Famiglia : Arecaceae
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Testo © Pietro Puccio
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Endemica delle Seychelles e molto ornamentale. Ma solo per i tropici © Giuseppe Mazza
Il nome del genere deriva dalla combinazione dei termini greci “phoenix” e “phorios” = rubato, con riferimento al furto dai Kew Gardens di uno dei primi esemplari introdotti in Europa, poi “apparso” nella serra privata dell’industriale ed appassionato orticoltore tedesco August Borsig (1804-1854), da cui il nome della specie.
Localmente è nota come “latanier feuillé”, “latannyen fey”; nei paesi anglofoni come “Borsig’s palm” e “thief palm”.
Palma a fusto solitario che può raggiungere un’altezza di 12-15 m con un diametro di circa 8 cm, densamente spinoso nella fase giovanile, meno in età adulta, guaina fogliare lunga 50-80 cm non avvolgente interamente il fusto, tomentosa e con spine nerastre tendenti a sparire con l’età, come pure nel picciolo, lungo fino a 40 cm, di colore giallo arancio nelle giovani piante. Le foglie elegantemente arcuate, di colore verde chiaro, sono lunghe fino ad oltre 2 m e larghe 1 m con lamina intera bifida e margini dentellati che tende a dividersi irregolarmente in segmenti più o meno numerosi per azione del vento.
L’infiorescenza, molto ramificata, si sviluppa sotto le foglie ed è lunga circa 1,5 m e porta fiori di entrambi i sessi. I frutti sono ovoidi, circa 12 mm di lunghezza, di colore rosso a maturità. I semi germinano in 4-5 mesi. Specie di grande effetto ornamentale, è coltivabile esclusivamente in zone dal clima tropicale umido su suoli fertili ed in posizione preferibilmente ombrosa e riparata dai venti.
Sinonimi: Astrocaryum borsigianum K.Koch (1859); Stevensonia borsigiana (K.Koch) L.H.Bailey (1930); Phoenicophorium sechellarum H.Wendl. (1865); Astrocaryum pictum Balf.f. (1877); Stevensonia grandifolia Duncan ex Balf.f. (1877); Areca sechellarum (H.Wendl.) Baill. (1895); Astrocaryum sechellarum (H.Wendl.) Baill. (1895).
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