Famiglia : Monacanthidae
Testo © Giuseppe Mazza
Pervagor aspricaudus (Hollard, 1854) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, al sorprendente ordine dei Tetraodontiformes, ed alla famiglia dei Monacanthidae che annovera 27 generi ed oltre un centinaio di specie, volgarmente note come Pesci lima per la scabrosità della pelle.
Il nome del genere Pervagor ha origine dal latino “vagor” = vagare, errare, andare di qua e di là, con il prefisso “per” che rinforza il concetto. Questo con riferimento al loro continuo girovagare con un nuoto incerto.
Il termine specifico aspricaudus nasce dal latino “asper” = ruvido e “cauda” = coda. Si tratta cioè di un pesce con la coda ruvida.
Zoogeografia
Pervagor aspricaudus è una specie dell’Indo-Pacifico tropicale. Partendo verso levante dalle isole della Riunione e Mauritius, lo troviamo alle Maldive. Poi raggiunge le isole Cocos, l’Isola di Natale e l’Australia. Più a nord è presente alle Filippine e in Vietnam, poi a Taiwan, Ryukyu e il sud del Giappone che segna il limite Nord della specie. A Sud ha colonizzato le coste della Nuova Caledonia e verso est lo troviamo alle Isole Marshall e Tonga per finire con le Hawaii e la Polinesia Francese.
Ecologia-Habitat
Nuota anche in acque molto basse, di solito fra 1 e 25 m di profondità, fra madrepore e rocce ricche d’anfratti dove nascondersi. È infatti molto timido, e incerto com’è nel nuoto non può vivere lontano da un rifugio.
Morfofisiologia
Pervagor aspricaudus può raggiungere i 13 cm di lunghezza. Il corpo è piatto, ricoperto dalle tipiche minuscole spine dei pesci lima, e se non fosse per il colore, del resto molto variabile, avrebbe lo stesso aspetto del Pervagor janthinosoma. Salvo che qui è spesso il giallo a farla da padrone sul blu, più o meno presente sul muso, anche se poi non mancano esemplari con tonalità grigie o rosate. Gli inglesi lo chiamano Filefish Orangetail, cioè Pesce lima dalla coda arancio, e in effetti questa è una caratteristica relativamente costante della specie.
Sopra agli occhi, con iride marrone o arancio, spicca la prima pinna dorsale che si è trasformata in uno stiletto erettile, tenuto ripiegato durante il nuoto in un apposito alloggiamento, come tipico dei Monacanthidae e dei Pesci balestra, parenti prossimi nell’ordine dei Tetraodontiformes ma di taglia ben maggiore. Si tratta di un piccolo pugnale non certo gradito allo stomaco dei predatori. Per memorizzarlo, viene drizzato subito davanti agli importuni, mentre il sottogola si distende fino alle minuscole pinne pelviche atrofizzate, per aumentare visivamente la taglia del pesce.
La pinna caudale, ugualmente distesa in queste circostanze, è in genere portata chiusa. Gialla o arancione, mostra aprendosi eleganti disegni con luminose macchie radiali e una vistosa punteggiatura che forma bordi paralleli. Anche il capo ed il muso, allungato per cercare il cibo negli anfratti, recano punteggiature o trattini più o meno evidenti.
Come indica il nome specifico, la spinosità delle scaglie si accentua verso la coda, ed anche lo stiletto dorsale, generalmente marrone scuro, presenta, a mo’ di sega, un’evidente spinosità sui lati.
Questo è in realtà formato, come di norma accade nei Monacanthidae da 2 raggi spinosi, ma il secondo, alla base della prima pinna dorsale è talmente piccolo che praticamente non si vede. La seconda pinna dorsale, generalmente gialla alla base, come l’anale, e poi traslucida, reca 31-35 raggi inermi, mentre quest’ultima, simmetrica, ne ha 28-32.
Le pettorali, di taglia modesta, contano 12-14 raggi molli. Servono ben poco negli spostamenti, comunque incerti, affidati per lo più agli ondeggiamenti della dorsale e dell’anale.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Pervagor aspricaudus si nutre di plancton, alghe bentoniche e piccoli invertebrati che trova esplorando senza sosta gli anfratti. È un pesce schivo, difficile da osservare, e come spesso accade per i congeneri, pare che le femmine scelgano, per deporre, alghe particolarmente tossiche, poco frequentate dagli erbivori. Dopo la fecondazione, le uova sono accudite, fino alla schiusa, da entrambi i genitori.
Nonostante la loro piccola taglia e la splendida livrea, non sono pesci adatti agli acquari domestici, come del resto tutti i Pervagor. Problemi d’alimentazione a parte, non sopportano il via vai di una casa e se si devono spostare di vasca, il loro rivestimento spinoso s’impiglia nelle maglie dei retini con grave stress e danni per l’animale quando poi bisogna staccarlo a forza con le mani.
Quando si comprano e in questi casi, occorre quindi farli entrare delicatamente in un contenitore sommerso ed estrarli con l’acqua.
Per fortuna non si tratta di una specie in pericolo. La resilienza è ottima, con un possibile raddoppio delle popolazioni in meno di 15 mesi, e l’indice di vulnerabilità è oggi (2020) decisamente basso, segnando solo 20 su una scala di 100.
Sinonimi
Monacanthus aspricaudus Hollard, 1854; Monacanthus rubricauda Bliss, 1883; Pervagor melanocephalus johnstonensis Woods, 1966.