scandinavia) sono solitamente più grandi di quelle delle zone più meridionali dell’areale (Africa settentrionale, Medio Oriente).
La dentatura non si discosta molto da quella tipica dei canidi, in cui ogni arcata è caratterizzata dalla presenza di sei incisivi, due canini formidabili per catturare e trattenere la preda, otto premolari e quattro o sei molari, usati per frantumare anche le ossa. Tuttavia, nella volpe, le dimensioni dei denti sono proporzionalmente più piccole rispetto, ad esempio, al lupo o allo sciacallo.
La sua pelliccia è caratterizzata da una grande variabilità cromatica sia stagionale che geografica ed appare molto folta e morbida, specialmente in inverno, permettendole di sopportare temperature molto basse.
Queste caratteristiche hanno attirato sin dall’antichità l’interesse dell’uomo per la creazione di pellicce di volpe, tanto che l’animale veniva allevato in cattività per incrementarne la produzione. Ultimamente tale utilizzo è sempre meno frequente e sempre più paesi stanno vietando l’allevamento e l’uccisione di animali con il fine di ricavarne pellicce.
Come si può intuire dal nome comune, il mantello della volpe rossa è per lo più rossastro con sfumature che vanno dal giallo al marrone, specialmente sul dorso, mentre il ventre, la gola e le guance sono grigio-biancastre, così come l’estremità della coda.
Il muso è particolarmente allungato e le orecchie sono triangolari, molto mobili e caratterizzate da pelo nero insieme ai piedi ed alla parte inferiore dell’estremità della coda. In Europa e Nord America è stata osservata la presenza di alcuni rari esemplari caratterizzati da un manto quasi completamente nero o grigio scuro; si tratta della variante melanica di questa specie, chiamata “volpe argentata”, ormai quasi estinta poiché intensamente cacciata per la sua particolare e straordinaria pelliccia.
Etologia-Biologia Riproduttiva
La volpe rossa è classificata come carnivoro ed essendo un’abile predatrice la sua dieta si basa prevalentemente su animali di diverse dimensioni e categorie.
Alcuni esempi di prede più frequenti sono: topi e arvicole (generi Mus, Apodemus, Arvicola, Microtus), toporagni (generi Sorex, Crocidura), talpe (Talpa spp.), mammiferi leggermente più grandi come ghiri (Glis glis), conigli (Oryctolagus cuniculus), lepri (Lepus spp.) e alcuni mustelidi come le donnole (Mustela nivalis); diverse specie di uccelli come fagiani (Phasianus colchicus), pernici (Alectoris spp.), quaglie (Coturnix coturnix), e un grande numero di passeriformi e i loro nidiacei; infine caccia anche piccoli rettili come lucertole e orbettini, piccoli serpenti, anfibi e un grande numero di invertebrati.
Un’abitudine che l’accomuna agli altri canidi è quella di percorrere in lungo e in largo il suo territorio in una continua “marcia della fame” guidata dall’olfatto e dall’udito. Tuttavia, nonostante la classificazione, la volpe è considerata più che altro una specie onnivora e per di più opportunista poiché, all’occorrenza, si ciba anche di bacche e frutti selvatici.
Il suo ruolo ecologico è fondamentale anche per la sua attività di “spazzina” quando ripulisce l’ambiente nutrendosi di piccole carcasse.
Questa grande adattabilità ad una dieta così ricca e variegata è sicuramente uno dei motivi che hanno determinato il successo ecologico di questo animale.
La volpe rossa possiede uno stomaco abbastanza piccolo rispetto alle sue dimensioni e può ingerire in proporzione molto meno cibo rispetto a quello ingerito ad esempio da cani o lupi; la dose consumata giornalmente varia dai 0,5 kg a 1 kg di cibo.
All’alimentazione sono legati diversi comportamenti della volpe, come ad esempio la strategia di mettere da parte le scorte di cibo nei periodi di abbondanza, nascondendole in tante piccole buche di 5-10 cm e non in un unico punto così da non rischiare di perdere tutto in una volta.
Generalmente cacciano da sole e, grazie ad un udito estremamente raffinato, individuano le piccole prede e con ampi e rapidi balzi possono catturarle mantenendo le distanze adatte a non farsele sfuggire.
Così come la caccia, anche lo stile di vita è per lo più solitario ad eccezione della fase riproduttiva, durante il quale può vivere in coppia o in piccoli gruppi. In questo periodo, i membri dello stesso gruppo comunicano tra loro attraverso segnali comportamentali del corpo e vocalizzazioni specifiche in base alle necessità.
La volpe è anche un animale molto territoriale e difende il proprio spazio in coppia durante l’inverno e in solitaria durante l’estate; in particolare, il maschio marca il territorio attraverso secrezioni prodotte da ghiandole odorifere poste vicino alla coda, comunicando in questo modo agli altri individui anche la sua posizione sociale.
La stagione degli amori si svolge in inverno. Il corteggiamento inizia tra dicembre e gennaio, quando nella notte si possono udire azzuffamenti e guaiti tra maschi, stimolati dal forte odore emesso dalle femmine; dopodiché avviene l’accoppiamento. Dopo una gestazione di circa 50 giorni, in piena primavera, la femmina dà alla luce da tre a cinque piccoli. Dopo aver preparato un morbido giaciglio nel fondo della sua tana, essa partorisce i suoi cuccioli che saranno inizialmente sordi, ciechi, grigi e grandi all’incirca come talpe; dopo due settimane iniziano ad aprire gli occhi.
L’allattamento dura all’incirca un mese e, durante questa fase, la madre non si allontana quasi mai dalla prole ed è il maschio a portare il cibo alla tana.
Successivamente, nel nutrimento dei piccoli la madre integra anche una parte di cibo predigerito e rigurgitato, fino a completare gradualmente lo svezzamento.
A questo punto i cuccioli saranno dei vivaci e morbidi batuffoli grigiastri con una fascia più chiara sulla fronte e la punta della coda bianca.
A giugno inizieranno a seguire i genitori nella ricerca del cibo ed intorno alla fine dell’estate i giovani maschi si allontaneranno dal nucleo familiare per conquistarsi un proprio territorio in vista della successiva stagione degli amori.
Nonostante la loro indole naturale sia molto schiva e sfuggente, non è difficile trovare, specialmente in zone molto turistiche, volpi molto confidenti nei confronti dell’uomo e che si avvicinano in cambio di avanzi di cibo.
Questo avviene poiché la volpe è un animale facilmente addomesticabile tramite l’uso di rinforzi positivi, ma ha conseguenze negative per l’incolumità dell’animale e dell’intera specie. Infatti, oltre al pericolo che risiede nell’avvicinarsi all’uomo (non sempre ben intenzionato) e ai centri abitati, anche mangiare cibi inadatti può causare nell’animale un indebolimento fisico che lo renderà vulnerabile a malattie come la rabbia e la rogna che poi potranno essere diffuse tra i diversi individui.
Sinonimi
Canis vulpes Linnaeus, 1758, Vulpes palmaria Hay, 1917.