Famiglia : Pomacanthidae
Testo © Giuseppe Mazza
Pomacanthus arcuatus (Linnaeus 1758), appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, e all’ordine dei Perciformes.
Volgarmente noto come Pesce angelo grigio, è uno dei più grandi rappresentanti della famiglia dei Pomacanthidae che conta oggi 8 generi e circa 90 specie.
Il nome del genere Pomacanthus nasce dal greco “πῶμα” (poma) = coperchio e “ἄκανθα” (akantha) = spina, con riferimento all’opercolo, una sorta di “coperchio” che protegge le branchie, ed alla vistosa spina sporgente situata sul preopercolo e caratteristica di tutti i pesci angelo.
Il nome specifico arcuatus, in latino “curvato ad arco”, ricorda la presenza, nei giovani, di fasce gialle verticali arcuate, per non parlare del profilo generale degli adulti, curvato ad arco.
Zoogeografia
Il Pesce angelo grigio vive lungo le coste americane dell’Atlantico occidentale, e come l’analogo Pomacanthus paru sopporta meglio il freddo degli altri congeneri.
Negli USA, lo troviamo infatti a partire dalle acque del New England. È poi di casa in Florida, nel Golfo del Messico e nei Caraibi, raggiungendo a Sud, in Brasile, Rio de Janeiro. È stato infine introdotto, di recente, alle isole Bermuda.
Ecologia-Habitat
Vive in ambienti madreporici fra 2 e 30 m di profondità. Gli adulti frequentano i lati scoscesi dei reef, ricchi di fessure dove infilarsi in un attimo, piatti come sono, per trascorrere la notte e sfuggire ai predatori.
I giovani crescono invece in acque basse, nascosti fra i coralli e nelle praterie sommerse.
Morfofisiologia
Pomacanthus arcuatus può raggiungere i 60 cm di lunghezza con un peso di 1,8 kg, anche se in genere supera di poco i 45 cm, ed a 23 cm è già in grado di riprodursi.
Il corpo è piatto, discoidale. La bocca, obliqua e carnosa, è relativamente piccola, con la mascella inferiore sporgente e denti a pettine. Vi è una sola grande pinna dorsale squamata, arrotondata all’apice, con un caratteristico filamento arcuato che supera nel tempo in lunghezza la pinna caudale. Conta 9 raggi spinosi e 31-33 molli.
La pinna anale, identica ma più piccola, mostra 3 spine, 23-25 raggi inermi ed un analogo lungo filamento. La caudale, non meno protetta da squame, è arrotondata nei giovani e poi tendenzialmente troncata. Le pettorali, appuntite all’apice e tondeggianti sul margine inferiore, contano 19-20 raggi molli e le ventrali sono allungate e senza spine.
Testa a parte, il corpo è ricoperto da grandi squame ctenoidi, col margine cioè seghettato ruvido al tatto. Sono grigie o marroni al centro, con un bordo chiaro che disegna un elegante reticolo sui lati.
Labbra e mento sono bianchi e la pinna pettorale è gialla, ma solo sul lato interno. È questo uno degli elementi distintivi con Pomacanthus paru, che reca in compenso, sulle pettorali, una vistosa striscia gialla alla base del lato esterno.
In questa specie, inoltre, l’occhio è circondato da un anello giallo come il bordo delle squame sul colore di fondo tendente al blu, tanto che, con un pensiero alla bandiera francese, negli Stati Uniti è volgarmente detto “French angelfish”. Anche il filamento dorsale è infine giallo come la lunga spina dell’opercolo, che in Pomacanthus arcuatus è grigia.
La livrea della prima fase giovanile delle due specie è invece quasi identica. Il colore di fondo è il nero con fasce arcuate gialle che attraversano il corpo, presenti anche sul muso ed alla base della coda, e luminose macchie azzurre sulle pinne pelviche, l’anale e la dorsale. Ma la fascia gialla caudale di Pomacanthus paru è in realtà un anello che isola una macchia nera e quella frontale non prosegue sul labbro superiore come in Pomacanthus arcuatus.
Crescendo, le bande gialle del Pesce angelo grigio si accorciano e schiariscono fino a diventare biancastre nella livrea intermedia.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Il Pesce angelo grigio è onnivoro. Si nutre principalmente di spugne, ma anche di tunicati, zoantari, gorgonie, idroidi, briozoi e piccoli animali bentonici, senza trascurare le alghe e le fanerogame marine.
Nei primi tempi, i giovani si comportano da pesci pulitori, liberando dagli ectoparassiti varie specie ittiche.
Come il Labroides dimidiatus e analoghe specie che si nutrono tutta la vita in questo modo, si recano nelle “stazioni di pulizia”, luoghi fissi dove i grossi pesci, spesso a fauci spalancate, perdono la loro aggressività e fanno pazientemente la coda per farsi curare, come in un gabinetto dentistico o dermatologico.
Da adulti è il contrario. Saranno loro a farsi ripulire la pelle dai vecchi colleghi di lavoro, come Bodianus pulchellus o Bodianus rufus, anche loro pulitori in gioventù, cui si aggiunge, quando riposano sui fondali, un esile gamberetto delle isole caraibiche, il minuscolo Ancylomenes pedersoni, lungo meno di 3 cm, che si nutre dei parassiti esterni dei pesci.
Pomacanthus arcuatus non ha paura dell’uomo e si lascia spesso avvicinare e fotografare dai subacquei che lo trovano per lo più solo, in coppia o piccoli gruppi, talora frammisto a Pomacanthus paru.
Confidente e amichevole, questo simpatico pesce finisce però poi spesso in pentola, visto che la carne è ottima, anche se talora si sono verificati casi di ciguatera, una grave intossicazione alimentare legata alla presenza di organismi velenosi nella loro dieta.
Anche se è stato allevato e riprodotto in cattività, il Pesce angelo grigio è inoltre molto pescato per gli acquari, tanto che in Brasile, dove gli effettivi appaiono notevolmente ridotti, non si possono esportare più di 3.000 esemplari all’anno.
Pomacanthus arcuatus si riproduce, secondo la zona, fra aprile e settembre.
La deposizione avviene generalmente all’alba. Le coppie, dopo un rituale fatto da brevi inseguimenti, salgono insieme verso la superficie rilasciando uova e gameti.
Poi si separano e tornano sul fondo per ripetere l’operazione. Ogni volta la femmina affida alle correnti 25.000-75.000 uova galleggianti, larghe quasi 1 mm, che schiudono a 15-20 ore dalla fecondazione.
Le larve crescono spesso al riparo d’alghe galleggianti e scendono verso i fondali solo a 15 mm di lunghezza. La resilienza di questa specie è bassa, visto che occorrono più di 14 anni per raddoppiare le popolazioni decimate dagli eventi, ma nel 2009 è lasto messo come “Least Concern” nella Lista Rossa.
L’indice di vulnerabilità, nel 2021, segna segna però già 67 su una scala di 100.
Sinonimi
Chaetodon arcuatus Linnaeus, 1758; Chaetodon lutescens Bonnaterre, 1788; Chaetodon quinquecinctus Cuvier, 1829; Pomacanthus balteatus Cuvier, 1831; Pomacanthus cingulatus Cuvier, 1831; Chaetodon littoricola Poey, 1868.