Famiglia : Scaridae
Testo © Giuseppe Mazza
Scarus prasiognathos Valenciennes, 1840, noto come Pesce pappagallo guancia verde o come Pesce pappagallo di Singapore per via del sinonimo Scarus singaporensis Bleeker, 1852, è una specie appartenente alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes ed alla variopinta famiglia degli Scaridae che ha ingannato più di un tassonomo.
Questi straordinari pesci trasformisti, che contano oggi una decina di generi ed un centinaio di specie, cambiano infatti sovente aspetto, con femmine che crescendo indossano i colori dei maschi, livree intermedie, livree locali, livree mimetiche e livree notturne, per non parlare dei rapidi mutamenti legati alle emozioni, una sorta di linguaggio che può esprimere rilassatezza, paura, minaccia e proposte matrimoniali.
Il termine generico Scarus nasce dal nome comune usato dai Romani e dai Greci, con Aristotele che parlava di un pesce commestibile ruminante, “σκάρος” (skáros), che rimasticava il cibo nella bocca, oggi tassonomicamente noto come Sparisoma cretense, l’unico pesce pappagallo del Mediterraneo.
Il termine specifico prasiognathos deriva dal greco antico “πράσιος” (λίϑος), verde porro, e “γνάθος” (gnàthos) mascella, con riferimento alle piastre dentarie verdi.
Zoogeografia
Il Pesce pappagallo guancia verde vive nell’Indopacifico tropicale.
A titolo indicativo, partendo verso Est dalle Seychelles, si trova alle isole Chagos, Maldive ed India. Poi alle isole Andamane, Tailandia, Cambogia, Malesia con Singapore, Isole Cocos, Isola di Natale, Indonesia, Timor-Leste, Papua Nuova Guinea e Australia. Più a Nord lo troviamo nelle acque delle Filippine, in Vietnam, Cina, Taiwan, isole Ryukyu e lungo le coste meridionali del Giappone. A Levante, dopo Palau, è frequente in Micronesia, Niue, Tahiti, Polinesia Francese ed Isole Tuamotu.
Ecologia-Habitat
Pesce diurno bentopelagico d’acque basse, Scarus prasiognathos vive in genere fra 1 e 24 m di profondità. Si può trovare isolato, ma nuota spesso in grandi branchi misti di maschi, femmine ed altre specie che si sono associate al gruppo.
Frequenta per lo più ambienti madreporici, dove preleva alla radice i polipi dei coralli ricchi di zooxantelle, le loro microscopiche alghe simbionti. Ingoia questi antozoi col substrato come del resto fa per le alghe incrostanti che crescono sui coralli morti. Il tutto viene poi macinato a lungo dai solidi denti faringei e trasformato in candida sabbia madreporica dopo un lungo percorso intestinale.
Bruca ogni sorta d’alga e le fanerogame che crescono nelle praterie sommerse senza trascurare, se capitano, i piccoli invertebrati che vivono fra le fronde.
Morfofisiologia
I maschi in fase terminale possono raggiungere i 70 cm e mostrano, nell’angolo della bocca, su entrambi i lati, 2 canini in fondo alla piastra dentaria superiore.
La grande pinna dorsale ha 9 raggi spinosi e 10 molli, mentre l’anale, più corta, 3 raggi spinosi e 9 inermi. Con 15 raggi molli le pinne pettorali sono il motore di questi pesci, come del resto accade con i Labridae, una famiglia tanto prossima che basandosi su studi molecolari alcuni vi incorporano anche i pesci pappagallo inserendoli nella sottofamiglia Scarinae.
Le pelviche sono del tutto normali e la pinna caudale, arrotondata a poi tronca nei giovani, è leggermente allungata ai margini nelle femmine e profondamente concava nei maschi terminali.
Questi si presentano sempre più grandi delle femmine perché sono il loro stadio successivo. Scarus prasiognathos è infatti una specie ermafrodita protogina con femmine che, superata una certa taglia, si trasformano in maschi.
Lo stadio giovanile, estremamente mimetico e variabile, è caratterizzato da tratteggi bianchi e neri che lasciano il posto, crescendo, a una livrea più uniforme che tende a quella femminile.
Le femmine sono bruno rossastre, specie sul capo, costellate da macchie e macchioline bianche che possono, secondo l’umore, scomparire in un attimo, cui si aggiungono dei tratti chiari, a mo’ di rughe, sul mento con leggere sfumature bluastre. Il più lungo è all’altezza dell’occhio.
Nella livrea maschile questa specie manifesta il massimo del suo splendore con una colorazione verde o blu verde che stacca col capo rossastro o marrone chiaro giallastro mentre il muso e il mento sono smeraldini, separati da una fascia rossa arancio che colora le labbra e si ritrova con un tratteggio obliquo sulla pinna dorsale, la fascia al centro della ventrale e due vistose strisce prima del margine azzurro smeraldino della caudale allungata sui lati.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Anche se vivono in branco la riproduzione avviene per coppia in superficie e dopo la fecondazione le uova vengono affidate alle onde. Anche le larve sono pelagiche, e le nuove generazioni, trascinate dalle correnti, colonizzano così spesso altri reef.
Il Pesce pappagallo guancia verde è localmente pescato con nasse e reti per il consumo locale.
La resilienza di questa specie è discreta, con un possibile raddoppio delle popolazioni in meno di 15 mesi ed oggi, nel 2021, l’indice di vulnerabilità è relativamente basso, segnando 37 su una scala di 100.
Sinonimi
Scarus chlorodon Jenyns, 1842; Scarus singaporensis Bleeker, 1852; Callyodon singaporensis (Bleeker, 1852); Pseudoscarus singaporensis (Bleeker, 1852); Scarus janthochir Bleeker, 1853; Callyodon janthochir (Bleeker, 1853); Pseudoscarus janthochir (Bleeker, 1853).