Famiglia : Balistidae
Testo © Giuseppe Mazza
Il Pesce balestra nebulosa o Pesce balestra pinnagialla (Pseudobalistes flavimarginatus Rüppell, 1829) appartiene alla classe Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Tetraodontiformes ed alla famiglia dei Balistidae, i ben noti pesci balestra o pesci grilletto.
Il nome del genere Pseudobalistes viene dal greco “pseudes”, falso, apparentemente simile, e dal latino “balista”, balestra, la stessa etimologia dunque del genere Balistes.
Si tratta insomma di un pesce simile a quelli del genere Balistes.
Il termine specifico flavimarginatus significa in latino “dal margine giallo”, con riferimento alle pinne del pesce.
Zoogeografia
Pseudobalistes flavimarginatus è presente nelle acque tropicali dell’Indo-Pacifico.
Lo troviamo, a titolo indicativo, lungo la costa africana, dal Sud Africa al Mar Rosso, alle isole Seychelles, Mauritius, Riunione e Maldive, in India, Australia, Indonesia, Nuova Guinea, Micronesia, Filippine, Taiwan e il sud del Giappone. Verso est ha colonizzato Samoa e l’Arcipelago delle Isole Tuamotu. Verso sud raggiunge l’isola di Tonga.
Ecologia-Habitat
Vive nelle formazioni madreporiche fino a 50 m di profondità, ma lo si trova spesso anche in acque basse, negli estuari ed in lagune limacciose.
Morfofisiologia
Pseudobalistes flavimarginatus può raggiungere i 60 cm di lunghezza. Il corpo è piatto, ovoide, protetto come si conviene ai pesci balestra da un rivestimento di squame ossee.
La prima pinna dorsale è un grilletto erettile formato, da tre raggi spinosi, che il pesce può bloccare, per difesa, in posizione eretta.
Come in tutti i pesci balestra resta armato anche dopo la morte, perché la prima spina, lunga e affilata come un pugnale, è incastrata alla base nella seconda e occorre un movimento volontario della terza per ripiegarla nell’apposito alloggiamento sul dorso.
Un formidabile deterrente per le fauci dei predatori, che rischiano di ferirsi ingoiando il pesce, ed un modo per trovare nascondigli sicuri. Basta infatti scegliere come tana una cavità dalla porta stretta, dove si entra solo a pinna abbassata. Una volta in casa il pesce apre il grilletto e può starsene tranquillo, sicuro di non essere trascinato fuori dalle correnti mentre dorme o fa la siesta.
La seconda pinna dorsale conta 24-27 raggi molli ed è quasi speculare all’anale che ne reca 22-25. Le pettorali hanno 15-16 raggi inermi, le ventrali sono ridotte ad una protuberanza e la caudale, arrotondata nei giovani, diventa poi tronca coi lobi allungati negli adulti. Le guance sono prive di scaglie e la bocca, piccola ma robusta, mostra solidi incisivi per spezzare madrepore e conchiglie.
La livrea nell’insieme è sbiadita. I giovani hanno il ventre giallo con una punteggiatura nera o blu e il dorso bianco a bande nere. Poi si fanno verdastri con puntini neri e infine gli adulti mostrano, come recita in nome latino della specie, un vistoso margine giallo-arancio sul bordo delle pinne mentre la punteggiatura scompare e le scaglie crescono mostrando un regolare rilievo.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Il Pesce balestra pinnagialla si nutre d’invertebrati bentonici come ricci di mare, crostacei, molluschi, tunicati e polipi madreporici, ma anche di alghe.
La deposizione avviene in canali poco profondi dal fondo sabbioso dove passano le maree dei reef. I maschi li raggiungono diversi giorni prima delle femmine, si dividono il territorio e scavano con getti d’acqua dalla bocca nidi larghi anche 2 m e profondi 70 cm.
È il loro modo per attirarne l’attenzione e queste, scelto il compagno, depongono anche 430.000 uova incollate fra loro in una massa spugnosa di circa 10 cm, posta in fondo al nido e appesantita da frammenti di macerie coralline per non essere dispersa dalle correnti.
La femmina si prende cura delle uova, ventilandole e ripulendole fino alla schiusa, ed entrambi i genitori montano la guardia al nido.
Pseudobalistes flavimarginatus viene accidentalmente pescato e consumato fresco o essiccato dalle popolazioni locali, incuranti del rischio ciguatera, una grave intossicazione alimentare dovuta principalmente alla sua alimentazione erbivora che può comprendere alghe velenose.
L’indice di vulnerabilità alla pesca è moderato, segnando 29 su una scala di 100, e la resilienza è buona con un possibile raddoppio degli effettivi in meno di 15 mesi, ma i biologi della Lista rossa, non conoscendo la tendenza numerica delle popolazioni, sorvegliano oggi la specie, considerata “Least Concern”.
Sinonimi
Balistes flavimarginatus Rüppell, 1829.
→ Per nozioni generali sui pesci vedere qui.