Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’Arcipelago di Bismarck, Borneo, Giava, Malaysia Peninsulare, Nuova Guinea e Sumatra dove vive sugli alberi delle foreste umide ai margini di corsi d’acqua, fino a circa 1600 m di altitudine.
Il nome del genere è quello in sanscrito della Vanda tessellata; il nome specifico è l’aggettivo latino “helvolus, a, um” = giallo brunastro, con riferimento al colore dei fiori.
Nomi comuni: Borneo scented orchid (inglese).
La Vanda helvola Blume (1849) è una specie epifita monopodiale con fusto eretto o semipendente, fino ad oltre 1 m di lunghezza, interamente nascosto dalle basi fogliari imbricate, da cui si dipartono robuste e carnose radici aeree.
Le foglie sono alterne, distiche, coriacee, nastriformi con apice bilobato e irregolarmente dentato, ricurve, lunghe 15-25 cm e larghe 3-3,5 cm, di colore verde intenso.
Infiorescenze racemose ascellari, lunghe circa 10 cm, portanti 3-5 fiori carnosi, cerosi e leggermente fragranti, di circa 5 cm di diametro, con sepali e petali oblungo-spatolati con margini ondulati, di colore da bruno giallastro a bruno porpora, e labello trilobato con lobo mediano a forma di freccia; in natura sono presenti individui di colore interamente giallo verdastro.
Si riproduce per seme, in vitro, e micropropagazione.
A livello amatoriale può riprodursi dividendo il fusto in due porzioni provviste ciascuna di un numero sufficiente di foglie e radici, la parte superiore va trattata come una pianta adulta, la parte inferiore, posta in un ambiente con elevata temperatura ed umidità, produrrà dalle gemme dormienti una o più piante che potranno essere asportate non appena avranno formato un loro apparato radicale.
Concimazioni ogni due settimane dalla primavera a inizio autunno, mensili in inverno, utilizzando un prodotto idrosolubile preferibilmente bilanciato, con microelementi, a metà dose di quella consigliata sulla confezione.
Può essere montata su tronchi, corteccia o zattere di sughero o di felci arborescenti, oppure in vasi con ottimo drenaggio, per evitare pericolosi ristagni idrici, o preferibilmente in canestri sospesi, in modo da permettere alle radici di allungarsi liberamente e asciugarsi velocemente dopo le innaffiature e nebulizzazioni.
Possono essere posizionate sia a radice nuda, senza alcun substrato, che con composto particolarmente drenante e aerato che può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) di media/grossa pezzatura e carbone con eventuale aggiunta di inerti.
I rinvasi vanno effettuati quando strettamente necessario, alla ripresa vegetativa, cercando di danneggiare il meno possibile le radici che vanno preventivamente bagnate per renderle più flessibili.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
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