Famiglia : Arecaceae
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Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria di Giava e Sumatra dove cresce nel sottobosco delle foreste umide, spesso in aree paludose e lungo le rive di corsi d’acqua, a basse altitudini.
Sia il nome generico che specifico derivano da quello locale malese “salak” o “zalak”.
Nomi comuni: salak palm, snake fruit, snake palm (inglese); keshi sa laka (cinese); salak (Filippine); salak (Indonesia); salacca (italiano); salak (Malaysia); yingan (Myanmar); salaca (spagnolo); salakpalme (tedesco); ragum, rakam (Thailandia).
La Salacca zalacca (Gaertn.) Voss (1895) è una specie dioica, cespitosa, strisciante, acaule o con fusti lunghi fino a 1,5 m, che radicano a contatto del suolo, e apparato radicale superficiale.
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Nativa di Giava e Sumatra, la Salacca zalacca è una specie cespitosa strisciante con piccioli di 2 m, spinosissimi, che ben si prestano a creare barriere impenetrabili. È ampiamente coltivata nel Sud-Est asiatico, con varietà orticole, anche per i gustosi frutti piriformi, lunghi 5-8 cm, dalla polpa croccante © Giuseppe Mazza
Infiorescenze ramificate tra le foglie, quelle maschili, lunghe 50-90 cm, con fiori in coppia con corolla tubolare rossastra e 6 stami, quelle femminili, lunghe 20-30 cm con 15-40 fiori in coppia dalla corolla tubolare giallo verdastra esternamente, rossa internamente, con 6 staminoidi e stilo rosso tripartito.
Frutto ovoide o piriforme con apice assottigliato, di 5-8 cm di lunghezza e 5 cm di diametro, ricoperto da scaglie imbricate con apice appuntito di colore bruno rossastro, che ricordano la pelle di serpente, con all’interno 1-3 spicchi, di solito diseguali, costituiti da una polpa edule ricoperta da una sottile membrana (non edule), contenenti generalmente ognuno un grosso seme trigono di colore bruno scuro, lungo 2-3 cm e spesso 1,5-2,5 cm.
Si riproduce generalmente per seme, che tolto dal frutto ha una durata di germinabilità inferiore a 2 settimane, direttamente a dimora o in vivaio, in terriccio organico perfettamente drenante mantenuto umido alla temperatura di 26-28 °C, con tempi di germinazione di alcuni giorni, se appena tolto dal frutto, e prima fioritura dopo 3-4 anni. Per mantenere le caratteristiche di una data varietà si ricorre alla divisione, alla micropropagazione e ai polloni che nascono alla base della pianta, anche se con percentuali di successo piuttosto bassi. Da seme il numero di piante maschili è leggermente superiore a quelle femminili, ma per una abbondante fruttificazione basta intercalarne un numero compreso tra il 5 e il 20% .
Specie, con le sue varietà orticole, ampiamente coltivata nelle regioni caldo-umide del sud-est asiatico per i suoi frutti, commercializzati localmente e in parte esportati, dalla polpa croccante e dolce, se perfettamente maturi, di colore da bianco giallastro a bruno, consumati freschi o utilizzati per confetture, canditi, succhi o sciroppati; i frutti immaturi, dal sapore acidulo e astringente, sono anche utilizzati per insalate. Richiede una parziale ombreggiatura nei primi stadi di crescita, poi anche pieno sole, elevate temperature, di norma superiori a 20 °C e comunque mai inferiori a 10 °C, e piovosità annua superiore a 1800 mm, ben distribuita, altrimenti va abbondantemente irrigata, e terreni leggeri, drenanti, ricchi di sostanza organica, da leggermente acidi a neutri, in queste condizioni fiorisce e fruttifica pressoché con continuità. Per le robuste spine viene a volte utilizzata per creare barriere impenetrabili.
Sinonimi: Calamus zalacca Gaertn. (1791); Salacca edulis Reinw. (1825); Salacca rumphii Wall. (1831); Salacca blumeana Mart. (1838); Calamus salakka Willd. ex Steud. (1840); Salacca edulis var. amboinensis Becc. (1918); Salacca zalacca var. amboinensis (Becc.) Mogea (1982).
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