Famiglia : Arecaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria di Bermuda dove vive in aree aperte sia umide che semiaride.
L’etimologia del genere è ignota, non essendo stata specificata dall’autore, il botanico francese Michel Adanson (1727-1806); il nome specifico latino fa riferimento al luogo di origine. Nomi comuni: Bermuda palm, Bermuda palmetto, bibby-tree (inglese).
La Sabal bermudana L.H.Bailey (1934) è una specie inerme, monoica, con fusto solitario, di 5-7 m di altezza e 25-35 cm di diametro, ricoperto nella parte più giovane dai residui delle basi fogliari che formano un tipico intreccio incrociato, rugoso e con le tracce anulari ravvicinate delle foglie cadute nella parte più vecchia.
Le foglie sono fortemente costapalmate, filamentose, divise in 80-90 segmenti rigidi, lunghi 1-1,4 m, uniti alla base per circa metà della loro lunghezza, a loro volta bifidi all’apice, di colore verde intenso a volte con sfumature bluastre.
Picciolo lungo 1-1,8 m e hastula (appendice posta nel punto di inserzione della lamina fogliare col picciolo) triangolare con apice acuminato lunga 10-18 cm.
Infiorescenze arcuate tra le foglie, più corte del picciolo, con 3 ordini di ramificazioni e minuscoli fiori bianchi fragranti con calice tubolare trilobato, corolla tubolare trilobata, 6 stami, ovario e stimma trilobati.
Frutti piriformi, di 1,4-1,8 cm di diametro, di colore bruno nerastro a maturità contenenti un solo seme globoso, schiacciato o concavo, di 0.8-1,3 cm di diametro.
Si riproduce per seme, preventivamente tenuto in acqua per 3 giorni, in terriccio drenante mantenuto umido alla temperatura di 24-28 °C, con tempi di germinazione di 1-3 mesi.
Fra le più ornamentali del genere, per le grandi foglie fortemente arcuate, ma di crescita estremamente lenta, si è rivelata adattabile ad un’ampia varietà di climi, dal tropicale al temperato, dove da adulta può resistere a temperature fino a circa -9 °C, e di suoli, da leggermente acidi a leggermente alcalini, da sabbiosi e drenanti a argillosi e compatti.
Richiede preferibilmente il pieno sole, ma si adatta anche ad una parziale ombreggiatura, resiste alla salsedine e a brevi periodi di secco, anche se trae vantaggio, nei primi anni di impianto, da regolari innaffiature nei climi caratterizzati da lunghe estati calde e secche.
In passato le foglie sono state utilizzate come copertura delle abitazioni e per fabbricare stuoie, corde, cappelli ed altri oggetti artigianali di uso comune; una bevanda alcolica, “bibby”, veniva ricavata facendo fermentare la linfa zuccherina raccolta praticando un taglio sotto l’apice vegetativo. I frutti, dalla polpa dolce, sono eduli e rappresentano una importante fonte di cibo per la fauna locale.
Per la progressiva riduzione del suo habitat, l’eccessiva frammentazione e il numero limitato di individui la specie è stata inserita nella lista rossa della IUCN (International Union for the Conservation of Nature) come “Endangered” (ad alto rischio di estinzione in natura).
Sinonimi: Sabal blackburnia Glazebr. (1829); Sabal umbraculifera Mart. (1838); Sabal princeps Verschaff. (1861); Sabal princeps Becc. (1908); Sabal beccariana L.H.Bailey (1940); Inodes princeps (Becc.) Cif. & Giacom. (1950).