Famiglia : Solenostomidae
Testo © Giuseppe Mazza
Solegnathus spinosissimus (Günther, 1870), volgarmente noto come Drago marino spinoso, Cavalluccio spinoso australiano o Pesce ago fasciato, possiede in effetti caratteristiche che evocano questi animali, specie come il Drago marino comune (Phyllopteryx taeniolatus), il Cavalluccio marino maculato (Hippocampus kuda) o il Pesce ago zebrato (Dunckerocampus dactyliophorus).
Appartengono infatti tutti, non a caso, alla famiglia dei Syngnathidae inserita nell’ordine dei Syngnathiformes con altre 4 famiglie: gli Aulostomidae noti come pesci trombetta, i Centriscidae detti pesci rasoio, i Solenostomidae detti pesci fantasma ed i Fistulariidae che costituiscono i pesci flauto.
Caratteristica comune a tutti questi gruppi sono le mascelle saldate fra loro per formare un tubo, spesso imponente, ad eccezione degli adulti del genere Bulbonaricus che lo perdono, come Bulbonaricus brauni nel loro passaggio dallo stadio larvale a quello adulto.
Il nome generico Solegnathus nasce, con riferimento a questo arnese, dal greco antico “σωλήν” (sōlḗn) canale, tubo e “γνάθος” (gnathos), mascella, per la mascella tubiforme, mentre il termine specifico spinosissimus, spinosissimo in latino, ricorda le innumerevoli spine presenti sul corpo.
Zoogeografia
Solegnathus spinosissimus vive nel Pacifico sudoccidentale ed in particolare dalle acque al largo della Sunshine Coast nel Queensland meridionale, fino allo Stretto di Bass che separa lo stato del Victoria dalla Tasmania. Da Cape Otway raggiunge poi quest’ultima e infine la Nuova Zelanda.
Ecologia-Habitat
Il Drago marino spinoso ha bisogno di temperature relativamente basse, comprese fra 9 e 15,5 °C, e si muove in genere sui fondali detritici, sabbiosi o limosi fra 30 e 230 m di profondità, aggrappato spesso con la coda prensile ad alghe, coralli o spugne, come gli ippocampi, per non essere trascinato via dalle correnti o ancora peggio, come talora accade, finire miseramente sulle spiagge travolto da una tempesta.
Nella parte settentrionale del suo areale vive per lo più in acque profonde, mentre a Sud nuota spesso in acque più basse e in quelle salmastre dell’estuario del Derwent, presso Kingston in Tasmania, si può trovare anche in 2-3 m d’acqua.
Morfofisiologia
Solegnathus spinosissimus raggiunge i 49 cm di lunghezza. Non ha squame, ma è protetto da placche ossee spinose portate da anelli, 24-27 per il tronco e 51-59 per la coda, che formano creste difensive più evidenti nei giovani. Ve ne sono 3 sui lati del corpo e 2 su quelli caudali. La bocca obliqua, all’apice del lungo muso, non ha denti e le sue minuscole prede vengono ingoiate intere.
Caratteristici sono il rivestimento dell’opercolo e la vistosa spina tronca appena sotto la pinna pettorale che lo distingue, insieme a Solegnathus robustus, dagli altri congeneri, mentre differisce da quest’ultimo per il muso più snello, il dorso meno convesso ed il lato ventrale piatto nel primo tratto caudale.
La modesta pinna dorsale, posta in posizione molto arretrata sopra alla microscopica pinna anale, è in pratica l’unico motore del pesce che nuota come può, disordinatamente, con le ondulazioni dei suoi 34-42 raggi inermi. La piccola pinna pettorale, posta accanto al capo con 23-26 raggi molli, serve principalmente a mantenere l’assetto e a cambiare direzione.
Il colore di fondo della livrea è rosso arancio o rosato, talora con sette zone a macchie simmetriche nere sul dorso. I fianchi sono solcati da numerose strette fasce verticali gialle che si trasformano in macchie sulla coda. Punteggiature e piccoli tratti gialli sono presenti anche sul dorso, il capo e il muso. Accanto all’ano vi è spesso una caratteristica macchia rossa.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Ancorato con la sua coda prensile Solegnathus spinosissimus si nutre di zooplancton, soprattutto piccoli crostacei e larve di pesci che afferra al passaggio.
A partire dai 20 cm di lunghezza, ma in genere verso i 30 cm, i maschi sono in grado di riprodursi.
Sotto la prima parte della coda il loro tessuto si fa spugnoso, come per i pesci ago e i draghi, pronto ad accogliere e incubare le 60-200 uova incollate dalla femmina.
Alla schiusa sembra però che i piccoli non siano pelagici e conducano subito vita bentonica.
Come i cavallucci marini, il Drago marino spinoso è ancora oggi richiesto dalla medicina cinese che l’utilizza, ridotto in polvere, per preparati medicinali o afrodisiaci. Incappa purtroppo anche accidentalmente nelle reti a strascico e se oggi, nel 2022, la resilienza è buona con un raddoppio possibile delle popolazioni in 1,4-4,4 anni, l’indice di vulnerabilità alla pesca segna già 39 su una scala di 100.
Nella Lista Rossa Solegnathus spinosissimus è etichettato come “Data Deficient”, non si hanno cioè abbastanza elementi per valutare se è a rischio.
Sinonimi
Solenognathus spinosissimus Günther, 1870; Solenognathus fasciatus Günther, 1880; Solegnathus fasciatus Günther, 1880.