Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’America Centrale (Guatemala, Honduras e Nicaragua), dove cresce epifita o litofita in aree prevalentemente esposte, a medie altitudini, caratterizzate da clima umido in estate e secco in inverno.
Il nome del genere è la combinazione dei termini greci “thrix, thricós” = pelo, capello e “kentron” = punta, con riferimento al sottile e lungo sperone presente in alcune specie appartenenti al genere; il nome specifico è l’aggettivo latino “splendidus, a, um” = splendente, magnifico.
Nomi comuni: mule ear orchid, tiger orchid (inglese).
Il Trichocentrum splendidum (A.Rich. ex Duch.) M.W.Chase & N.H.Williams (2001) è una specie epifita o litofita con corti rizomi da cui si originano pseudobulbi globosi, compressi lateralmente, lunghi 4-5 cm, con all’apice un’unica foglia di colore verde intenso con sfumature bruno-rossastre se la luminosità è elevata.
Le foglie sono carnose, rigide, oblunghe, di 15-30 cm o più di lunghezza e 3-5 cm di larghezza, con sezione a V; per la forma della foglia, questa specie, e quelle simili, vengono comunemente chiamate a “orecchie d’asino”.
Infiorescenza ramificata su un robusto peduncolo eretto, lungo fino a circa 60 cm, dalla base dello pseudobulbo, portante numerosi fiori di 6-8 cm di diametro, di lunga durata, circa tre settimane, con sepali e petali giallo limone con larghe macchie marrone e labello giallo. Sepali e petali sono oblunghi, di circa 3 cm di lunghezza e 1 cm di larghezza, con margini ondulati ed apice retroflesso, il labello è trilobato, lungo 4 cm e largo 1,6-2 cm, con lobo centrale tondeggiante, quasi piatto, con margini ondulati, e la colonna, lunga 1 cm, presenta all’estremità due ali carnose semicircolari. Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione con ciascuna sezione provvista almeno di 3-4 pseudobulbi.
Specie dal nome quanto mai appropriato, richiede durante il periodo vegetativo temperature medio alte, elevata umidità, 70-80%, e luminosità, anche sole diretto, eventualmente filtrato nelle ore centrali della giornata in estate, può sopportare una posizione parzialmente ombreggiata, ma in questo caso è la fioritura a risentirne; l’ambiente di coltivazione deve essere sempre ben ventilato. Le innaffiature devono essere regolari ed abbondanti, ma lasciando parzialmente asciugare prima di ridare acqua, fino alla completa maturazione degli pseudobulbi a inizio inverno, da questo momento la pianta necessita di un periodo di riposo fresco e secco, con innaffiature molto diradate, senza però fare raggrinzire eccessivamente gli pseudobulbi, temperature minime preferibilmente non inferiori a 14 °C e umidità intorno al 50%.
Le innaffiature vanno gradualmente aumentate alla ripresa vegetativa, evitando ristagni d’acqua sulla vegetazione emergente, particolarmente sensibile ai marciumi. Per le innaffiature e nebulizzazioni va utilizzata acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata; le concimazioni, opportunamente distribuite e alternate, in modo da evitare accumulo di sali alle radici, vanno fatte durante il periodo vegetativo preferibilmente con prodotti bilanciati idrosolubili, con microelementi, a ¼ di dose di quella consigliata sulla confezione.
Può essere montata su corteccia, zattera di sughero o di radici di felci arborescenti, anche se ciò non è sempre agevole date le dimensioni della pianta, oppure coltivata in vasi di dimensioni contenute con composto molto drenante e aerato, che può essere costituito da pietrisco e terriccio di foglie oppure da frammenti di corteccia (bark) di media pezzatura e carbone, eventualmente con uno strato superficiale di sfagno per una maggiore umidità alla base degli pseudobulbi.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Oncidium splendidum A.Rich. ex Duch. (1862); Lophiaris splendida (A.Rich. ex Duch.) Christenson (2006).
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