Famiglia : Cactaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Messico dove cresce in aree semiaride, in associazione con arbusti spinosi, su suoli calcarei tra 1200 e 2000 m di altitudine. Sono riconosciute due sottospecie: la Thelocactus leucacanthus subsp. leucacanthus, originaria dello stato di Hidalgo, dai fiori di colore giallo, e la Thelocactus leucacanthus subsp. schmollii, originaria dello stato di Queretaro, dai fiori di colore magenta intenso e tubercoli mediamente più grandi della precedente.
Il nome generico deriva dalla combinazione del termine greco “thelé” = capezzolo e Cactus, con riferimento ai tubercoli sulle costolature; il nome specifico è la combinazione dei termini greci “leukόs” = bianco e “akantha” = spina, con ovvio riferimento. Nomi comuni: “biznaga-pezón de espinas blancas” (spagnolo-Messico).
Il Thelocactus leucacanthus (Zucc. ex Pfeiff.) Britton & Rose (1923) è una specie con fusti di colore verde chiaro che in natura forma larghi cespi compatti fino ad un metro di diametro; i fusti, globosi o leggermente allungati di 4-6 cm di diametro e 6-14 cm di lunghezza, presentano 7-13 costole pressoché indistinte con tubercoli conici, prominenti, di circa 1 cm di altezza e 1,4 cm di larghezza, con apice arrotondato.
Le areole lanose, oblunghe, di circa 6 mm di lunghezza, sono dotate di ghiandole nettarifere e presentano 6-20 spine radiali lunghe circa 6 mm, di colore bianco-giallastro tendente al grigio o al rossastro con l’età, ed una spina centrale, non sempre presente, lunga da 1 a 5 cm, di colore inizialmente nerastro, tendente al bianco-giallastro con l’età.
I fiori nascono all’apice del fusto, sono imbutiformi, con ovario e tubo floreale ricoperti da larghe scaglie imbricate, lunghi 3-5 cm e larghi 4-5 cm, di colore giallo (subsp. leucacanthus) o da magenta a carminio (subsp. schmollii), e si aprono al mattino e chiudono la sera per alcuni giorni. I frutti sono globosi, 0,5-1 cm di diametro, ricoperti di scaglie, di colore giallo-verdastro e contengono semi neri piriformi lunghi fino a 2 mm. Si riproduce per seme e per divisione.
Specie di facile coltivazione da posizionare in pieno sole, o comunque alla massima luminosità possibile, su terricci particolarmente porosi e drenanti che possono essere costituiti per circa il 50% da comune terra da giardino concimata e per la restante parte, in ugual misura, da sabbia (o agriperlite) e pietrisco frantumato privo di polvere. Sebbene sia relativamente resistente alle basse temperature, potendo sopportare, completamente asciutta e per breve periodo, temperature fino a -4/-6 °C, per evitare marciumi è prudente non esporla a temperature prossime a 0 °C.
La sua collocazione ideale all’aperto, dove il clima lo consente, è in giardini “desertici” insieme ad altre xerofite, altrove va coltivata in vaso con le stesse modalità prima indicate. In estate, durante il periodo vegetativo, va annaffiata con regolarità, ma lasciando asciugare completamente il terriccio prima di ridare acqua, in inverno va tenuta asciutta e a temperature piuttosto basse, tra +5 e +10°C, questo periodo di riposo, freddo e asciutto, è indispensabile per una buona fioritura. La specie è iscritta nell’appendice II della Cites (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Echinocactus leucacanthus Zucc. ex Pfeiff. (1837); Echinocactus ehrenbergii Pfeiff. (1838); Echinocactus porrectus Lem. (1838); Thelocactus ehrenbergii (Pfeiff.) F.M. Knuth (1935); Thelocactus porrectus (Lem.) F.M. Knuth (1935); Thelocactus leucacanthus var. porrectus (Lem.) Backeb. (1961); Ferocactus leucacanthus (Zucc. ex Pfeiff.) N.P. Taylor (1979); Thelocactus leucacanthus var. ehrenbergii (Pfeiff.) Bravo (1980).