Famiglia : Asteraceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Belize, Colombia, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Guyana, Honduras, Messico (Tamaulipas e Veracruz), Nicaragua, Panama, Suriname e Venezuela, dove cresce nelle foreste semidecidue fino a circa 2000 m di altitudine.
Il nome del genere è la combinazione del prefisso greco “ψευδο-“ = falso e del genere Gynoxys; il nome specifico è la combinazione del nome del genere Chenopodium e del suffisso greco “-οειδής” (-oeidés), da “εἶδος“ (êidos) = forma, aspetto, quindi simile al genere Chenopodium.
Nomi comuni: orange glow vine, orange-flowered senecio, mexican flamevine (inglese); senecio orange, marguerite orange (francese); flama-do-méxico, jalisco, senécio-confuso, trepadeira-mexicana (portoghese – Brasile); margarita mejicana, orgullo de Mayagüez, San Rafael (spagnolo); Mexikanischer Flammenwein (tedesco).
Lo Pseudogynoxys chenopodioides (Kunth) Cabrera (1952) è un rampicante perenne sempreverde con fusti volubili legnosi alla base, lunghi fino a 4-6 m, con foglie, su piccioli lunghi 1-3 cm, alterne, semplici, ovato-lanceolate con apice appuntito e margini dentati, serrati o interi, a volte cordate alla base, spesse, lunghe 3-12 cm e larghe 1-7 cm, di colore verde intenso lucido. I fiori, di 2,5-4 cm di diametro su un peduncolo lungo 3-9 cm, solitari o riuniti in pannocchie nella parte terminale dei fusti, sono i tipici capolini delle Asteraceae costituiti da una moltitudine di fiori sessili inseriti su una base tondeggiante, il ricettacolo, circondata da un involucro formato da numerose brattee lineari lanceolate con apice appuntito. I fiori dell’anello esterno, detti fiori del raggio, da 15 a 24, hanno la corolla lineare, tridentata all’apice, lunga 1-2 cm e larga 0,6 cm, costituita da 5 petali fusi insieme di colore da arancio intenso a rossastro.
I fiori del raggio sono femminili ed hanno anche la funzione di attrarre l’attenzione dell’impollinatore, come i petali di un singolo fiore. All’interno dell’anello si trovano i fiori bisessuali, detti fiori del disco, lunghi circa 1 cm, con corolla tubolare a 5 corti lobi, di colore giallo tendente col tempo all’arancio e al rosso. I frutti sono acheni (o più correttamente cipsele) pressoché cilindrici, ispidi, lunghi 0,4 cm, sormontati dal pappo, il calice modificato del fiore costituito da setole bianche, lunghe circa 0,8 cm, che ha la funzione di favorirne la dispersione tramite il vento. Si riproduce per seme posto superficialmente su terriccio sabbioso mantenuto umido, in posto luminoso, alla temperatura di 20-22 °C, e facilmente per talea e propaggine.
Specie vigorosa e di facile coltivazione dalla spettacolare fioritura coltivabile in pieno sole nelle regioni a clima tropicale, subtropicale e marginalmente temperato caldo, dove può resistere a temperature di qualche grado inferiori a 0 °C con perdita della parte aerea, ma ricrescendo velocemente dalle radici in primavera, utile in queste situazioni una buona pacciamatura. Non è particolarmente esigente riguardo al suolo, anche povero, da leggermente acido a leggermente alcalino, mantenuto umido nella fase iniziale di crescita, poi, ben radicata, ha una buona tolleranza al secco, presenta inoltre una discreta resistenza ai venti e alla salsedine; di notevole effetto ornamentale fatta arrampicare su inferriate, recinzioni, pergolati o utilizzata come copri suolo.
Presenta l’inconveniente di mantenere a lungo le foglie secche sulla pianta, che può essere attenuato con opportune potature, dopo la fioritura, che contribuiscono anche a mantenere un portamento più compatto. Nei climi freddi, grazie alla rapida crescita, può essere trattata come annuale, seminando in primavera con fioritura nella tarda estate, o coltivata in vaso, per potere essere riparata in ambiente particolarmente luminoso, utilizzando un terriccio ricco con aggiunta di sabbia grossolana o agriperlite per un 30 %, con valori minimi notturni di temperatura preferibilmente non inferiori a 10 °C. Le innaffiature devono essere regolari e abbondanti in estate, diradate in inverno, ma senza mai fare asciugare completamente il substrato.
Tutte le parti della pianta sono tossiche per ingestione, può causare dermatiti da contatto nei soggetti più sensibili.
Sinonimi: Senecio chenopodioides Kunth (1820); Gynoxys berlandieri DC. (1838); Gynoxys berlandieri var. cordifolia DC. (1838); Gynoxys berlandieri var. cuneata DC. (1838); Senecio confusus Britten (1898).
→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle ASTERACEAE cliccare qui.