Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Belize, Guatemala, Honduras, Messico (Chiapas, Oaxaca e Veracruz) e Nicaragua dove cresce sugli alberi delle foreste umide tra 200 e 1400 m di altitudine.
Il genere è dedicato a Philip Henry Stanhope (1781-1855) che fu presidente della London Medico-Botanical Society; il nome specifico è dedicato al collezionista inglese di orchidee Sigismond Rucker (1810-1975).
La Stanhopea ruckeri Lindl. (1843) è una specie epifita con pseudobulbi ovoidi, leggermente compressi lateralmente, solcati, lunghi 4-7 cm e larghi circa 4 cm, portanti un’unica foglia all’apice. Il picciolo è sottile, scanalato, lungo circa 5 cm, la lamina, da ellittica a obovato-ellittica con apice acuto, plicata, è lunga 20-55 cm e larga 8-15 cm.
Infiorescenza laterale racemosa, su un peduncolo ricoperto da guaine membranose, pendente, lunga 20-35 cm, portante 3-10 fiori appariscenti che emanano una leggera fragranza, di 10-14 cm di diametro, con sepali e petali verdastri o bianco crema punteggiati di bruno rossastro e labello bianco crema, tranne la base di colore giallo arancio con macchie rosso bruno; esiste anche una forma interamente bianca.
Sepali oblungo-ovati con apice ottuso o acuto, concavi, lunghi 5-6,5 cm e larghi 2,5-4,5 cm, petali ellittico-lanceolati con apice da acuto ad acuminato e margini ondulato-crespati, lunghi 4,5-5,5 cm e larghi 1,5-2,4 cm. Labello lungo circa 5 cm e largo 3 cm, tripartito, costituito da una corta base saccata, chiamata ipochilo, una parte intermedia, mesochilo, con due protuberanze falcate a forma di corno, appuntite, lunghe 3-3,5 cm, e parte finale, l’epichilo, ovato con apice acuto; la colonna è arcuata, lunga 4-5 cm, provvista di due ali.
Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione alla ripresa vegetativa, con ciascuna sezione provvista di almeno 4-5 pseudobulbi.
Specie di facile coltivazione e rapida crescita, fiorifera, richiede temperature da intermedie a calde e una posizione molto luminosa, anche alcune ore di sole diretto al mattino, una elevata umidità, 65-75%, e una costante ventilazione. Le innaffiature devono essere regolari e abbondanti, ma senza ristagni, durante la fase di crescita, più diradate durante la stasi vegetativa, facendo attenzione a non fare mai asciugare completamente il substrato. Viene solitamente coltivata in canestri sospesi provvisti di larghe aperture, per permettere alle infiorescenze di uscire liberamente, opportunamente foderati per trattenere il substrato, ad esempio con fogli di sfagno compresso o fibra di cocco. Il composto può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) e carbone vegetale o di fibra di cocco di media pezzatura e sfagno. Concimazioni ogni due settimane dalla primavera all’autunno, mensili in inverno, con un prodotto bilanciato idrosolubile, con microelementi, a ¼ di dose di quella indicate sulla confezione. Va lasciata indisturbata fino a quando il substrato non mostra segni di deterioramento per permetterle di accestire e formare grossi cespi dalle vistose fioriture.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Stanhopea inodora Lodd. ex Lindl. (1845); Stanhopea ruckeri var. speciosa Lem. (1854).