Famiglia : Gobiidae

Testo © Giuseppe Mazza

Non più lungo di 5 cm, Tigrigobius multifasciatus è un variopinto ghiozzo caraibico con la livrea tigrata da 17-23 barre verticali verdi © Allison & Carlos Estape
Tigrigobius multifasciatus (Steindachner, 1876), noto in inglese come “Greenbanded goby”, cioè Ghiozzo dalle fascie verdi, appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, e all’ordine dei Gobiiformes, che alcuni studiosi includono nei Perciformes ed altri nei Cypriniformes, ed alla famiglia dei Gobiidae, certamente una delle più ricche del mondo marino, visto che conta oltre 200 generi e quasi 2000 specie.
Sono pesci presenti per lo più nei mari temperati e caldi, ma con qualche rappresentante anche nelle acque dolci ed in quelle salmastre alla foce dei fiumi.
Il nome del genere Tigrigobius, nasce in latino da “tigris”, tigre, dato che le fasce verticali di questo pesce ricordano quelle di una tigre e dal genere Gobius che ha dato origine alla famiglia, mentre il termine specifico multifasciatus, sempre in latino, aggiunge che queste fasce sono tante.

Sul capo spiccano due bande orizzontali rosso scuro che nascondono l’occhio, caratterizzate sul retro da una macchietta rosso brillante per confondere i predatori © Allison & Carlos Estape
Zoogeografia
Tigrigobius multifasciatus è frequente nell’Atlantico occidentale dalle isole Bahamas, Cuba e Piccole Antille fino alle coste del Venezuela.
Le segnalazioni di questo pesce nelle acque di Panama si riferiscono in realtà ad una specie simile ma distinta, Tigrigobius panamensis (Victor 2010), con meno fasce verticali, e quelle lungo le coste dell’Honduras vanno assegnate a Tigrigobius rubrigenis (Victor 2010) che mostra un tratto rosso in più sotto il mento.
Ecologia-Habitat

Vive per lo più nelle pozze di marea in pochi centimetri d’acqua, nascosto sotto i ricci di mare che scavano nicchie nel substrato calcareo © Allison & Carlos Estape
Tigrigobius multifasciatus è un pesce bentonico che non supera 1 m di profondità, vivendo per lo più nelle pozze di marea dove si accontenta di pochi centimetri d’acqua, nascosto sotto i ricci di mare che scavano nicchie nel substrato calcareo, come accade per il più piccolo ma non meno spettacolare Ginsburgellus novemlineatus.
Morfofisiologia
Tigrigobius multifasciatus misura circa il doppio, con un massimo di 5 cm, e la differenza fra le livree balza subito all’occhio. Le barre verticali non sono più 9 blu, ma vanno da 17 a 23, di colore verde chiaro brillante su fondo verdastro.
Il capo, marroncino chiaro, è ornato da due bande orizzontali rosso scuro che nascondono l’occhio, caratterizzate sul retro da una macchietta rosso brillante come un semaforo che confonde i predatori.

In natura le femmine depongono 200-450 uova incollate ai fondali e a partire dai 2 cm possono trasformarsi in maschi © Allison & Carlos Estape
Il corpo è senza squame e manca la linea laterale.
Il muso si presenta appuntito col profilo dritto. Su entrambe le mascelle si notano 5-7 file di piccoli denti, più distanziati sul lato esterno, con canini sul davanti e due grossi più indietro per trattenere le prede.
Vi sono due pinne dorsali, la prima con 7 raggi spinosi col primo più lungo e la seconda con 1 raggio spinoso e 10-11 molli.
L’anale ha 1 raggio spinoso e 8-9 inermi come quelli delle pettorali che ne contano 19-20 e sono il motore del pesce che avanza ondulandole come i pesci palla, con un nuoto detto appunto diodontiforme. La caudale è arrotondata.
Etologia-Biologia Riproduttiva

Date le modeste dimensioni Tigrigobius multifasciatus accetta la via in cattività riproducendosi anche in piccole vasche © Allison & Carlos Estape
Tigrigobius multifasciatus è una specie ermafrodita proterogina monandrica, con femmine cioè che a partire dai 2 cm possono trasformarsi in maschi.
Una sola femmina può deporre fino a 200-450 uova incollate ai fondali e la riproduzione avviene anche in piccoli acquari.
La resilienza della specie è ottima, con un tempo minimo per il raddoppio delle popolazioni inferiore ai 15 mesi, e l’indice di vulnerabilità alla pesca è fra i più bassi, segnando appena 10 su una scala di 100. Dal 2010 Tigrigobius multifasciatus appare quindi come “LC, Least Concern”, cioè come “Minima Preoccupazione”, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.
Sinonimi
Gobiosoma multifasciatum Steindachner, 1876; Elacatinus multifasciatum (Steindachner, 1876); Elacatinus multifasciatus (Steindachner, 1876); Gobius lineatus Poey, 1861.
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