Famiglia : Reduviidae
Testo © Prof. Santi Longo
Nota come Cimice assassina, Rhynocoris iracundus (Poda,1761) è una delle 7000 specie, generalmente predatrici, della famiglia Reduviidae.
Il corpo slanciato e depresso di questi insetti, dai colori poco appariscenti o con tonalità rosse, è lungo 2-4 cm.
Il capo è relativamente piccolo con lunghe antenne di quattro articoli e grandi occhi composti. Il labbro inferiore, o rostro, è breve e robusto, composto da tre articoli.
Il primo segmento del torace è sviluppato e presenta inferiormente (prosterno) un’area zigrinata sulla quale viene strofinata la parte distale del rostro.
Le ali in alcune specie sono ridotte o assenti. Le zampe anteriori hanno funzione raptatoria; le medie e le posteriori sono ambulatorie.
La parte dorsale dei segmenti dell’addome (paratergite) è espansa. Sporge lateralmente dalle ali ed è talora decorata da bande trasversali in un vivace contrasto di colori.
Le punture di alcune specie dell’America centrale, trasmettono all’uomo la malattia di Chagas, o tripanosomasi americana, una parassitosi causata dal zooflagellato Tripanosoma cruzi che può manifestarsi con insufficienza cardiaca, dilatazione dell’esofago o del colon.
Descritta da Poda come Cimex iracundus è stata trasferita al genere Rhynocoris, creato da Hahn nel 1834, che include oltre 120 specie predatrici di insetti. Il nome del nuovo genere nasce da “μυκτήρ” (rhyno) naso e di “κόρις” (coris) cimice, con riferimento al rostro pungente di queste cimici, mentre il termine specifico iracundus, irascibile, irritabile in latino, si riferisce all’atteggiamento minaccioso assunto rumorosamente da questi insetti quando vengono disturbati.
Zoogeografia
Rhynocoris iracundus è segnalato in tutta Europa e Medio Oriente.
Ecologia-Habitat
È frequente in vari agroecosistemi e in ambienti antropizzati su numerose piante erbacee, arbustive e arboree, dove preda ragni insetti utili o nocivi alle piante spontanee e coltivate.
Le prede più frequenti, di facile cattura, sono le larve dei Lepidotteri.
Vengono afferrate con le zampe raptatorie e consumate sul posto come accade per i numerosi Coleotteri, Imenotteri, Apoidei ed altri insetti frequenti sui fiori.
Il tegumento delle vittime viene forato dal robusto labbro inferiore fornito di stiletti che iniettano una saliva ricca d’enzimi digestivi che permettono poi alla Cimice assassina di risucchiare tranquillamente, liquefatti, i tessuti della preda.
Morfofisiologia
Le femmine, lunghe in media 15 mm e larghe circa 6 mm, sono più grandi dei maschi.
Il capo è relativamente piccolo con il labbro inferiore, detto rostro, indurito e atto a pungere. Dei tre articoli che lo formano il primo e la base del secondo sono rossi.
Gli individui manifestano il loro grado d’agitazione sfregando l’apice del rostro lungo una scanalatura posta sotto il capo che produce un suono d’avvertimento.
Le antenne sono nere mediamente lunghe. Gli occhi composti sono grandi.
La prima parte dorsale del torace, detta pronoto, presenta anteriormente una fascia trasversale nera su fondo rosso che si prolunga lungo i bordi. La parte mediana e sublaterale del secondo e terzo segmento del torace, hanno macchie nere.
Le zampe sono lunghe, ugualmente rosse con fasce nere.
Le ali anteriori, dette emielitre sono parzialmente sclerificate, con la prima parte, il corio rosso, seguita dal clavo e da una membrana di colore scuro. Le posteriori sono ugualmente membranacee e fumose.
L’uovo, marrone testaceo, ha forma ovale allungata più ristretta al polo superiore dove è presente una sorta di tappo spugnoso di colore biancastro.
Le uova vengono deposte in piccoli gruppi che la femmina incolla sulla pagina superiore delle foglie.
Le neanidi appena nate sono giallastre, mentre quelle di seconda età hanno il capo e il torace di colore rosso aranciato con l’addome pigmentato di nero.
Le ninfe, dotate di abbozzi alari, presentano la colorazione rosso arancio degli adulti con macchie nere.
Etologia-Biologia Riproduttiva
La specie passa l’inverno allo stato adulto in vari ripari.
In primavera, con l’innalzarsi delle temperature i sopravvissuti si trasferiscono sulle piante, di preferenza in fiore, e iniziano la loro attività predatoria.
A partire da giugno, maturate le gonadi, i maschi vanno alla ricerca di compagne.
Il corteggiamento inizia salendo sul dorso delle femmine dove rimangono per qualche tempo. Poi, se queste sono disponibili, avviene l’accoppiamento. Dopo qualche giorno, la femmina depone da 50 a 60 uova in gruppi compatti.
La schiusa avviene quasi contemporaneamente dopo una settimana circa.
Gli stadi giovanili rimangono per breve tempo insieme nei pressi dei gusci (corion) vuoti. Poi si disperdono sulla vegetazione alla ricerca di prede che inizialmente sono di piccole dimensioni (afidi, tisanotteri, cicaline) e poi via via più grandi.
Lo sviluppo si completa nel corso dell’estate e dell’autunno. Prima dell’inverno, dopo un breve periodo di attività, i nuovi adulti vanno alla ricerca di ripari per trascorrere la stagione fredda.
Accidentalmente, e solo se molestata, la Cimice assassina, può anche pungere la pelle umana causando un dolore intenso e un eritema cutaneo che si risolve in poche ore. Non trasmette tuttavia la terribile malattia delle specie americane.
Nonostante lo stridio di minaccia e la colorazione aposomatica, che ricorda con l’inconfondibile disegno rosso e nero la presenza del rostro perforante, Rhynocoris iracundus è attivamente predato da ragni di grandi dimensioni, mantidi, roditori e uccelli.
Sinonimi
Cimex iracundus Poda, 1761, Rhynocoris cruentus Fabricius,1787.
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