Sphaeramia nematoptera

Famiglia : Apogonidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

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Una Sphaeramia nematoptera adulta col tipico prolungamento della seconda pinna dorsale © Giuseppe Mazza

Comune in acquario il Pesce cardinale pigiama (Sphaeramia nematoptera Bleeker, 1856) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine Perciformes ed alla famiglia degli Apogonidae, che conta 22 generi ed oltre 200 specie presenti per lo più nei mari tropicali, con qualche eccezione come l’ Apogon imberbis, di casa nel Mediterraneo, o gli appartenenti al genere Glossamia che sono pesci d’acqua dolce.

L’etimologia del genere “sphaeramia” nasce dal greco “sfaira”= sfera, per l’aspetto tondeggiante dell’animale e da “amia” il termine usato dagli antichi Greci per indicare uno squalo, per la prima grande pinna dorsale, che ricorda questi predoni del mare.

Il nome potrebbe derivare anche dall’antico genere Amia, erroneamente usato fino alla metà del XX secolo per i “pesci cardinali”. Si tratterebbe dunque di una “ Amia tondeggiante”.

Il nome della specie “nematoptera” viene sempre dal greco “nema, -atos” = filo e “pteron” = ala, pinna, con riferimento alla seconda pinna dorsale che negli adulti reca un lungo filamento.

Zoogeografia

Vive nelle acque tropicali del Pacifico Occidentale; grosso modo dall’Indonesia, la Nuova Guinea e la Grande Barriera Corallina australiana fino alla Nuova Caledonia, alle isole Fiji e Tonga. Verso nord ha colonizzato la Micronesia, le Filippine e la parte meridionale del Giappone.

Ecologia-Habitat

È un animale per acque tranquille, ricche di madrepore ramificate, come quelle del genere Acropora, con una predilezione per le Porites nigrescens e le Porites cylindrica, dove trascorre nascosto gran parte del giorno. Supera di rado i 15 m di profondità ed i giovani crescono in genere fra le radici delle mangrovie.

La livrea è spendida ed il grande occhio consente una perfetta visione notturna © Giuseppe Mazza

La livrea è spendida ed il grande occhio consente una perfetta visione notturna © Giuseppe Mazza

Morfofisiologia

È un pesce davvero inconfondibile. Il corpo piatto, ovale, può raggiungere i 9 cm, compresa la grande pinna caudale, ma nell’insieme il look è tondeggiante, come indica il nome del genere.

Sul dorso si notano due pinne. La prima, triangolare come quella di uno squalo, reca 6-7 raggi spinosi. La seconda 1 raggio spinoso e 9 raggi molli con un lungo filamento, piegato a gomito quasi fosse rotto. La pinna anale reca 2 raggi spinosi e 9-10 molli, le pettorali, trasparenti, hanno 12-14 raggi inermi e la caudale, con due grandi lobi, è traslucida, leggermente rosata, come la seconda dorsale e l’anale. Caratteristiche sono anche le grandi pinne ventrali: due pale dorate dal bordino rosso orlato di bianco. Anche la parte anteriore del corpo è dorata, con l’occhio enorme, per una buona visione notturna, e l’iride rosso-arancio con due bande chiare. All’altezza della prima pinna dorsale i lati sono attraversati da una zona scura, la “cintura del pigiama” che segue, bianco a pallini, come si usava un tempo. La bocca è enorme rispetto al corpo. Si apre verso basso per ingoiare copepodi, vermetti e piccoli crostacei bentonici.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Durante il giorno il pesce cardinale pigiama vive nascosto fra le madrepore in piccoli branchi ed esce solo al crepuscolo in cerca di cibo. Durante il periodo riproduttivo si formano delle coppie. La fecondazione è esterna, ma poi il maschio raccoglie la masserella d’uova e le tiene in bocca per circa dieci giorni, senza mangiare, fino alla schiusa. Alla nascita le larve misurano appena 3 mm e in acquario, dove la Sphaeramia nematoptera si è riprodotta più volte, questa piccola specie può vivere anche 8 anni.

Grazie alle cure paterne le popolazioni sono in grado di raddoppiare gli effettivi in meno di 15 mesi e l’indice di vulnerabilità è di conseguenza bassissimo: appena 10 su una scala di 100.

Sinonimi

Apogon nematopterus Bleeker, 1856.

 

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