Famiglia : Pedaliaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della zona sudoccidentale del Madagascar dove vive sulle dune o nei boschi decidui su suoli sabbiosi rossi (ferruginosi).
Il nome generico è secondo alcuni il diminutivo di Uncaria, genere con cui vi sarebbero alcune affinità; il nome specifico è il participio passato del verbo latino “abbrevio” = abbreviare, accorciare.
Nomi comuni: farehitsy bevata, farehitsy, farehitra (malgascio).
L’ Uncarina abbreviata (Baill.) Ihlenf. & Straka (1962) è un arbusto o piccolo albero deciduo alto fino ad 8 m con fusto leggermente ingrossato alla base, poco ramificato. Le foglie, su un picciolo lungo 10-14 cm e raggruppate all’estremità dei rami, sono lanceolate o subtrapezoidali con margine intero o sinuoso, di colore verde superiormente, bianco grigiastro inferiormente, lunghe 6-8 cm e larghe 5-7 cm.
Le infiorescenze sono cime ascellari con 1-3 fiori dalla corolla imbutiforme a cinque lobi, di 6-8 cm di diametro, di colore rosa malva con anello rosso porpora nella gola e tubo bianco. I frutti sono capsule ovoidi compresse, alate, lunghe circa 6 cm e larghe 3,5 cm, ricoperte di spine, tranne che sulle ali, sia uncinate, di circa 2,5 cm di lunghezza, particolarmente insidiose, che facilitano la dispersione della specie attaccandosi alla pelle degli animali, che semplici, di 0,4 cm di lunghezza; i semi, triangolari, sono lunghi circa 0,7 cm. Si riproduce per seme in terriccio sabbioso mantenuto umido alla temperatura di 22-24 °C.
Specie relativamente poco coltivata, per lo più soggetto da collezione, in vaso, da parte degli appassionati di caudiciformi, richiede una esposizione in pieno sole, o comunque la massima luminosità possibile, e un terriccio perfettamente drenante, sabbioso, da leggermente acido a leggermente alcalino.
Benché possa sopportare in inverno durante il periodo di riposo, perfettamente asciutta, rari e per brevissimo periodo valori di temperatura prossimi a 0 °C, è preferibile non esporre la pianta a temperature inferiori a 14 °C. In estate le innaffiature devono essere regolari, ma lasciando asciugare quasi completamente il substrato prima di ridare acqua, sospese in inverno. Parti della pianta sono localmente utilizzate nella medicina tradizionale, i frutti per catturare i topi.
Sinonimi: Harpagophytum abbreviatum Baill. (1887).
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