Famiglia : Piperaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’India sudoccidentale dove cresce nelle foreste umide dal livello del mare fino a circa 1200 m di altitudine.
Il nome del genere è quello latino, “piper, -eris” = pepe, della spezia ricavata dai suoi frutti; il nome specifico è l’aggettivo latino “niger, -gra, -grum” = bruno, nero, con riferimento al colore dei frutti essiccati.
Nomi comuni: black pepper, pepper (inglese); filfil (arabo); hu jiao (cinese); poivre (francese); kali mirch (hindi); pepe (italiano); pimenta, pimenta da india, pimenta do reino (portoghese); pimienta (spagnolo); milagu (tamil); pfeffer (tedesco).
Il Piper nigrum L. (1753) è una specie rampicante legnosa, sem- preverde, con fusti nodosi lunghi fino circa 6 m, anche se in qualche caso possono raggiungere i 10 m, che aderiscono al supporto tra- mite radichette avventizie prodotte ai nodi.
Le foglie, su un picciolo lungo 1-4 cm, sono alterne, semplici, da ovate a ovato-oblunghe con apice appuntito, margine intero e nervature prominenti, solitamente di colore verde scuro lucido superiormente, più pallido inferiormente, lunghe 10-15 cm e larghe 5-9 cm, piuttosto spesse e coriacee.
L’impollinazione nelle piante coltivate è favorita dalla pioggia o rugiada che trasporta il polline dalle spighe superiori a quelle inferiori. Il frutto è una drupa globosa di 0,4-0,6 cm di diametro, di colore rosso a maturità, contenente un solo seme bianco.
Si riproduce per seme, con la prima fruttificazione dopo 7-8 anni, tramite i rami basali avventizi radicanti ai nodi, per talea e innesto, in particolare su Piper divaricatum G.Mey (1818), resistente ai nematodi e al marciume del colletto, la più grave malattia che colpisce la specie, causata da Phytophthora sp., che provoca ingenti danni alle coltivazioni.
Specie di notevole importanza economica, coltivabile nelle zone a clima tropicale umido, tra il 20° parallelo nord e sud, caratterizzate da elevata piovosità, ben distribuita durante l’anno, temperature diurne di 25-35 °C ed umidità relativa superiore al 70%.
Richiede pieno sole, tranne le piante giovani che vanno protette dalla eccessiva insolazione estiva, o parziale ombra e può crescere su un’ampia varietà di suoli, purché ben drenanti, non sopportando ristagni idrici, preferibilmente acidi o neutri, ricchi di sostanza organica e mantenuti costantemente umidi.
Può essere coltivata in vaso capiente in terriccio drenante ricco di sostanza organica, in posizione luminosa con temperature invernali non inferiori a 18 °C.I frutti essiccati, interi o ridotti in polvere, sono la spezia più utilizzata al mondo, i principali produttori sono India, Indonesia, Malaysia, Brasile e Vietnam; le caratteristiche organolettiche derivano dal contenuto in oli essenziali ed oleoresine, in particolare il gusto pungente è dovuto principalmente a un alcaloide, la piperina, presente in misura maggiore nel pericarpo.
La spezia viene commercializzata sotto diverse forme, in dipendenza dello stato di maturazione e dei processi che subisce; di gran lunga più utilizzato è il pepe nero che si ottiene dai frutti completamente sviluppati ma ancora verdi che dopo aver subito una breve cottura in acqua calda vengono essiccati al sole per alcuni giorni o in opportuni forni, diventando di colore bruno nerastro; segue il pepe bianco, dal sapore meno pungente, che si ottiene dai frutti raccolti con un grado di maturazione maggiore, dal colore che sta virando al giallo-arancio, posti in sacchi e immersi in acqua corrente per alcuni giorni, operazione che ammorbidisce e distacca il pericarpo per sfregamento, e poi lavati ed essiccati al sole; si può ottenere anche sgusciando a macchina il pepe nero.
Di limitata diffusione sono il pepe verde, ottenuto dai frutti immaturi disidratati o surgelati o conservati in aceto o salamoia, e il pepe rosa, dai frutti completamente maturi, rossi, conservati in salamoia (da non confondere con le bacche dello Schinus molle commercializzate con lo stesso nome).
Il pepe e i suoi derivati, oltre ai ben noti usi in campo culinario, hanno anche applicazioni nell’industria cosmetica, dei profumi e nella medicina tradizionale, in particolare in quella indiana dove occupa un posto di particolare rilievo.
Sinonimi: Muldera multinervis Miq. (1846).
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