Famiglia : Loganiaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria degli U.S.A. (Alabama, Arkansas, Florida, Georgia, Illinois, Indiana, Kentucky, Louisiana, Maryland, Mississippi, Missouri, North Carolina, Ohio, Oklahoma, South Carolina, Tennessee e Texas) dove cresce nelle foreste umide e ai margini di paludi e corsi d’acqua, dal livello del mare fino a circa 350 m di altitudine.
Il genere è dedicato al medico e botanico fiammingo Adriaan van den Spiegel (latinizzato Adrianus Spigelius) (1578-1625) che fu professore di anatomia e chirurgia a Padova; il nome specifico latino fa riferimento ad uno dei luoghi di origine, il Maryland.
Nomi comuni: Carolina pink, Carolina pinkroot, Indian pink, Maryland pink, Maryland pinkroot, pinkroot, star bloom, woodland pinkroot, worm tea (inglese).
La Spigelia marilandica L. (1767) è una specie erbacea rizomatosa perenne, decidua, alta 30-60 cm, che forma nel tempo densi cespi con fusti tetragoni eretti, solitamente non ramificati.
Foglie opposte sessili o subsessili, semplici, da ovate a ovato-lanceolate con apice acuminato e margine intero, lunghe 6-12 cm e larghe 3-6 cm, di colore verde intenso, glabre e lucide superiormente, sparsamente pubescenti, in particolare lungo le venature, inferiormente.
Le infiorescenze, su un peduncolo lungo circa 5 cm, sono racemi spiciformi terminali, unilaterali e ricurvi, lunghi 3-10 cm, con fiori eretti di colore rosso vivo esternamente, giallo chiaro o giallo verdastro internamente.
Calice con 5 lobi lineari-lanceolati di colore verde, lunghi circa 0,6 cm, corolla imbutiforme, lunga 3-4 cm, con 5 lobi ovato-lanceolati con apice acuminato, lunghi circa 1 cm e larghi 0,5 cm, distesi o leggermente ricurvi, 5 stami con antere gialle leggermente prominenti, stilo bianco, prominente per circa 1 cm, e ovario supero biloculare.
I frutti sono capsule biloculari deiscenti, di circa 0,5 cm di lunghezza e 0,8 cm di larghezza, contenenti pochi semi di colore nerastro, angolati per mutua compressione, che vengono lanciati a maturità a distanza della pianta madre. I fiori vengono impollinati dai colibrì, in particolare dal “golarubino” (Archilochus colubris L., 1758).
Si propaga per seme, posto direttamente a dimora appena raccolto all’inizio dell’estate, per talea di punta, prima della fioritura, e facilmente per divisione.
Specie di grande effetto ornamentale in fioritura per i brillanti e contrastanti colori dei fiori prodotti in abbondanza per circa un mese tra fine primavera e inizio estate e sporadicamente nel resto della stagione.
Di facile coltivazione, è utilizzabile per aiuole, bordure e come copri suolo in varie situazioni di esposizione, da luce solare filtrata alla piena ombra, e di clima, dal continentale al subtropicale, sopportando sia le elevate temperature estive che le rigide invernali tipiche degli stati centro-orientali degli U.S.A. Cresce su un’ampia varietà di suoli, anche se preferisce quelli drenanti ricchi di sostanza organica, acidi o neutri, mantenuti pressoché costantemente umidi, ma ben radicata può superare brevi periodi di secco.
Tutte le parti della pianta sono tossiche per la presenza di ossalato di calcio e di diverse altre sostanze, tra cui la spigelina, un alcaloide con un effetto simile a quello della stricnina. In passato le radici venivano utilizzate dai nativi per curare parassitosi intestinali, pratica non più in uso per l’elevata pericolosità in caso di sovradosaggio ed uso prolungato, che possono causare seri disturbi e nei casi più gravi la morte; nella farmacopea ufficiale un vermifugo molto efficace viene ricavato da varie parti della pianta.
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