Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria della Colombia e Equador dove vive sugli alberi delle foreste umide tra 600 e 1800 m di altitudine.
Il nome del genere è la combinazione dell’aggettivo greco “πλατύς” (platys) = ampio e del sostantivo “στήλη” (stéle) = colonna, con riferimento alla colonna dilatata superiormente; il nome specifico è la combinazione dell’aggettivo greco “γυρός” (gyrόs) = rotondo e del sostantivo “γλῶσσα” (glossa) = lingua, con riferimento alla forma del labello.
La Platystele gyroglossa Luer (1977) è una specie epifita cespitosa con sottili fusti, lunghi circa 1 cm, ricoperti da guaine tubolari con all’apice un’unica foglia obovato-ellittica con apice da acuto a ottuso e base assottigliata, lunga 6-8 cm e larga 0,8-1,2 cm, coriacea, di colore verde intenso.
Infiorescenza racemosa terminale, su un peduncolo lungo 4-5 cm, eretta, lunga 5-6 cm, portante numerosi fiori, di circa 3 mm di diametro, che si aprono contemporaneamente a gruppi.
Sepali liberi oblunghi con apice ottuso, lunghi 1,5-2 mm e larghi 1-1,5 mm, di colore giallo verdastro chiaro con sfumature rosa, translucidi, petali liberi oblunghi con apice ottuso, lunghi circa 1,5 mm e larghi 1 mm, dello stesso colore dei sepali, labello subcircolare, lungo circa 2 mm e largo 1,5 mm, di colore rosso bruno, e colonna lunga circa 1 mm.
Si riproduce per seme, in vitro, ma solitamente per divisione con ciascuna sezione provvista di almeno 3-4 fusti.
Orchidea miniatura che forma densi cespi, richiede una posizione semiombreggiata, temperature intermedie, elevata umidità ambientale, 70-80 %, e costante movimento dell’aria. Ideale per terrari dove è possibile regolare opportunamente tutti i parametri ambientali.
Può essere montata su tronchi, pezzi di corteccia o zattere di sughero o di radici di felci arborescenti rivestiti di uno strato di sfagno per mantenere l’umidità alle radici, o coltivata in vasi con composto drenante costituito da frammenti di corteccia (bark) di fine pezzatura, carbone vegetale e inerti con aggiunta di sfagno.
Le innaffiature devono essere regolari in modo da mantenere il substrato permanentemente umido, ma senza ristagni che possono provocare marciumi, utilizzando acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa.
La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Platystele porphyroglossa P.Ortiz (1981).