Stathmonotus hemphillii

Famiglia : Chaenopsidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Lungo al massimo 5 cm, Stathmonotus hemphillii è un insolito Blenniiformes dell’area caraibica col corpo senza cirri, privo di scaglie e della linea laterale.

Lungo al massimo 5 cm, Stathmonotus hemphillii è un Blenniiformes decisamente insolito dell’area caraibica col corpo nudo, senza cirri, privo di scaglie e della linea laterale © Allison & Carlos Estape

Stathmonotus hemphillii Bean, 1885, appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Blenniiformes ed alla famiglia dei Chaenopsidae che conta 14 generi ed un centinaio di specie americane di dimensioni modeste che non superano i 16 cm.

Hanno spesso il corpo allungato e si parla di “pike-blennies”, quando ricordano i lucci, di “tube-blennies”, se vivono affiorando dai tubi lasciati liberi dagli anellidi, e “flagblennies”, quando la pinna dorsale è particolarmente alta sul davanti a mo’ di bandiera.

Chaenopsis limbaughi presenta nell’insieme queste tre caratteristiche con un corpo decisamente anguilliforme.

Si direbbe un serpentello, ed è una specie sessualmente dimorfica con femmine sempre bianche e maschi come questo di vario colore.

Quando si muove sui fondali si direbbe quasi un serpentello, ed è una specie sessualmente dimorfica con femmine sempre bianche e maschi, come questo, di vario colore © Allison & Carlos Estape

Ed è questo l’aspetto che Stathmonotus hemphillii porta avanti nei Chaenopsidae, tant’è che quando si muove sui fondali si direbbe una microscopica murena o un serpentello.

Il nome del genere Stathmonotus, creato da Bean nel 1885, pare derivi dal greco “stathme”, il regolo dei falegnami, e “notus”, dorso,  con riferimento alla lunga, bassa e squadrata pinna dorsale formata interamente da spine rigide.

Il termine specifico hemphillii ricorda invece Henry Hemphill (1830-1914), malacologo americano della Florida che raccolse l’olotipo per la descrizione della specie.

I maschi di Stathmonotus hemphillii ossono infatti presentarsi con una livrea nera o rossa che contribuisce forse, secondo l’ambiente, al mimetismo e alla caccia dei piccoli crostacei bentonici di cui si nutrono.

Possono infatti presentarsi con una livrea nera o rossa che contribuisce forse, secondo l’ambiente, al mimetismo e alla caccia dei piccoli crostacei bentonici di cui si nutrono © Mickey Charteris (in alto) © Cristopher Glez (in basso)

Zoogeografia

Stathmonotus hemphillii è un pesce dell’Atlantico centro occidentale, presente lungo le coste della Florida, alle Bahamas, e poi, sfiorando il nord ovest di Cuba, alle Isole Turks e Caicos, Haiti, Repubblica Dominicana, Porto Rico, Isole Vergini e Piccole Antille. Si ritrova infine, con una popolazione apparentemente separata, lungo le coste del Messico, Belize, Honduras e Nicaragua.

Ecologia-Habitat

Stathmonotus hemphillii  vive su substrati duri, muovendosi fra le madrepore e su rocce ricoperte d’alghe e incrostazioni fra 1 e 30 m di profondità, ma preferisce in genere le acque basse.

Qui una livrea bruno arancio. L’unico punto stabile in tutte le versioni maschili di Stathmonotus hemphillii è la macchia bianca cerchiata di nero sotto gli occhi.

Qui una livrea bruno arancio. L’unico punto stabile in tutte le versioni maschili è la macchia bianca cerchiata di nero sotto gli occhi © Mickey Charteris

Morfofisiologia

Senza scaglie e linea laterale, Stathmonotus hemphillii raggiunge al massimo i 5 cm di lunghezza.

La testa, corta e smussata, non ha cirri ma una grande bocca obliqua con minuscoli denti presenti anche sulla parte anteriore del palato.

La pinna dorsale è composta da 45-55 raggi spinosi, tutti uguali, mentre l’anale reca 2 raggi spinosi e 23-29 molli; le minuscole pinne pettorali hanno 4-5 raggi inermi; le pelviche, inserite prima delle pettorali, 1 spina non visibile esternamente e 2-3 raggi molli; la caudale, più o meno troncata, appare talora leggermente unita alla dorsale e alla ventrale.

Questa infine è la livrea bianca dei maschi di Stathmonotus hemphillii. Da notare anche l’uniformità della lunga pinna dorsale che, come l'anale, si fonde per un breve tratto alla caudale.

Questa infine è la livrea bianca dei maschi. Da notare anche l’uniformità della lunga pinna dorsale che, come l’anale, si fonde per un breve tratto alla caudale © Allison & Carlos Estape

La livrea mimetica è dimorfica. I maschi possono infatti presentarsi in vari modi con livrea scura o chiara.

Nel primo caso il colore di fondo va dal rosso, talora aranciato o tendente al marrone, fino al nero. Vi è comunque sempre una macchia bianca con bordi scuri sulla guancia. I bordi delle pinne sono bianchi, e si notano spesso delle ramificazioni a V bianche sulla pinna dorsale e l’anale. Nel secondo caso la parte colorata si limita alle guance con un reticolo di macchiette chiare, ed a sottili fasce dello stesso colore intorno agli occhi e sul capo, dove troneggia una macchia bianca.

Le femmine sono invece sempre interamente bianche con 4-6 linee scure generalmente sotto l’occhio, ma talora sopra.

I maschi con la livrea bianca si distinguono dalle femmine per il disegno reticolato sulle guance, accanto alla caratteristica macchia bianca cerchiata di nero sotto agli occhi.

I maschi con la livrea bianca si distinguono dalle femmine per il disegno reticolato sulle guance, accanto alla caratteristica macchia bianca cerchiata di nero sotto agli occhi © Allison & Carlos Estape

Etologia-Biologia Riproduttiva

Stathmonotus hemphillii si nutre per lo più di piccoli crostacei.

Non si conoscono le modalità riproduttive, la resilienza e l’andamento delle popolazioni, ma è un pesce che non è legato per la sopravvivenza alla sorte delle barriere coralline, che muoiono per l’aumento della temperatura marina indotto dai mutamenti climatici, e non è nemmeno attaccato, perché troppo piccolo, dal famigerato Pterois volitans che incautamente introdotto nei Caraibi sta decimando molte specie locali.

Nelle femmine di Stathmonotus hemphillii manca inoltre il disegno sul capo fra gli occhi e da questi partono spesso linee scure verso il basso o verso l’alto. La vulnerabilità alla pesca della specie è bassissima e non è attaccato dal vorace Pterois volitans introdotto nei Caraibi, ma si sa poco sul resto e Stathmonotus hemphillii è un pesce ancora avvolto dal mistero.

Nelle femmine manca inoltre il disegno sul capo, fra gli occhi, e da questi partono spesso linee scure verso il basso o verso l’alto. La vulnerabilità alla pesca della specie è bassissima e non è attaccato dal vorace Pterois volitans introdotto nei Caraibi, ma si sa poco sul resto e Stathmonotus hemphillii è un pesce ancora avvolto dal mistero © Sara Abbott

A parte qualche sporadico prelievo per gli acquari domestici, anche l’uomo non lo perseguita. Date le dimensioni e l’ambiente in cui vive, è infatti quasi impossibile che incappi per sbaglio nelle reti, e la vulnerabilità alla pesca, bassissima, segna infatti appena 10 su una scala di 100.

Dal 2007 Stathmonotus hemphillii figura quindi come “LC, Least Concern”, cioè “Minima Preoccupazione”, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.

Sinonimi

Stathmonotus corallicola Beebe & Tee-Van, 1928.

 

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