Famiglia : Phoenicopteridae
Testo © Dr. Gianfranco Colombo
Per descrivere il fiammeggiante Fenicottero rosso (Phoenicopterus ruber Linnaeus 1758), basterebbe semplicemente riscrivere quanto già indicato per il suo gemello Fenicot- tero rosa o maggiore (Phoenicopterus roseus) in quanto fino a pochi anni orsono il rosso era classificato come sottospecie dell’altro o viceversa secondo altri autori.
Alcuni caratteri morfologici, in particolare il colore della livrea e la netta distinzione fra i due territori occupati da queste specie, potevano indurre alla certezza che prima o poi si sarebbe arrivati a questa conclusione.
D’altra parte il nome scientifico originale di Phoenicopterus ruber, dato ancora da Linneo nel XVIII secolo, era maggiormente azzeccato per questa nuova specie in quanto identificativo del colore rosso più evidente.
Si può quindi meglio comprendere, quando suggerirono di suddividere e classificare la nuova specie, l’idea di mantenere il nome originario di “ruber” ed assegnare il nome “roseus” alla vecchia specie in virtù del fatto che i singoli termini meglio rappresentavano i due colori.
Tuttavia ancor oggi la nuova classificazione non è sempre condivisa e spesso la letteratura in materia fa riferimento al Phoenicopterus ruber ruber per il rosso e Phoenicopterus ruber roseus per il maggiore.
Il rosso è uno dei fenicotteri più presenti negli zoo e nei giardini naturalistici per il suo colore sfavillante mantenuto tale attraverso un’ali- mentazione ricca di carotene e di altri coloranti appunto allo scopo di conservare una colo- razione che l’esemplare perderebbe dopo poco tempo in quanto mancante del suo cibo naturale.
Inoltre mostra un carattere notevole di docilità accettando di buon grado l’ambiente creato all’uopo che lo porta senza difficoltà, anche alla riproduzione in stato di cattività.
L’etimologia del binomio scientifico si basa espressamente sul colore spettacolare di questo uccello. Phoenicopterus trae origine dal greco “phoinix” = rosso, carminio e “pteron” = ala. La specie dal latino “ruber” = rosso per la colorazione della sua livrea.
Alcuni nomi volgari dati in Europa. In inglese Caribbean flamingo, in tedesco Kubaflamingo, in spagnolo Flamenco rojo, in francese Flamant des Caraïbes, in Olandese Caribische Flamingo ed in portoghese Flamingo. Da notare che già nel nome comune dato da diversi paesi, veniva chiaramente indicata la provenienza di questo fenicottero, ponendo già in essere, perlomeno a livello geografico, una netta distinzione con il fenicottero rosa.
Zoogeografia
Il fenicottero rosso è tipicamente americano occupando un’area che va dal sud degli Stati Uniti fino alle coste nord del Brasile ma anche alle remote isole Galapagos. È ben diffuso nella parte centrale del continente, da cui i diversi nomi volgari che riprendono l’area Caraibica come riferimento, attenuandosi gradatamente sia verso nord, ove diventa molto occasionale negli Stati Uniti, sia verso sud dove ha il suo limite sulle coste caraibiche delle Guyane e del Brasile.
Nel sud del continente americano è sostituito dal congenere Fenicottero cileno (Phoenicopterus chilensis) che arriva fino all’estremo sud della Patagonia e sulle Ande da due specie alquanto localizzate e con territori sovrapposti, il Fenicottero delle Ande (Phoenicoparrus andinus) ed il Fenicottero di James (Phoenicoparrus jamesi). Il nuovo continente annovera ben quattro delle sei specie di fenicotteri presenti sul pianeta.
Il fenicottero rosso è un uccello tipicamente sedentario anche se non mostra quel particolare e forte attaccamento a zone abituali come evidenziato dal congenere del vecchio continente, per cui esemplari nati in un luogo si ritrovano spesso a nidificare in altri siti alquanto distanti.
Ecologia Habitat
Come tutti i fenicotteri anche il Phoenicopterus ruber vive in paludi salmastre, laghi alcalini, invasi per l’estrazione del sale marino ma non disdegna foci di fiumi, laghetti costieri di acqua salmastra e luoghi temporaneamente allagati.
Anch’esso si nutre di microcrostacei come l’ Artemia salina , larve quali il Chironomus sp. o cianobatteri quali la Arthrospira, Oscillatoria, Lyngbya e Navicula che vivono in questi ambienti altamente specializzati.
La cattura del cibo avviene attraverso la filtratura dell’acqua con l’uso di un becco altamente specializzato per questa attività.
Capovolta la testa ed immersa la parte superiore del becco appena sotto la superficie, l’acqua viene convulsamente succhiata e nel contempo espulsa attraverso il movimento frenetico della tozza lingua che funzione come uno stantuffo di una pompa idrovora. I microrganismi vengono trattenuti da piccoli fanoni che contornano i margini del becco ed ingeriti immediatamente senza neppure sollevare la testa dall’acqua. Una industrializzazione di tre operazioni simultanee, ottenuta con una capacità acquisita da millenni.
Morfofisiologia
Come detto il fenicottero rosso ha completamente la livrea tinta di questo colore, in particolare durante il periodo di nidificazione quando la tonalità si accentua maggiormente. Mantiene comunque gran parte della colorazione anche negli altri periodi dell’anno.
Le zampe sono di colore rossastro ed il becco, robusto e piegato di 90° a metà della lunghezza, è di colore roseo nella prima parte ed in particolare nella mandibola inferiore e nero in punta, in corrispondenza della piegatura. Quest’ultima è la parte che viene totalmente sommersa sotto la superficie dell’acqua durante la ricerca del cibo. Questo adattamento ha portato la mandibola inferiore ad essere leggermente più larga della superiore e come in alcuni pappagalli, quella superiore è leggermente flessibile e non rigidamente attaccata al cranio.
Data la lunghezza del collo e lo sforzo necessario per tenerlo steso, quando è a riposo il fenicottero lo deve raggomitolare ed appoggiare il lungo becco tra le penne del dorso. Unico modo per dare pace ai muscoli di questa lunghissima appendice.
Le remiganti sono di colore nero e sono visibili unicamente quando ad ali spiegate mentre restano pressoché invisibili quando a terra.
Questo uccello ha dimensioni notevoli pari a quelle del congenere fenicottero rosa o maggiore. Può raggiungere quando ritto, i 150 cm di altezza, con un peso che può variare da 2 a 4 kg ed un’apertura alare di 150 cm.
Non vi è dimorfismo sessuale se non nelle dimensioni che vedono la femmina leggermente inferiore al maschio e per la precocità nel vestire la livrea nuziale, infatti la femmina “arrossisce” qualche tempo prima del maschio.
I giovani sono privi della colorazione che prenderanno al raggiungimento della maturità, mediamente verso i 4 anni anche se la femmina evidenzia una maggiore precocità.
Etologia-Biologia riproduttiva
Per il fenicottero rosso non vi è una stagione fissa per la nidificazione. Può scegliere il periodo piovoso oppure quello secco ed anche in funzione della latitudine dove vive. Nidifica comunque con frequenza annuale.
Il fenicottero è un uccello talmente sociale da trascorrere la sua esistenza perennemente in compagnia dei suoi simili. Lo fa al di fuori della stagione riproduttiva ma ancor più quando si avvicina il periodo dei corteggiamenti e della preparazione del nido quando la colonia serra i ranghi e tutti si riuniscono in immense compagnie così a stretto contatto da restare praticamente a portata di becco.
Anche il corteggiamento è di gruppo ed i maschi effettuano danze organizzate e ben coordinate tra loro con atteggiamenti estremamente morbidi ed eleganti mettendo in evidenza il lunghissimo collo, tenuto ritto in verticale mentre camminano all’unisono nell’acqua bassa ed agitando le ali mostrando i vividi colori delle loro livrea. Anche le femmine rispondono nel medesimo modo per cui nel parapiglia generale non si capisce quali siano i corteggiatori e le corteggiate.
Il fenicottero rosso è monogamo e forma coppie stabili durante la nidificazione anche se d’abitudine cambia la femmina ad ogni stagione.
Il nido ha la forma di tronco di cono e può raggiungere i 20 cm di altezza e forma sul vertice una piccola conca dove verranno deposte 1- 2 uova di colore bianco.
Entrambi i partner contribuiscono alla costruzione di questo strano nido portando fango e pagliuzze raccolte tutto intorno ma verrà utilizzato solo quando il materiale sarà disseccato ed il nido pronto all’uso. I nidi nella colonia sono vicinissimi e possono essere posti anche a soli 50 cm dal vicino.
I piccoli nascono dopo circa 30 giorni e sono ricoperti da una fitta peluria biancastra che li coprirà fino alla prima muta giovanile quando vedranno spuntare le prime vere penne.
Nelle prime settimane vengono nutriti con un liquido rossastro e molto nutriente rigurgitato dai genitori direttamente nella gola del nidiaceo e molto affine al cosiddetto “latte di piccione”. In certo qual modo è molto più simile a quello umano visto che contiene la prolattina il medesimo ormone prodotto dalla donna. Per diventare autonomi dovranno imparare al più presto la tecnica della filtratura dell’acqua, operazione che avviene dopo diverse settimane.
Quasi subito però riescono a sgambettare fuori dal nido e dopo pochissimi giorni a raggiungere la nursery che nel frattempo va radunandosi all’interno della colonia. Infatti tutti i piccoli sono raccolti e custoditi in un’area protetta e centrale della colonia, in modo da poter essere al riparo da eventuali aggressori.
È inimmaginabile come possa una coppia ritrovare all’interno di questo marasma i suoi piccoli. Importante rimane l’imprinting iniziale di riconoscimento della voce dei genitori, mancando il quale il piccolo non ha alcuna possibilità di sopravvivenza. I giovani prenderanno il volo dopo circa 13 settimane e rimarranno nella colonia quasi sicuramente per tutta la vita.
Il fenicottero rosso è molto longevo e può vivere in libertà fino a 30 anni per cui la specie non è potenzialmente a rischio. Anche i predatori non sono molti: aquile, grossi uccelli rapaci in genere e qualche mustelide non decimano di certo il loro numero. Resta invece alquanto latente il rischio di trasmissione di epidemie, vista la notevole promiscuità, quali aviaria e tubercolosi che possono decimare rapidamente intere popolazioni.
Si è notato che il fenicottero con la livrea più colorata trova più velocemente il partner per la nidificazione. Un colore tenue oltre ad indicare l’immaturità, è indice di malnutrizione o di malattia corrente per cui nell’evoluzione genetica o meglio ancora, nella dura legge della foresta, il soggetto viene drasticamente accantonato se non addirittura scartato.
Verrebbe da dire, effetto della vanità ma nella realtà la natura fa il suo inesorabile corso.
Sinonimi
Phoenicopterus roseus Pallas, 1811; Phoenicopterus ruber roseus Linnaeus, 1758.