Pouteria sapota

Famiglia : Sapotaceae


Testo © Pietro Puccio

 

multi

La Pouteria sapota è un albero da frutto tropicale americano che raggiunge i 30 m d'altezza © Giuseppe Mazza

La specie è originaria del Belize, Costa Rica, El Salvador, Guatemala, Honduras, Messico (Aguascalientes, Campeche, Chiapas, Coahuila, Chihuahua, Colima, Durango, Guanajuato, Guerrero, Hidalgo, Jalisco, México Distrito Federal, México State, Michoacán, Morelos, Nayarit, Nuevo León, Oaxaca, Puebla, Querétaro, Quintana Roo, San Luis Potosí, Tabasco, Tamaulipas, Tlaxcala, Veracruz, Yucatán e Zacatecas), Nicaragua e Panama dove cresce nelle foreste tropicali a basse altitudini.

Il nome generico deriva dal nome caribe “pourouma pouteri” della Pouteria guianensis Aubl. (1775).

Il nome specifico deriva da “tzapotl”, che in lingua nahuatl designa genericamente un frutto tondeggiante dalla polpa morbida e dolce e dai grandi semi.

Nomi comuni: mamey sapote, mammee zapote, marmalade plum (inglese); grand sapotillier, grosse sapote, sapotier (francese); mamey colorado, mamey de tierra, mamey rojo, mamey zapoteo, yuco, zapota grande, zapote, zapote colorado, zapote mamey (spagnolo).

La Pouteria sapota (Jacq.) H. E. Moore & Stearn (1967) è un albero deciduo, per breve periodo, eretto, alto fino a circa 30 m con diametro del tronco fino a 60 cm, dalla linfa lattiginosa.

Le vistose bacche, larghe anche 15 cm e lunghe 20 cm, possono sfiorare i 3 kg © Giuseppe Mazza

Le vistose bacche, larghe anche 15 cm e lunghe 20 cm, possono sfiorare i 3 kg © Giuseppe Mazza

Le foglie, su un robusto picciolo lungo circa 4 cm, alterne, disposte a spirale all’apice dei rami, sono semplici di forma ovata, lanceolata o oblanceolata con apice appuntito, di 10-40 cm di lunghezza e 5-12 cm di larghezza, di colore verde scuro lucido superiormente, più chiaro inferiormente.

I fiori bianchi, pressoché sessili e riuniti in gruppi di 2-6 ai nodi dei rami terminali privi di foglie, immediatamente prima della parte col nuovo fogliame, sono tubolari, lunghi circa 1 cm, con 6-8 sepali densamente pelosi disposti a spirale, 4-5 petali e 5 stami fertili e 5 sterili (staminoidi).

Il frutto è una bacca di forma molto variabile a seconda della varietà, da sferica a fusiforme, fino a 20 cm di lunghezza e 15 cm di larghezza e peso da 250 g a 3 kg, con calice permanente, buccia rugosa e coriacea di colore bruno e polpa a maturità morbida e cremosa, dolce, con poche fibre, di colore da arancio a rosso salmone. Il frutto contiene solitamente un solo seme, meno frequentemente 2-4, di forma ellissoidale e colore bruno lucido, di 5-10 cm di lunghezza e fino a circa 4 cm di larghezza.

Si riproduce per seme, da mettere a dimora appena tolto dal frutto avendo una germinabilità di breve durata, posto verticalmente in terriccio sabbioso con la parte appuntita rivolta verso il basso e lasciando scoperta la parte superiore; i tempi di germinazione variano da 4 a 10 settimane, che possono essere ridotti mediante scarificazione.

La crescita inizialmente è piuttosto lenta, con produzione a partire da 8-10 anni, e dà luogo ad individui con frutti molto variabili per dimensioni, forma e caratteristiche organolettiche.

Al fine di accorciare i tempi di produzione e riprodurre una data varietà si ricorre all’innesto, anche se la percentuale di successo è relativamente bassa. Si utilizzano come portainnesto piante da seme di 7-9 mesi di età e come nesto o marza rami terminali privi di foglie della varietà prescelta di 12-15 cm di lunghezza e 1,5-1,8 cm di diametro; i migliori risultati si ottengono con innesto laterale.

I fiori bianchi, pressoché sessili, spuntano a gruppi dai rami terminali privi di foglie © Giuseppe Mazza

I fiori bianchi, pressoché sessili, spuntano a gruppi dai rami terminali privi di foglie © Giuseppe Mazza

Specie coltivabile in pieno sole nelle zone a clima tropicale umido su diversi tipi di suoli, anche pesanti, purché profondi, con buon drenaggio e leggermente acidi o neutri; le temperature ottimali devono essere mediamente superiori a 25 °C, con valori minimi non inferiori a 15 °C, anche se un albero maturo può sopportare con poco danno temperature appena al di sotto di 0 °C per brevissimo periodo, e piovosità annua non inferiore a 1000 mm, in zone con piovosità maggiore e ben distribuita la fruttificazione è pressoché continua.

Frutto noto e particolarmente apprezzato già in epoca precolombiana, ma pressoché sconosciuto al di fuori delle aree di origine e che meriterebbe una maggiore diffusione per il suo contenuto di zuccheri, proteine, minerali e vitamine, in particolare A e C.

Può essere consumato fresco o utilizzato per preparare marmellate, bibite, gelatine, gelati e dolci; i semi, anche se sono piuttosto tossici per il contenuto in amigdalina, un glucoside capace di liberare acido cianidrico, sono utilizzati per preparare canditi e in alcune zone dell’America Centrale vengono aggiunti macinati al cacao per ottenere un cioccolato dal sapore amaro caratteristico.

Frutto sezionato con un seme. È ricco in zuccheri, proteine, minerali e vitamine A e C © Giuseppe Mazza

Frutto sezionato con un seme. È ricco in zuccheri, proteine, minerali e vitamine A e C © Giuseppe Mazza

I semi contengono inoltre circa il 50% di olio che raffinato è utilizzato nell’ industria cosmetica, farmaceutica e come lubrificante, oltre che nella medicina tradizionale insieme ad altre parti della pianta.
Il lattice che fuoriesce dai frutti immaturi, e in particolare dal tronco, oltre ad essere utilizzato contro le micosi della pelle, già in epoca precolombiana veniva impiegato, essiccato, per produrre il “chictli”, una sorta di gomma da masticare; il lattice fresco può essere molto irritante per la pelle e per gli occhi, occorre quindi evitare di venirne a contatto. Il legno di colore da rosso vivo a rosso scuro, duro e resistente, a grana fine e facilmente lavorabile, è utilizzato nelle costruzioni e per realizzare mobili di pregio e oggetti di uso comune.

Sinonimi: Sideroxylon sapota Jacq. (1760); Sideroxylum sapota Jacq. (1760); Achras zapota major Jacq. (1763); Sapota mammosa Mill. (1768); Lucuma bonplandii Kunth (1819); Bassia jussiaei Tussac (1824); Bassia jussaei Griseb. (1861); Achras mammosa Bonpl. ex Miq. (1863); Calospermum mammosum var. bonplandii (Kunth) Pierre (1890); Calospermum mammosum var. candollei Pierre (1890); Calospermum mammosum var. ovoidea Pierre (1890); Calospermum parvum Pierre (1890); Calocarpum mammosum var. bonplandii (Kunth) Pierre (1904); Calocarpum mammosum var. candollei (Pierre) Pierre (1904); Calocarpum mammosum var. ovoideum (Pierre) Pierre (1904); Calocarpum sapota (Jacq.) Merr. (1923); Calocarpum huastecanum Gilly (1944).

 

→ Per apprezzare la biodiversità all’interno della famiglia delle SAPOTACEAE cliccare qui.