Famiglia : Fabaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Bangladesh, Cambogia, Cina (Fujian, Guangdong, Guangxi, Hainan, Jiangxi e Yunnan), Filippine, Giava, India (Arunachal Pradesh, Assam, Manipur, Meghalaya, Mizoram, Tripura), Indonesia, Isole Ryukyu, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Sri Lanka, Sumatra, Taiwan, Thailandia e Vietnam dove cresce nelle foreste ai margini delle radure, nelle praterie e in aree degradate, fino a circa 1000 m di altitudine.
Il nome del genere deriva dal sostantivo greco “οὐρά” (ourá) = coda, con riferimento alle lunghe infiorescenze; il nome specifico è l’aggettivo latino “crinitus, a, um” = chiomato, con riferimento alla peluria che ricopre le infiorescenze.
Nomi comuni: Asian foxtail, cat’s tail, fox’s-tail pea (inglese); mao wei cao (Cina); uler-uleran (Giava-giavanese); buntut careuh (Giava-sundanese); dieng-kah-riu, prishniparni (India); ekor anjing, ekor kucing (Malaysia); hang karwk (Thailandia); đuôi chồn quả đen, đuôi chó, đuôi cáo, hầu vĩ tóc (Vietnam).
L’ Uraria crinita (L.) Desv. ex DC. (1825) è un piccolo arbusto, alto 1-1,5 m, con fusti eretti dalla corteccia grigiastra e rami giovani pubescenti. Le foglie, su un picciolo lungo 6-15 cm, sono alterne, imparipennate, con 3-9 foglioline opposte da oblunghe a ovato-lanceolate con apice da acuto a ottuso e margine intero, lunghe 6-15 cm e larghe 3-8 cm, con la fogliolina terminale solitamente più grande di quelle laterali, di colore verde intenso.
Infiorescenze terminali sessili o subsessili, erette, cilindriche, lunghe 15-30 cm, ricoperte da una peluria bianco-grigiastra, con una moltitudine di minuscoli fiori ermafroditi in coppia sottesi da una brattea villosa caduca. Calice, ricoperto da una peluria bianca, a 5 lobi, i 3 inferiori lunghi circa 3,5 mm, i superiori circa 3 mm, corolla papilionacea di colore porpora o lavanda, lunga 6-8 mm, con 10 stami diadelfi (9 con i filamenti saldati tra loro ed uno libero).
Il frutto è un legume indeiscente articolato, contorto, piatto, leggermente pubescente, contenente 5-9 semi ovoidi di colore nerastro lucido. Si riproduce per seme, preventivamente immerso in acqua per un giorno, in terriccio drenante mantenuto umido alla temperatura di 24-26 °C.
Specie spesso coltivata nei luoghi di origine come pianta medicinale, per le virtù che le vengono attribuite, e ornamentale, per le caratteristiche infiorescenze, occasionalmente viene impiegata per arricchire suoli poveri, essendo l’apparato radicale capace di fissare l’azoto atmosferico, analogamente ad altre Fabaceae, e come “concime verde” (sovescio), essendo in grado di cedere al suolo azoto e minerali.
Richiede un clima tropicale o subtropicale, una esposizione in pieno sole o leggermente ombreggiata e suoli perfettamente drenanti, non sopportando i ristagni idrici, preferibilmente sabbiosi, anche poveri, moderatamente irrigati.
Diverse parti della pianta sono da lungo tempo utilizzate nella medicina tradizionale, in particolare cinese e indiana, come febbrifugo, sedativo della tosse, emostatico, nei casi di dissenteria, diarrea, malattie della pelle ed altre patologie.
Sinonimi: Hedysarum crinitum L. (1767); Hedysarum comosum Vahl (1791); Uraria comosa (Vahl) DC. (1825); Uraria crinita var. macrostachya Wall. (1831); Doodia crinita (L.) Roxb. (1832); Uraria cornosa Span. (1841).
→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle FABACEAE cliccare qui.