Rhopaloblaste ceramica

Famiglia : Arecaceae


Testo © Alessandro Marini

 

Rhopaloblaste ceramica

Nativa delle Molucche e Nuova Guinea, Rhopaloblaste ceramica raggiunge i 35 m d’altezza. Foglie eleganti ma non sopporta a lungo, in coltura, temperature inferiori a 10 °C © Giuseppe Mazza

Rhopaloblaste ceramica (Miq.) Burrett è originaria delle isole Molucche e della regione nordoccidentale della Nuova Guinea. Il suo areale si estende dai boschi di pianura alle foreste pluviali primarie montane, da 35 a 900 m s.l.m. Nella foresta pluviale secondaria si può trovare su terreni vulcanici, sciolti, porosi, ma anche sui terreni argillosi profondi delle piane alluvionali.

Il nome del genere Rhopaloblaste deriva dalla combinazione dei vocaboli greci “ῥόπᾰλον” (rhópalon) mazza, clava e da “βλαστός” (blastós) germoglio, embrione, e fa riferimento alla forma degli embrioni. Il nome della specie ceramica indica la provenienza dall’isola di Ceram, Molucche, dove fu inizialmente scoperta.

Nomi comuni: Majestic Palm, Ceramic palm (inglese), Ahad, Henahena, Ogulubenge (indonesiano).

Rhopaloblaste ceramica è una grande palma dioica monocaule con fusto grigio alto fino a 35 m e largo fino a 35 cm, che arriva a superare in altezza gli alberi della foresta pluviale.  Il fusto è ruvido, segnato dagli anelli bruni delle cicatrici delle foglie cadute, distanti tra loro 12-14 cm.

Rhopaloblaste ceramica

L’apice vegetativo è commestibile. Il fusto è localmente usato per la punta delle frecce e assi per pavimenti © Giuseppe Mazza

La corona fogliare è composta da 15-17 grandi foglie pennate pendenti portate da corti piccioli.

Il rachide fogliare è lungo da 3 a 4 m ed è coperto, soprattutto inferiormente, da abbondante pruina marrone scura. Le pinnule sono regolarmente disposte sul rachide, da 110 a 120 per lato, distanti tra loro circa 3 cm, lunghe fino a 115 cm e larghe 2,5 cm. Presentano forma lineare con apice bifido e pendono tutte verso il basso, sullo stesso piano. La lamina superiore è verde scuro, con piccole squame marroni sulla venatura centrale, mentre quella inferiore è verde opaco, con tomento marrone diffuso.

I piccioli sono lunghi fino a 3,5 cm e terminano in una guaina biancastra che avvolge il tronco, lunga fino a 1,5 m e larga fino a 40 cm, parzialmente coperta da tomento bruno.

La grande infiorescenza è racchiusa inizialmente da una spata grigia ruvida decidua che emerge in corrispondenza degli anelli sul fusto, sotto le guaine fogliari.

Dopo l’apertura l’infiorescenza cresce fino a 130 cm in lunghezza e fino a 150 cm in larghezza, su un robusto peduncolo lungo 8-10 cm e largo 10 cm.

L’infiorescenza ha forma complessa, ramificata su 3 ordini, con rachille robuste, orientate in diverse direzioni, lunghe fino a 75 cm e larghe fino a 7 cm. I fiori sono affossati in piccoli pozzi, disposti in triadi formate da un fiore femminile e due maschili.

Il frutto è lungo 3,5 cm e largo 1,8 cm, di forma ellissoidale e asimmetrica, giallo quando immaturo e poi rosso a maturità, con mesocarpo fibroso. Il seme è lungo 3 cm e largo 1,6 cm, marrone scuro.

Si riproduce per seme, tenuto in acqua per 5 giorni e poi interrato in composto sabbioso e umido, ben drenato, a temperatura costante superiore a 26 °C.

Rhopaloblaste ceramica è la più grande di tutte le specie del genere e può essere distinta dalla più conosciuta Rhopaloblaste augusta per i grandi frutti asimmetrici e l’infiorescenza ramificata su tre ordini con rachille molto robuste.

È considerata una tra le palme più belle per il portamento elegante della grande chioma di foglie pendenti sul fusto alto e sottile. Non è però ancora molto diffusa nei parchi e giardini al di fuori del sud est asiatico, nonostante non presenti particolari difficoltà di coltivazione.

Può essere coltivata solo nei climi tropicali e subtropicali caldi perché non è in grado di sopportare a lungo temperature inferiori a 10 °C. Gli esemplari giovani prediligono le posizioni ombrose, riparate dai venti, ma quelli adulti crescono bene al sole diretto. Non è particolarmente esigente sul tipo di terreno usato per la coltivazione, ma preferisce che sia mantenuto umido e ben drenato.

L’apice vegetativo della palma è commestibile. Il fusto viene utilizzato dalle popolazioni indigene per costruire le punte delle frecce e per fabbricare le assi dei pavimenti delle case.

Sinonimi: Cyrtostachys ceramica (Miq.) H.Wendl.; Rhopaloblaste dyscrita H.E.Moore; Rhopaloblaste hexandra Scheff.; Rhopaloblaste micrantha Burret.

 

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