Famiglia : Scombridae
Testo © Giuseppe Mazza
Lo Sgombro (Scomber scombrus Linnaeus, 1758) appartiene alla classe Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes ed alla famiglia degli Scombridae, che conta 15 generi e 54 specie, tropicali o subtropicali, d’acqua marina e salmastra. Si tratta di predatori veloci, talora di grandi dimensioni come il Tonno rosso (Thunnus thynnus), che supera facilmente i 3 m di lunghezza, ma anche di specie con dimensioni modeste, come gli sgombri.
Il genere Scomber ed il termine specifico scombrus sono rispettivamente i nomi comuni in latino “scomber” e in greco “σκόμβρος” (scombros) di questo pesce, scelti non a caso da Linneo per sottolinearne la grande popolarità.
Zoogeografia
Lo Sgombro è presente nell’Atlantico settentrionale, dal Marocco alla Norvegia, e lungo le coste americane dagli Stati Uniti al Canada. Frequente anche nel Mediterraneo e il Mar Nero, è molto pescato nella Manica e il Mar del Nord.
Ecologia-Habitat
È un pesce gregario che nuota senza sosta in grossi branchi fra la superficie ed i 200-250 m di profondità. Non può infatti star fermo, perché privo com’è della vescica natatoria, se non si muovesse andrebbe a fondo. Ovvio quindi che è un ottimo nuotatore, in grado di spostarsi lentamente, a basso consumo energetico, ma anche di raggiungere, quando serve, i 10 km/h.
Durante l’inverno è demersale, vive cioè non lontano dai fondali. In febbraio, quando l’acqua comincia a scaldarsi, risale verso la superficie e diventa pelagico per raggiungere i luoghi idonei alla riproduzione dove ogni anno convergono, fra marzo e luglio, numerosi branchi per le nozze di gruppo.
Morfofisiologia
Scomber scombrus può raggiunge i 60 cm di lunghezza e i 3,4 kg, ma il pescato si aggira in genere sui 30-40 cm. Il corpo è affusolato col capo appuntito e due pinne dorsali ben distanziate. La prima, con 8-14 raggi spinosi eretti in posizione difensiva, ha un apposito alloggiamento per ripiegarsi e non rallentare il nuoto; la seconda, più piccola, reca 11-13 raggi molli. Le pinne pettorali, triangolari, hanno 18-21 raggi inermi e le pelviche, appuntite, 1 raggio spinoso e 5 molli. La pinna caudale è forcuta, come si addice ai pesci dal nuoto veloce, preceduta sul dorso e ventralmente da 5 pinnule piumose.
Non vi è un evidente dimorfismo sessuale. La livrea presenta un caratteristico dorso verdastro con riflessi metallici zebrato da 23-32 tratti trasversali neri sinuosi, mentre il ventre ed i lati sono argentei.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Lo Sgombro si nutre prevalentemente di crostacei pelagici che cattura in nuoto, filtrando l’acqua, a bocca aperta, coi lunghi rastrelli branchiali, ma gli adulti ingoiano anche dei piccoli pesci, in particolare i giovani delle sardine e delle acciughe che incrociano a branchi nel loro girovagare.
I raduni riproduttivi avvengono a 80-120 m di profondità quando l’acqua è a 12-13 °C. L’ovario maturo di una femmina contiene 360.000-450.000 uova e ad ogni deposizione ne rilascia 40.000-50.000. Misurano 1-1,38 mm e contengono una gocciolina oleosa di 0,3-0,4 mm che le porta per galleggiamento verso la superficie mentre vengono fecondate dai numerosi maschi presenti.
Le uova sono pelagiche e schiudono dopo 5 giorni. Le larve si dirigono allora in zone più riparate, verso le coste, dove crescono nutrendosi principalmente di copepodi.
Ad un anno dalla nascita i giovani misurano già 25 cm con un peso di 100 g, ma poi la crescita rallenta e per la maturità sessuale occorre attendere ancora 2 anni, quando raggiungono i 30 cm di lunghezza. Lo Sgombro è un pesce longevo, e se non viene pescato o predato ha una speranza di vita di circa 20 anni. I suoi nemici naturali sono i tonni e i delfini, ma il declino che si verifica in molte zone, come nel Mar del Nord, è legato alla pesca industriale con un fatturato, solo per l’Inghilterra, di quasi 600 milioni di euro.
Mangimi per animali a parte, il consumo dello Scomber scombrus è infatti molto forte. Frequente in cucina anche per il basso costo, è ricco di vitamine ed acidi grassi oméga-3, che riducono i rischi cardiovascolari, rinforzano le difese immunitarie e prevengono artrite ed Alzheimer.
Anche se esistono regolamenti sulla taglia minima del pescato, da 18 a 30 cm secondo le zone, per dare a questo pesce il tempo di crescere e riprodursi, in alcune località la specie mostra oggi, nel 2020, un certo declino. La resilienza è discreta, con un possibile raddoppio delle popolazioni in 1,4-4,4 anni, ma l’indice di vulnerabilità della specie segna già 44 su una scala di 100.
Sinonimi
Scomber glauciscus Pallas, 1814; Scomber vernalis Mitchill, 1815; Scomber vulgaris Fleming, 1828; Scomber vulgaris Wood, 1837; Scomber scriptus Couch, 1863.