Famiglia : Arecaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del nord del Brasile, Colombia e Venezuela, dove cresce nelle foreste decidue prevalentemente su affioramenti di rocce granitiche a basse altitudini.
L’esatta derivazione del termine generico non è nota, l’ipotesi più accreditata è che derivi dal nome “syagrus” dato da Plinio il Vecchio (23/24-79) ad una varietà di palma da datteri; il nome specifico latino ne indica l’area di origine, il bacino dell’Orinoco.
Nomi comuni: bariyi, churúbay, eesì, oróboto, yaripa (Colom- bia); coquito, cosquito (Venezuela).
La Syagrus orinocensis (Spruce) Burret (1937) è una specie monoica a fusto singolo, raramente cespitoso, alto fino a 12 m, anche se in coltivazione si mantiene più basso, con un diametro di 10-15 cm, di colore grigio chiaro su cui sono più o meno visibili gli anelli traccia delle foglie cadute.
Le foglie sono pennate, elegantemente arcuate, lunghe fino a 3 m con pinnule di colore verde intenso, lunghe 30-70 cm, irregolarmente disposte in gruppi di 2-3 lungo il rachide ed inserite ad angoli differenti, ma generalmente verso l’alto, dando alla foglia un aspetto leggermente piumoso con un profilo a V.
La base fogliare, lunga circa 40 cm, abbraccia solo parzialmente il fusto.
Le infiorescenze nascono tra le foglie, inizialmente protette da una spata legnosa lunga fino a 1 m, sono ramificate con i fiori di colore biancastro disposti nella caratteristica triade (un fiore femminile tra due maschili), tranne all’estremità dei rami dove sono presenti solo fiori maschili. I frutti sono ellissoidi di 2,5-4,5 cm di lunghezza e 2-3 cm di diametro, di colore da giallo a bruno.
Malgrado le indubbie caratteristiche ornamentali, questa palma dai fusti alti e sottili coronati da una elegante chioma è scarsamente coltivata al di fuori delle zone di origine, a parte giardini ed orti botanici e collezioni di appassionati. Richiede per crescere al meglio una posizione in pieno sole e un clima tropicale o subtropicale, dove può sopportare eccezionali abbassamenti di temperatura intorno a -1 °C sia pure con lievi danneggiamenti del fogliame. Può sopportare periodi di secco, ma si avvantaggia di regolari innaffiature e periodiche concimazioni. Nei luoghi di origine i frutti sono utilizzati come alimentazione per il bestiame e le foglie per confezionare oggetti artigianali.
Le popolazioni indigene dell’Amazzonia si nutrono delle larve di un insetto, il Rhynchophorus palmarum L. (1758), presenti nei fusti in decomposizione, che hanno un ruolo importante nella loro dieta.
Sinonimi: Cocos orinocensis Spruce (1869); Calappa orinocensis (Spruce) Kuntze (1891); Maximiliana orinocensis (Spruce) Speg. (1917); Syagrus allenii Glassman (1968).
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