Famiglia : Ephippidae
Testo © Giuseppe Mazza
Platax teira ( Forsskål, 1775 ), volgarmente noto come Pesce pipistrello pinna lunga, appartiene alla classe Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine Perciformes ed alla famiglia Ephippidae, un gruppo di pesci che circolava già nell’Eocene, come il Platax altissimus, uno dei più famosi fossili del Monte Bolca in Italia. Risale a 48-41 milioni d’anni fa ed è praticamente identico alla forma giovanile di questa specie.
Il nome del genere Platax deriva dal greco “πλατυς” (platys), largo, piatto, con riferimento al corpo fortemente compresso.
Quello della specie teira, deriverebbe, sempre in greco da “τερας” (teras), mostro, ma alcuni sostengono che è la latinizzazione del nome arabo “Teyra”, dato ai giovani esemplari pescati nel Mar Rosso.
Zoogeografia
Il Pesce pipistrello pinna lunga è una specie dell’Indopacifico tropicale che fa parte delle ormai numerose specie, dette lessepsiane, che hanno raggiunto il Mediterraneo tramite il Canale di Suez.
A titolo indicativo, lo troviamo, partendo dal Mar Rosso e il Golfo di Aden, nelle acque costiere dell’Africa orientale, dalla Somalia al Sud Africa, incluso il Madagascar e le isole della Riunione e Maurizio. È poi presente alle Maldive, India, Sri Lanka, Isole Andamane, Tailandia, Cambogia, Vietnam, Malesia, Isole Cocos, Isola di Natale e Timor-Leste, Australia e Papua Nuova Guinea. Verso Sud raggiunge la Nuova Caledonia, l’Isola di Norfolk e la Nuova Zelanda. Verso Nord è presente alle Filippine, Taiwan, Cina, isole Ryukyu, Corea del Sud e Giappone. A Levante ha colonizzato la Micronesia e raggiunge le isole Figi.
Ecologia-Habitat
Il Pesce pipistrello è un pesce anfidromo, in grado di nuotare cioè indifferentemente avanti o indietro.
Legato ai reef, frequenta in genere le acque basse e tranquille delle lagune fra 3-25 m di profondità. Ama aggirarsi fra i relitti di vecchie navi affondate e nuota per lo più in coppia o piccoli gruppi di una ventina d’individui, ma si sono visti anche branchi di un centinaio d’adulti in mare aperto.
I giovani crescono al riparo di detriti galleggianti, in genere vaste formazioni d’alghe, tipo i sargassi, che vanno alla deriva dopo la stagione delle piogge.
Morfofisiologia
Gli adulti raggiungono i 60-70 cm con una sagoma tondeggiante ed una piccola gobba sulla fronte, mentre i giovani, in proporzione, hanno un corpo molto più alto per l’enorme sviluppo verticale della pinna dorsale, dell’anale e delle pelviche, donde il nome comune di Pesce pipistrello pinna lunga.
La livrea adulta è grigia brunastra con almeno due bande verticali scure.
La prima, come spesso accade nel mondo dei pesci, camuffa l’occhio, mentre la seconda, più larga, reca in basso, sotto alle pinne pettorali, una grossa macchia nera, importante elemento di distinzione con il Platax orbicularis, spesso presente nelle stesse acque.
Le pinne pelviche, talora scure, sono generalmente gialle, colore che si ritrova attenuato anche sulle altre pinne, terminanti per lo più con un bordo scuro.
La pinna dorsale reca 5-6 spine e 28-37 raggi molli, l’anale 3 spine e 22-28 raggi inermi, e le pettorali, di taglia modesta, 16-18 raggi molli.
Gli occhi sono grandi, la bocca piccola con mascelle ricoperte a bande da denti sottili e appiattiti a tre punte, la più lunga in mezzo, per tagliare le alghe.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Il Pesce pipistrello pinna lunga è un onnivoro molto curioso che si avvicina sovente ai sub. Si nutre, oltre che di alghe, di meduse, zooplancton e piccoli invertebrati bentonici.
Come molti pesci può cambiare rapidamente di colore: segnali visivi usati principalmente nelle “stazioni di pulizia” dove i grossi pesci si recano per farsi togliere i parassiti della pelle dai labridi ed altri pesciolini volonterosi.
Non vi è dimorfismo sessuale. Le uova, fecondate in nuoto, sono pelagiche come le larve che iniziano a colorarsi intorno ai 5 mm, quando appare la prima banda nera che nasconde l’occhio.
Anche se la livrea giovanile è molto attraente, con quelle sue eleganti pinne falciformi, non è un pesce adatto agli acquari domestici perché cresce troppo in fretta. Tant’è che, per alcuni, gli avvistamenti nel Mediterraneo sarebbero dovuti ad acquariofili che, stanchi dei loro ospiti ingombranti, li hanno liberati in mare.
Questa specie, dalla carne teoricamente commestibile ma non certo pregiata, è dunque per sua fortuna poco pescata.
La resilienza del Pesce pipistrello pinna lunga è infatti bassa, con un tempo minimo di 4,5-14 anni per il raddoppio delle popolazioni decimate dagli eventi. Ne consegue che oggi (2021) l’indice di vulnerabilità di Platax teira è già moderatamente alto, segnando 52 su una scala di 100.
Sinonimi
Chaetodon teira Forsskål, 1775.