Famiglia : Hymenopodidae
Testo © Prof. Santi Longo
La Mantide spinosa dei fiori (Pseudocreobotra wahlbergii Stål, 1871) è una specie appartenente all’ordine Mantodea, la cui appariscente livrea, ricorda quella di specie asiatiche del genere Creobroter Westwood, 1889.
L’ordine è ritenuto affine ai Blattaria e Isoptera con i quali condivide l’asimmetria dell’apparato riproduttore maschile e la riduzione dell’ovopositore. Tale sottoinsieme di insetti Polineotteri, dotati di numerose nervature nelle ali, e di Orthopterida con ali dritte, viene indicato come Dictyoptera. poiché le ali presentano un reticolo di nervature alari secondarie che ricorda le reti da pesca dal greco antico “δίκτυον” (dictyo), cioè rete.
Il termine Mantodea, col significato di profeta, fa riferimento all’atteggiamento che gli individui assumono in riposo, quando ripiegano le robuste zampe anteriori raptatorie in posizione apparentemente mistica. In realtà sono formidabili predatori all’agguato.
Il nome del genere Pseudocreobotra è composto da Pseudo dal greco “ψευδής” (pseudés), falso, simile e creobotra che deriva a sua volta da “κρέας” (kreas), carne, e “βρωτήρ” (broter), divoratore, mangiatore ( mangiatore di carne), donde il genere Creobroter. Il nome generico sta quindi a significare che si tratta di un falso Creobroter. Assomiglia alle specie di questo genere, ma non lo è; mentre il nome specifico wahlbergii, di Wahlberg in latino, onora la memoria di Johan August Wahlberg (1810–1856) naturalista ed esploratore svedese.
Ai Mantodea appartengono circa 2400 specie terricole di dimensioni varabili da 2,5 a 16 cm. Il corpo è allungato, con frequente omocromismo; in molte specie esotiche le livree colorate rafforzano l’effetto dell’atteggiamento terrifico che assumono per allontanare i competitori.
Il capo è piccolo, mobile con occhi composti sviluppati e tre ocelli; le antenne sono più o meno lunghe e filiformi.
L’apparato boccale è masticatore con mandibole corte, robuste e leggermente asimmetriche.
Il primo segmento del torace è più lungo degli altri; in molte specie è stretto in altre è lateralmente espanso. Le ali anteriori sono più strette e sclerificate delle posteriori in alcune specie ridotte. L’addome è appiattito e largo con due cerci terminali che le femmine utilizzano per costruire le ooteche. L’organo copulatorio maschile è asimmetrico.
La maggior parte delle specie che è diffusa nelle zone calde e temperate, ha attività diurna; alcune sono attratte dalle luci notturne.
Zoogeografia
Pseudocreobotra wahlbergii è originaria dell’Africa meridionale e orientale dove è molto comune insieme alla congenere Pseudocreobotra ocellata. Per la facilità con la quale è possibile allevarla in terrari viene commercializzata in vari paesi a scopo amatoriale.
Ecologia-Habitat
La Mantide spinosa dei fiori vive in ambienti in cui le temperature diurne oscillano da 25 a 30 °C e quelle notturne non scendono sotto i 18 °C con un’umidità intorno al 60%.
Durante il giorno gli stadi attivi restano immobili in agguato o si dondolano ritmicamente su foglie, fiori e rametti di piante erbacee o cespugliose, sulle quali si arrampicano grazie alle unghie delle zampe anteriori, pronti a ghermire le prede rappresentate principalmente da Ditteri e altri insetti volatori.
Morfofisiologia
Il corpo degli adulti è di colore tipicamente bianco o verde chiaro, ma può essere giallastro, rosato o rossastro in relazione all’ambiente in cui vivono.
Le femmine sono lunghe circa 5 cm.
I maschi, hanno dimensioni minori ma antenne più lunghe.
Le ali delle femmine sono più lunghe e munite di piccole spine alla base assenti nei maschi.
Su ciascuna delle coriacee ali anteriori, denominate tegmine, è presente una macchia ocellare spirale che ricorda il numero 6 o 9, di colore nero o verde giallastro, contornata di verde.
Le ali posteriori sono membranacee, con la parte prossimale di colore giallo, mentre invece nella congenere Pseudocreobotra ocellata sono interamente ialine.
Tale carattere consente di distinguere le due specie.
Le zampe anteriori sono raptatorie; il primo articolo (anca) è grosso seguito dal breve trocantere.
Il femore lungo e appiattito, munito nella parte inferiore di numerose spine disposte su 3 file.
Nel lato interno è presente una spazzola che l’insetto utilizza, dopo averla umettata con la saliva, per pulire il capo e gli occhi composti.
La lunga tibia è munita di spine lungo il margine inferiore.
Accostandosi al femore, le spine vengono a stretto contatto e serrano la preda.
Le zampe medie e le posteriori sono ambulatorie e sono munite di cuscinetti carnosi adesivi che consentono all’insetto di scalare anche superfici lisce.
L’addome delle femmine mostra sette segmenti apparenti, mentre in quello dei maschi se ne individuano otto.
Dall’ovatura escono le neanidi avvolte da una sottile membrana che le protegge durante l’uscita. Alla nascita hanno il corpo più o meno scuro. Nelle età successive questo diventa sempre più chiaro fino ad assumere il colore dell’adulto.
Gli stadi ninfali che li seguono sono riconoscibili per la presenza degli abbozzi alari e dalla macchia ocellare sulla parte dorsale dell’addome simile a quella delle ali dell’adulto.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Se gli individui vengono disturbati o temono una minaccia spesso non fuggono ma reagiscono sollevando il capo e il protorace divaricando le zampe anteriori.
E in più, se non basta, gli adulti sollevano contemporaneamente le ali anteriori mettendo in mostra le macchie ocellari.
Di norma si mimetizzano con i fiori nei cui pressi sostano per tendere l’agguato agli insetti antofili che sono attratti dal colore e dal profumo.
Le prede accessibili alle neanidi sono piccoli Tisanotteri, Afidi e Cicaline.
Le ninfe e gli adulti catturano soprattutto, Ditteri, Imenotteri e ragni.
Le femmine diventano adulte dopo aver compiuto sette mute, mentre i maschi ne compiono sei.
Le femmine, come quelle di altre mantidi, praticano il cosiddetto cannibalismo sessuale, consistente nel divorare il maschio durante l’accoppiamento.
La femmina inizia aggredendolo al capo dove si trova il cerebro che presiede e regola tutte le attività compresa quella dei gangli nervosi periferici dai quali dipende anche la durata dell’accoppiamento.
Senza l’azione bloccante del cerebro il ganglio continua a inviare impulsi agli organi sessuali che prolungano l’accoppiamento fino allo svuotamento delle gonadi maschili, e questo consente al maschio di fecondare un maggior numero di uova assicurandosi un maggior numero di discendenti.
La femmina dopo aver assunto le nutrienti proteine del primo maschio utili per maturare altre uova, può accoppiarsi con altri maschi che potrebbero subire la stessa sorte.
Nonostante i rischi i maschi si avvicinano alle femmine e cautamente si portano sul dorso della partner, sul quale restano per qualche tempo prima di tentare l’accoppiamento.
Le femmine fecondate ovidepongono sui rami delle piante dove vivono tendendo agguati alle prede.
L’ooteca cilindrica è lunga circa 4 cm. Per crearla dall’apertura vulvare con le uova esce anche un secreto che forma una soffice schiuma grazie all’azione meccanica delle valve dei genitali esterni femminili che si muovono ritmicamente.
La forma allungata è dovuta al fatto che la femmina avanza lentamente mentre rilascia la schiuma che ingloba e isola le uova.
Dall’ooteca la cui parte esterna indurisce rapidamente, dopo 30-40 giorni di incubazione nascono le neanidi neonate che restano gregarie per alcuni giorni prima di disperdersi alla ricerca di prede. Raggiungeranno lo stadio adulto in circa 3 mesi.
In natura Pseudocreobotra wahlbergii ha numerosi nemici: le neanidi neonate sono divorate dalle formiche, mentre gli stadi successivi vengono predati da anfibi, rettili, uccelli e mammiferi.