Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Colombia dove vive sugli alberi della foresta umida intorno 2000-2200 m di altitudine.
Il genere è dedicato al naturalista e uomo politico colombiano José Manuel Restrepo Veléz (1781-1863); il nome specifico è l’aggettivo latino “limbatus, a, um” = orlato, con riferimento ai fiori.
La Restrepia limbata Luer & R. Escobar (1982) è una specie epifita cespitosa con rizoma strisciante e fusti unifogliati sottili, eretti, lunghi 5-8 cm, ricoperti per tutta la loro lunghezza da guaine imbricate.
Foglie erette ovato-ellittiche con apice acuto, lunghe 4-6 cm e larghe 1,5-2 cm, coriacee, di colore verde scuro superiormente, con sfumature violacee inferiormente.
Le infiorescenze, su un sottile peduncolo lungo circa 3 cm, nascono dal retro della base della foglia, vengono prodotte in successione per un lungo periodo di tempo e portano un singolo fiore. Sepalo dorsale lineare-lanceolato, assottigliato, terminante con un minuscolo ingrossamento simile ad una goccia, lungo circa 2,5 cm e largo 0,3 cm, di colore biancastro con striature longitudinali rosso porpora, sepali laterali oblungo-ellittici fusi fino quasi all’apice a formare quasi un unico sepalo (sinsepalo), di 2,2-2,5 cm di lunghezza e 0,9-1 cm di larghezza, di colore biancastro con striature longitudinali rosso porpora.
Petali filiformi con un minuscolo ingrossamento all’apice simile ad una goccia, lunghi circa 1,5 cm, biancastri con sottile striatura porpora alla base, labello trilobato, lungo circa 1 cm e largo 0,3 cm, con lobi laterali corti e sottili e lobo mediano oblungo con apice leggermente bilobulato, carnoso, verrucoso, di colore porpora. Colonna sottile, arcuata, dilatata verso l’apice, lunga circa 0,4 cm.
Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione, con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 fusti, e tramite le giovani piante che a volte produce alla base delle foglie (in gergo “keiki”, che in hawaiano significa “figli”), che possono essere rimosse quando hanno formato un buon apparato radicale; giovani piante possono essere ottenute anche da una porzione di fusto con foglia inserito in sfagno mantenuto umido, dopo qualche mese alla base della foglia si produrrà una nuova pianta.
Specie dalla fioritura pressoché continua che forma velocemente densi cespi, poco diffusa nonostante le sue caratteristiche ornamentali e la facilità di coltivazione. Richiede una posizione parzialmente ombreggiata, temperature intermedie con minime notturne invernali non inferiori a 12 °C, elevata umidità, 70-80 %, e costante ventilazione. Può essere montata su pezzi di tronchi, corteccia o zattere di varia natura, foderati di sfagno per mantenere l’umidità alle radici, oppure coltivata in vaso con un composto che può essere costituito da frammenti di corteccia (bark) di fine pezzatura e di carbone con aggiunta di sfagno. Le innaffiature devono essere regolari, non avendo un preciso periodo di riposo, solo leggermente diradate in inverno, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato, utilizzando acqua piovana, da osmosi inversa o demineralizzata.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).