Famiglia : Cactaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’Argentina occidentale (province di Catamarca, Córdoba, La Rioja, Mendoza, Salta, San Luis e Santiago del Estero) dove cresce in zone semiaride, caratterizzate da un clima fresco e secco in inverno e caldo e con rare precipitazioni in estate, più frequentemente tra 500 e 1300 m di altitudine.
Il nome generico è la combinazione del termine greco “tephra” = cenere, con riferimento al colore dell’ epidermide, e Cactus; il nome specifico latino “articulatus” = nodoso fa riferimento ai fusti suddivisi in segmenti.
Nomi comuni: “paper spine cactus”, “pine cone cactus”, “spruce cone cholla” (inglese); “huevos de indio” (spa- gnolo); “papierkaktus” (tedesco).
Il Tephrocactus articulatus (Pfeiff.) Backeb. (1953) è una specie molto variabile che forma piccoli cespi, piuttosto disordinati, alti solitamente fino a circa 30 cm, con fusti ramificati, eretti o prostrati, costituiti da una successione di segmenti globosi, ovoidali o pressoché conici (tipo pigna) di 2-4 cm di diametro e fino a 5-10 cm di lunghezza, che si distaccano con molta facilità.
Presenta una epidermide di colore grigio bruno e tubercoli, inizialmente pronunciati, disposti a spirale, con areole piccole, pressoché rotonde, lanose, con numerosi glochidi (ciuffi di spine sottili lunghe qualche millimetro) di colore bruno. Le areole sono spesso prive di spine, quando presenti, in numero da 1 a 4, sono piatte, sottili, flessibili e di aspetto cartaceo, di colore bianco o brunastro, lunghe fino a 10 cm, in qualche caso oltre, e larghe 4-7 mm. I fiori campanulati nascono dalle areole poste nella parte terminale dei segmenti, sono lunghi 4-5 cm e larghi 3-4 cm, con ovario di colore verde, cosparso di glochidi, e petali obovati con apice troncato di colore bianco, a volte leggermente rosato, o giallo pallido; gli stami sono gialli. I frutti globosi, di circa 15 mm di diametro, con apice troncato e depresso, secchi a maturità, sono di colore da verde rossiccio a brunastro, con glochidi persistenti sulla superficie.
I semi sono interamente circondati da un arillo di colore castano costituito da un tessuto, aerenchima, con ampi spazi intercellulari che permettono il passaggio dell’aria, ciò favorisce la dispersione tramite il vento (anemofila) o l’acqua, per galleggiamento, durante le poco frequenti, ma violenti piogge.Si riproduce molto facilmente tramite i suoi segmenti che vanno semplicemente poggiati sul terreno.
La sua intrinseca variabilità, in particolare riguardo alle spine, che possono essere totalmente assenti o di forma e lunghezza molto variabile, e la forma e dimensione dei segmenti, ha contribuito a dare origine a numerosi sinonimi e varietà.
Specie di facile coltivazione va posizionata in pieno sole, per una crescita compatta ed una abbondante fioritura, su terricci particolarmente porosi e drenanti che possono essere costituiti da comune terra da giardino concimata, sabbia grossolana (o agriperlite) e pietrisco frantumato privo di polvere in ugual misura.
L’ambiente ideale di coltivazione all’aperto sono i terreni rocciosi o sabbiosi, aridi o semiaridi, in climi caratterizzati da inverni freschi e secchi ed estati calde e poco piovose, in queste condizioni pare sopporti temperature fino a -9 °C, ma è preferibile per misura prudenziale non esporla a temperature prossime a 0°C, specie in presenza di umidità.
Dove il clima non consente la coltivazione all’aperto va coltivata in vaso, con le stesse modalità prima indicate, per potere essere riparata in inverno. In estate, durante il periodo vegetativo, va annaffiata saltuariamente, in inverno va tenuta asciutta e a temperature preferibilmente tra +5 e +10 °C, questo periodo di riposo freddo e secco ne favorisce la fioritura.
La specie è iscritta nell’appendice II della Cites (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Opuntia glomerata Haw. (1830); Opuntia polymorpha Pfeiff. (1837); Opuntia andicola Pfeiff. (1837); Cereus articulatus Pfeiff. (1837); Opuntia diademata Lem. (1838); Opuntia turpinii Lem. (1838); Tephrocactus andicolus Lem. (1868); Tephrocactus turpinii (Lem.) Lem. (1868); Tephrocactus diadematus (Lem.) Lem. (1868); Opuntia strobiliformis A.Berger (1929); Tephrocactus strobiliformis (A.Berger) Fric (1933); Tephrocactus articulatus var. inermis (Speg.) Backeb. (1953); Tephrocactus articulatus var. diadematus (Lem.) Backeb. (1953); Tephrocactus articulatus var. ovatus (Pfeiff.) Backeb. (1953); Tephrocactus articulatus var. oligacanthus (Speg.) Backeb. (1953); Tephrocactus articulatus var. papyracanthus (Phil.) Backeb. (1953); Tephrocactus articulatus var. syringacanthus (Pfeiff.) Backeb. (1953).