Famiglia : Rosaceae
Classificazione : specie
Testo © Prof.sa Franca Bessi
Una descrizione botanica di Rosa glauca, nonostante il necessario uso di aggettivi qualificativi, non riesce a delineare una rosa che ha come epiteto specifico glauca e quelli di rubrifolia, ferruginea, rubicunda e livida nei sinonimi. Questa rosa ha il fascino del peculiare per come si presenta e non per un singolo aspetto morfologico anche se, e tuttavia, ogni sua caratteristica sarebbe di per sé stessa apprezzabile.
Nella coltre delle foglie dai colori inusuali, i piccoli fiori dalla breve durata appaiono spalancati e quasi sorretti dai lunghi sepali che saettano oltre il margine dei petali. Una rosa non facile da riassumere in fotografia né da riprodurre in pittura. La morbidezza dell’acquarello nel ritratto di uno stelo fiorale, infatti, non può raccontare la generale e apparente spenta intensità dei colori in contrasto con la vividezza delle tinte dei singoli organi, l’aggressività delle piccole corolle e la folta tessitura del fogliame cangiante dal verde glauco all’amaranto. Sono più veritiere le raffigurazioni delle iconografie botaniche dove sono evidenziati o i particolari o l’immagine generale di un fusto: felici quelle utilizzate da Adriano Fiori (1865 – 1950) in Iconographia florae italicae e da Nikolaus Joseph Freiherr von Jacquin (1727 – 1817) in Fragmenta botanica, figuris coloratis illustrata.
La prima descrizione accettata di Rosa glauca è quella fornita dall’abate Pierre André Pourret, (1754-1818) in Histoire et Mémoires de l’Academie Royale des Sciences, Inscriptions et Belles Lettres de Toulouse (3: 326, 1788) ed è molto sintetica. Questa rosa viene caratterizzata dal calice ispido, dai peduncoli spinulosi, dal fusto e dai piccioli provvisti di aculei e da foglie composte da 5-7 [sul ramo fiorifero e 9 sui fusti] foglioline ovato-lanceolate glauche.
Il testo riporta anche il consiglio di guardarsi bene da confondere questa specie con la Rosa alba L.; ma niente è più lontano tra loro del portamento dei due taxa e della forma delle loro foglie glauche.
Adriano Fiori, identificandola primariamente in Rosa rubrifolia Vill. e poi in Rosa glauca Pourr., enuncia maggiori dettagli nel descriverla. Riporta, tra l’altro, che i sepali sono stretti, terminano in una lunga punta affilata, sono più lunghi dei petali di un vivace color roseo [fucsia], si raddrizzano dopo l’antesi e sono persistenti fino alla maturità del ricettacolo piccolo e globuloso. Sugli aculei riferisce che sono assai gracili e adunchi.
Gli architetti del paesaggio forniscono informazioni dettagliate sull’aspetto di questo arbusto rustico, alto da 1 a 3 m e che fiorisce da giugno ad agosto, perché viene ben impiegato nei giardini essendo decorativo per il fogliame e le piccole corolle seducenti
I bocci hanno il calice tondeggiante e sono superati dai sepali che da appressati si aprono dritti in un ciuffo. Il fiore è inodoro, con stili liberi e con una corona di antere gialle generalmente chiare come gli stigmi; le corolle hanno i petali bicolori con centro bianco e sono portate in corimbi da peduncoli e pedicelli bruno porpora, raramente ispido-glandulosi. Le brattee lanceolate e acute possono essere larghe ed eguagliare o superare in lunghezza i pedicelli; le bratteole sono nettamente più piccole.
I cinorrodi mantengono a maturità la forma subglobosa degli ipanzi, virano nel colore da verde viola e color prugna a un rosso ceralacca luminoso e perdono i sepali. A questo punto i corimbi hanno l’aspetto di mazzetti di piccole sfere lucenti e assieme ai fusti bruno rossastri rendono la pianta ornamentale anche in inverno.
Rosa glauca, sebbene abbia un areale esteso che va dall’Europa centrale e meridionale alla Russia europea e cresca tra i 400 e i 2000 m di altitudine, non è una rosa diffusa, ma è abbastanza ubiquitaria (pendii sassosi, limitare di prati, margini dei boschi e anche luoghi molto umidi). Si ritrova isolata o in gruppo e tollera l’irraggiamento e una parziale ombreggiatura, il che fa di lei una pianta preziosa per gli architetti paesaggisti.
In pieno sole presenta fiori dalle tonalità più vivide e se un po’ riparata mostra un miglior colore del fogliame (glauco, azzurro verdognolo o grigio azzurro, a volte rosseggiante). Indicata da Gertrude Jekyll (1843-1932) in Roses for English Gardens come una rosa ben distinta dalle altre per il fogliame che è sfumato di una tonalità di rosso-violaceo, viene utilizzata nei mixed border, nelle siepi informali e come cespuglio unico. È stata sistemata come pianta di quinta nei Giardini di Castel Trauttsmandorff a Merano (IT) ed è stata arrangiata a mo’ di gala trinata su un cipresso nel parco di Iford Manor (UK) ideato dal progettista edoardiano Sir Harold Ainsworth Peto (1854 – 1933).
Rosa glauca ha nove sinonimi di cui i più usati sono nell’ordine Rosa ferruginea Vill., Rosa rubrifolia Vill. e Rosa livida Host ed è comunemente detta Rosa Paonazza in italiano, Red-leaved Dog-rose in inglese e Rosier glauque in francese.
→ Storia della Rosa : dalle Rose Botaniche verso una rosa perfetta.