Scarus flavipectoralis

Famiglia : Scaridae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Scarus flavipectoralis

Descritto solo di recente, Scarus flavipectoralis vive nel Pacifico centro-occidentale. Qui un maschio, dagli incredibili accostamenti di colore © François Libert

Descritto solo di recente, il Pesce pappagallo pinna gialla ( Scarus flavipectoralis Schultz, 1958 ) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes ed alla famiglia degli Scaridae che conta una decina di generi ed un centinaio di specie.

Il termine generico Scarus designava in latino un pesce commestibile del Mediterraneo, noto anche ai greci come “σκάρος” (skáros), e di cui Aristotele parlava come di un “pesce ruminante” per quel suo continuo masticare il cibo coi denti faringei.

Si trattava dell’attuale Sparisoma cretense, visto che non ci sono altri pesci pappagallo nel Mediterraneo e che a quell’epoca non esistevano specie lessepsiane dato che il Canale di Suez non era ancora stato scavato.

Scarus flavipectoralis

Un tempo era femmina, e crescendo ha cambiato più volte aspetto attraversando varie fasi. Qui in alto abbiamo due livree giovanili e sotto la livrea intermedia che sfocia in quella femminile. Foto in alto a sinistra © Rick Stuart-Smith, Reef Life Survey e a destra © Keoki Stender. In basso a sinistra © François Libert e a destra © Rickard Zerpe

Il termine specifico flavipectoralis ci ricorda invece in latino che le pinne pettorali sono gialle, un dettaglio che passa quasi inosservato soffocato com’è nei maschi dai loro sgargianti colori.

Zoogeografia

Il Pesce pappagallo pinna gialla vive nel Pacifico centro-occidentale.

A titolo indicativo lo troviamo lungo le coste del Vietnam e delle Filippine, alle Isole Palau, in Indonesia, Timor-Leste, Australia, Papua Nuova Guinea, Micronesia ed Isole Marshall, Isole Salomone, Nuova Caledonia e Isole Niue. Di recente è stato scoperto anche a Tonga.

Scarus flavipectoralis

Questa è la fase rosata dei giovani maschi. Da notare la fascia verde che parte dal labbro superiore e attraversa l’opercolo. La manterranno per sempre © François Libert

Ecologia-Habitat

Anche se Scarus flavipectoralis è stato segnalato intorno ai 40 m di profondità, si tratta in genere di un pesce diurno bentopelagico presente in acque basse, per lo più fra 2 e 20 m.

Si può trovare in ambienti madreporici ma anche sui fondali sabbiosi accanto a praterie sommerse o rocce coperte d’alghe. È infatti un pesce vegetariano che si nutre delle alghe incrostanti che infestano il reef senza trascurare quelle più consistenti, le fanerogame, compresi i molluschi ed i crostacei che hanno la sfortuna di trovarsi fra le fronde ed i polipi vivi delle madrepore, ricchi di microscopiche alghe simbionti, che ingoia voracemente insieme al loro substrato.

Scarus flavipectoralis

Qui è scomparso il tratteggio verticale sulle squame, i colori sono più intensi, ma soprattutto è più netta la separazione cromatica che spezza verticalmente il pesce in due © Keoki Stender

Il tutto, come d’uso fra i pesci pappagallo, viene poi macinato a lungo dai solidi denti faringei e lo scarto, dopo un lungo percorso intestinale, è la candida sabbia madreporica che orna le spiagge dei tropici.

Morfofisiologia

Il corpo, compresso lateralmente, è ovaliforme con un rostro, bianco quasi totalmente coperto dalle labbra. I maschi in fase terminale mostrano, nell’angolo della bocca, su entrambi i lati, 2 canini sporgenti in fondo alla piastra dentaria inferiore ed uno su quella superiore.

Vi è una lunga pinna dorsale con 9 raggi spinosi e 10 molli. L’anale, più corta ha 3 raggi spinosi e 9 inermi e le pettorali 14 raggi molli. La pinna caudale, arrotondata a poi tronca nei giovani, è leggermente lunata negli adulti.

Scarus flavipectoralis

In questa versione blu lo stacco mimetico è ancora più netto. Si è intensificata la macchia gialla sul peduncolo caudale © Rickard Zerpe

I maschi sono sempre più grandi delle femmine, dato che Scarus flavipectoralis è una specie ermafrodita protogina con femmine, cioè, che superata una certa taglia si trasformano in maschi. Possono eccezionalmente raggiungere i 40 cm, ma in genere superano di poco i 20 cm.

Dopo la fase intermedia si distinguono facilmente dalle femmine, grigio giallastre col ventre chiaro, per i loro colori sgargianti.

Hanno una fascia verde orizzontale che va da muso alla pinna pettorale, toccando la base dell’occhio, enfatizzata da un sottile bordo scuro seguito da una fascia del colore complementare. La livrea del corpo e poi verticalmente spezzata in due. La parte anteriore può essere molto scura, ma anche arancione o rosata con tratti d’analogo colore sulle pinne e le squame ornate da bande verticali, mentre la seconda metà è chiara tendente al verde smeraldo o al turchese.

Scarus flavipectoralis

Qui il contrasto è al massimo. La macchia gialla intensa, tipica dei maschi anziani, serve come un finto occhio a indirizzare i predatori verso una zona sfuggevole e non vitale © Keoki Stender

Alla base delle pinne pettorali gialle vi è una macchietta nera. Sono traslucide e la parte inferiore dei raggi ha una fascetta blu verdastra. I maschi più anziani recano inoltre una luminosa macchia gialla verso il peduncolo caudale.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Si sa poco sulla vita di questo pesce. Le coppie affidano le uova fecondate alle onde ed anche le larve sono pelagiche. La resilienza è buona, con un possibile raddoppio delle popolazioni in meno di 15 mesi ed oggi, nel 2021, l’indice di vulnerabilità della specie è basso, segnando appena 26 su una scala di 100.

Sinonimi

Scarus ocellatus Valenciennes, 1840.

 

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