Famiglia : Synodontidae
Testo © Giuseppe Mazza
Synodus intermedius (Spix & Agassiz 1829) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine Aulopiformes ed alla famiglia dei Synodontidae, quella dei così detti pesci lucertola, un gruppo apparso nel Miocene che conta oggi 4 generi e 81 specie.
A vederlo, con quelle mascelle allungate, gli occhi piccoli sporgenti sui lati ed il corpo lungo e affusolato che si assottiglia verso il peduncolo, fa in effetti pensare a un sauro, donde il nome comune francese di “Anoli de sable”, cioè Anolis della sabbia, mettendo in conto questo parente delle iguane, molto frequente nell’America tropicale, ed il fatto che suole nascondersi fino al collo sotto la sabbia per sfuggire ai predatori e sorprendere le prede.
Ma Synodus intermedius è noto anche come Pesce lucertola rigato di giallo, Mabuia a righe gialle, Pesce lucertola dei Caraibi o Tuffatore della sabbia.
Il nome del genere Synodus nasce dal greco “syn” insieme e “odous”, dente, con riferimento ai numerosi piccoli denti che crescono molto vicini fra loro.
Il termine specifico intermedius, non spiegato dall’autore nella descrizione della specie, potrebbe riferirsi al disegno della livrea con rombi intercalati da macchie o forse al fatto che questa specie ha caratteri intermedi ad altre due specie.
Assomiglia infatti per esempio a Synodus saurus (Linnaeus, 1758) che però non ha la caratteristica macchia nera rettangolare all’estremità superiore della fessura branchiale, ed a Synodus synodus (Linnaeus, 1758) che presenta invece una macchia nera sul muso, un raggio in meno sulla pinna anale ed una livrea più rossa con larghe bande verticali scure.
Zoogeografia
Synodus intermedius ha una distribuzione vastissima.
Partendo dai Caraibi raggiunge a Nord le sponde del Canada e a Sud l’Uruguay. Poi verso Levante, dopo l’arcipelago di Trindade e Martim Vaz, lo troviamo in mezzo all’oceano nelle isole di Ascensione e Sant’Elena, e infine a São Tomé e Príncipe, Capo Verde, Canarie e Madeira sull’altra sponda dell’Atlantico.
Ecologia-Habitat
Synodus intermedius è una specie demersale, che vive cioè in prossimità del fondo marino.
Si può trovare in ambienti sabbiosi fin verso i 300 m di profondità, ma anche nelle acque basse dei reef, talora nei corridoi arenosi creati dalle correnti o in bella vista su una madrepora dalla posizione dominante, dove appoggiato alle sue grandi pinne pelviche aperte si guarda intorno immobile, mimetizzato, tendendo agguati ai pesci di passaggio.
Morfofisiologia
Synodus intermedius può raggiungere il mezzo metro di lunghezza, anche se la taglia media si aggira sui 25 cm.
Il muso è corto con la testa piatta e triangolare vista dall’alto. La bocca è colma di piccoli denti aghiformi. Sono disposti a due file sulla mascella superiore e a tre file su quella inferiore, in entrambi i casi più corti su quella esterna. E come se non bastasse reca 3-4 serie di denti sul palato e 5 sulla lingua.
Le pinne, per contro, non hanno raggi spinosi. La dorsale reca 11-12 raggi molli, le pettorali 11-13, l’anale 11 e le pelviche 8.
La pinna caudale è falcata, come si addice a un pesce capace dai guizzi veloci, tanto rapidi che è molto raro vederlo in nuoto.
Le scaglie sono grandi ed il colore della livrea, grigia, bruna o verdastra è estremamente variabile per effetto dei cromatofori che imitano l’ambiente circostante. Sul dorso, attraversato da barre verticali bruno-rossastre, si notano eleganti e sottili linee mimetiche orizzontali dorate, che vanno, con tratti irregolari, dal capo al peduncolo caudale. Continuano anche sui lati dove però balzano generalmente all’occhio 8 macchie romboidali scure, intervallate in basso da altre più piccole.
La pinna dorsale e le pettorali sono attraversate da bande scure come i lobi della caudale che recano 3-5 fasce più marcate.
La pinna anale è gialla come le pelviche che mostrano un pigmento più scuro fra i raggi. Il lato ventrale del pesce è biancastro, come generalmente accade per le specie che vivono posate sui fondali.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Synodus intermedius si nutre prevalentemente di pesci. In particolare di Haemulidae come Brachygenys chrysargyreum e specie affini, Clupeiformes come Jenkinsia lamprotaenia o Jenkinsia majua e persino vari predatori che si muovono sui fondali come Serranus tigrinus, Serranus baldwini, Serranus tabacarius ed altre specie appartenenti a questo genere.
Nella sua dieta entrano spesso anche labridi e rombi come Bothus ocellatus che trova spesso accanto, sepolto come lui nella sabbia.
Si nutre infine anche di molluschi, con una predilezione per seppie e calamari, e di crostacei, per lo più gamberetti.
Rispetta tuttavia un minuscolo e grazioso gamberetto blu, Ancylomenes pedersoni, presente talora nelle “stazioni di pulizia” dove i grossi pesci vanno a farsi togliere i parassiti della pelle.
Synodus intermedius oltre che un dermatologo per sbarazzarsi degli isopodi ed altri piccoli infestanti, serve anche, con tutti i denti che ha, un dentista accurato, come appunto il Gamberetto pulitore di Pederson che vive in simbiosi con anemoni di mare come Bartholomea annulata o Condylactis gigantea.
Questo infatti, appena lo vede, abbandona subito con un drappello di compagni la sua “turris eburnea” per liberarlo dai minuscoli avanzi alimentari che trova fra un dente e l’altro.
La riproduzione Synodus intermedius, avviene generalmente durante l’estate o in autunno, ed è poco documentata. Si sa solo che le uova vengono deposte sui fondali e che dopo la fecondazione i genitori si lasciano e non vi sono cure parentali.
La resilienza è mediocre, con un possibile raddoppio delle popolazioni in 1,4-4,4 anni.
La carne è di scarso valore commerciale, ma visto che può raggiungere il peso di 1 kg, in certe località, come ad Haiti, Synodus intermedius finisce talora in pentola.
La vulnerabilità alla pesca resta comunque moderata, segnando 36 su una scala di 100, e nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo figura dal 2013 come “LC, Least Concern” cioè “Minima preoccupazione”.
Sinonimi
Saurus intermedius Spix & Agassiz, 1829.