Papio anubis

Famiglia : Cercopithecidae


Testo © Dr. Giulia Ciarcelluti socio API

 

Al maschio dominante di Papio anubis basta spesso uno sguardo per farsi ubbidire, all’istante, da tutti i membri del branco.

Al maschio dominante di Papio anubis basta spesso uno sguardo per farsi ubbidire, all’istante, da tutti i membri del branco © Rob Sall

Papio anubis Lesson (1827) è una specie di Scimmie del Vecchio Mondo (Simiiformes Catarrhini) della famiglia Cercopithecidae.

Il termine specifico anubis ed i nomi con cui la specie è comunemente conosciuta, Anubi e Babbuino verde, fanno riferimento ad Anubis, divinità dell’antico Egitto, spesso raffigurata con testa di sciacallo o lupo, e al mantello che è di colore olivastro.

Il nome generico, Papio, deriva dal francese “babouin”, che a sua volta è affine all’italiano “babbeo”.

Se poi il maschio di Papio anubis sbadiglia tutti tremano: supera infatti gli 80 cm e 25 kg di peso con dei canini imponenti.

Se poi sbadiglia tutti tremano: supera infatti gli 80 cm e 25 kg di peso con dei canini imponenti © Robert Muckley

Oltre che come Babbuini, le specie di Papio sono chiamate anche Paviani, nome questo forse derivato dalla città italiana di Pavia.

L’Anubi, fra i più grandi dei i babbuini, ha corpo robusto, con i maschi che mediamente raggiungono la lunghezza di oltre 80 cm e un peso di circa 25 kg, mentre la coda in genere supera i 50 cm.

Le femmine sono più piccole dei maschi e in media raggiungono la lunghezza di 60 cm, pesano circa 14 kg ed hanno la coda che in genere misura 48 cm.

Il capo del Babbuino verde è massiccio e, come nelle Scimmie Catarrine, presenta il naso appiattito, con le narici ravvicinate e più o meno aperte e rivolte in avanti, a differenza di quanto si vede in altri babbuini del genere Papio.

La sommità del capo è piatta, caratteristica questa che distingue il Babbuino verde dal Babbuino giallo (Papio cynocephalus Linneo, 1766).

La faccia ha gli occhi ravvicinati ed è glabra.

Il muso, lungo e appuntito, è di forma canina con la pelle di colore grigio scuro, tendente al nero, in entrambi i sessi.

La bocca di Papio anubis è armata di una robusta dentatura con i canini che nei maschi adulti sono più sviluppati e costituiscono armi possenti.

Inoltre, la bocca è provvista di due ampie tasche guanciali, che durante la ricerca di cibo gli permettono di conservare quello già raccolto.

Le callosità adipose delle natiche sono larghe, senza peli e di colore rosso vivo.

Il Babbuino verde, come le altre specie congeneri, manifesta un marcato dimorfismo sessuale, con i maschi che, a differenza delle femmine, si distinguono per la presenza di una sorta di grande criniera nella parte anteriore del corpo.

Ed ancora, i maschi presentano il cranio con spesse creste ossee su entrambi i lati del naso e un prominente osso arrotondato sopra le orbite.

Il maschio di Papio anubis è grande il doppio delle femmine ed anche i giovani maschi ribelli devono ubbidire all’istante se non vogliono assaggiare i suoi morsi.

È grande il doppio delle femmine ed anche i giovani maschi ribelli devono ubbidire all’istante se non vogliono assaggiare i suoi morsi © Michael Heyns

Inoltre come detto, i maschi pesano circa il doppio delle femmine ed hanno i canini maggiormente sviluppati.

Animale plantigrado adattato a muoversi a quattro zampe sul suolo, il Babbuino verde presenta gli arti, anteriori e posteriori, di lunghezza praticamente uguale e con il pollice opponibile ma breve.

La coda è di media lunghezza, è provvista all’estremità di un ciuffo di peli e non è mai prensile e spesso viene tenuta piegata con un forte angolo verso il basso, il che la fa apparire come fosse “spezzata”.

A differenza di Papio cynocephalus, il capo di Papio anubis, è tipicamente piatto. Il muso, lungo e appuntito, è di forma canina con la pelle nerastra.

A differenza di Papio cynocephalus, il capo di Papio anubis, è tipicamente piatto. Il muso, lungo e appuntito, è di forma canina con la pelle nerastra © Giuseppe Mazza

Per queste caratteristiche morfologiche, oltre che per l’andatura a quattro zampe, questa specie ricorda alquanto un cane.

Zoogeografia

L’areale del Babbuino verde si estende attraverso la maggior parte dell’Africa centrale e sub-sahariana. Popolazioni isolate si trovano anche nelle zone montuose della regione del Sahara.

Ecologia-Habitat

I branchi degli Papio anubis, presenti nell’Africa tropicale e sahariana, passano in genere la notte sugli alberi o scogliere rocciose per sfuggire ai predatori.

I branchi degli Anubi, presenti nell’Africa tropicale e sahariana, passano in genere la notte sugli alberi o scogliere rocciose per sfuggire ai predatori © Luis G. Restrepo

Papio anubis, della quale sono state descritte diverse sottospecie, si rinviene in ambienti molto vari, quali savana, foreste tropicali sempreverdi, zone semi-desertiche, steppe, foreste montane, boschi semi-aridi e persino aree vicino a insediamenti umani.

Ha abitudini diurne e dedica la maggior parte della giornata alla ricerca di cibo.

Le ore notturne le dedica al riposo rifugiandosi su scogliere rocciose oppure su alberi per sfuggire ad eventuali predatori.

i Papio anubis scendono a terra per nutrirsi e la posizione eretta permette loro di osservare il territorio.

Scendono a terra per nutrirsi e la posizione eretta permette loro di osservare il territorio © Arnaud Delberghe

Il Babbuino verde è animale principalmente quadrupede terrestre, ma riesce all’occorrenza a muoversi su due zampe seppure per brevi periodi di tempo.

È in grado di arrampicarsi su alberi per scrutare eventuali pericoli o per procurarsi un cibo specifico.

Il Babbuino verde è onnivoro opportunista, il che gli permette di colonizzare diversi ambienti.

La capacità di adattarsi ad una dieta di bassa qualità basata solo su materiale vegetale, permette a questa scimmia di sopravvivere per lunghi periodi di tempo in condizioni di scarsità di cibo e di adattarsi a habitat poco ospitali.

La parte vegetale è molto varia e comprende erbe, radici, tuberi, foglie, essudati, cactus, funghi, nonché frutti, fiori, gemme, semi, corteccia.

Le popolazioni che vivono vicino alle foreste mangiano soprattutto frutta, mentre quelle vicine alla savana si alimentano principalmente di semi ed erbe.

Durante la stagione secca, i Babbuini verdi scavano nel terreno per procurarsi radici, tuberi e cormi per integrare la scarsità di cibo.

La dieta del Babbuino verde comprende anche insetti, scorpioni, ragni, uccelli e uova.

Tanto i maschi come le femmine sono abili cacciatori, che con varie strategie di caccia riescono ad abbattere piccoli uccelli, conigli, volpi, lucertole e addirittura altri primati e gazzelle.

La vicinanza di insediamenti umani agli habitat dei Babbuini verdi fa sì che questi primati arrivino anche a razziare colture di mais, banane, canna da zucchero e fagioli.

A livello ecologico, i Babbuini verdi svolgono un importante ruolo nell’aerazione del terreno attraverso lo scavo di cormi, radici e tuberi, e sono dispersori dei semi di frutti e cereali che mangiano.

I predatori naturali del Babbuino verde sono: la iena, il coccodrillo, il leopardo e lo scimpanzé.

Etologia-Biologia riproduttiva

Oltre alle foglie e i frutti caduti al suolo, Papio anubis trova sempre qualcosa da mangiare: insetti, scorpioni, ragni, uccelli e uova.

Oltre alle foglie e i frutti caduti al suolo, Papio anubis trova sempre qualcosa da mangiare: insetti, scorpioni, ragni, uccelli e uova © Rosemary Locock

Animale sociale, il Babbuino verde vive in comunità miste di maschi e femmine, di circa 15-150 individui. Ciascuna comunità è organizzata gerarchicamente.

Il comportamento riproduttivo di Papio anubis é promiscuo e fortemente relazionato all’organizzazione sociale della specie: vivendo in comunità miste, esiste la possibilità per ogni maschio di accoppiarsi con ogni femmina, il che crea gran competizione tra maschi.

Normalmente, vale la correlazione tra posizione gerarchica del maschio all’interno del gruppo e il suo successo riproduttivo.

Radici, tuberi, foglie, essudati, cactus, funghi, fiori, gemme, semi, corteccia permettono a Papio anubis di sopravvivere in ogni circostanza, e qui il piccolo ha già adocchiato i frutti.

Radici, tuberi, foglie, essudati, cactus, funghi, fiori, gemme, semi, corteccia permettono loro di sopravvivere in ogni circostanza, e qui il piccolo ha già adocchiato i frutti © Roger Wasley

Altre dinamiche sociali che concorrono al successo riproduttivo di un maschio sono le alleanze con altri maschi all’interno del gruppo, il che può sovvertire la gerarchia stabilita.

I maschi seguono anche una strategia di sviluppo di “amicizie” con le femmine, che aumenta le loro opportunità di accoppiarsi.

In queste amicizie, i maschi si dedicano al grooming (pulizia del pelo), condividono il cibo e hanno forti legami affiliativi con particolari femmine e la loro prole.

Il colore è non a caso invitante, e pare gustoso.

Il colore è non a caso invitante, e pare gustoso © Achim Mittler

È comune per i maschi difendere le loro amiche durante incontri agonistici con altre femmine e con altri maschi.

Queste relazioni non sono limitate al periodo durante il quale le femmine sono sessualmente ricettive, ma persistono per tutta la vita della femmina.

Le femmine tendono a mostrare una preferenza per l’accoppiamento con i loro amici maschi, e quindi rendono più probabile una relazione fedele con i loro amici maschi.

Inoltre, poiché le femmine preferiscono i loro amici come partner, è più probabile che cooperino con loro nel mantenimento di una relazione piuttosto che cooperare con altri maschi meno favoriti.

Nelle femmine, il rango viene ereditato da madre a figlia, poiché queste rimangono nel gruppo familiare di nascita e la leadership determina l’accessibilità al cibo e alle opportunità di riprodursi.

Dentro ogni comunità, le linee matrilineari hanno le loro proprie gerarchie.

Le femmine mantengono e rafforzano i propri legami sociali con il grooming, e rimangono vicine alle femmine della propria famiglia nei momenti di riposo.

I maschi lasciano i loro gruppi natali al momento della maturità, ai 6-9 anni circa. Durante il resto della loro vita, si muovono da una comunità all’altra ogni pochi anni, per evitare ibridazione con la propria prole.

Quando approcciano una nuova comunità, la strategia dei maschi è mostrarsi amichevoli, creando legami prima con le femmine e con i maschi solitari che non entrano nella linea gerarchica. Successivamente, provano ad entrare nella gerarchia e a scalarla confrontandosi con i maschi detentori della leadership, in scontri aggressivi e altamente competitivi.

Al contempo, quando non si hanno risorse per le cui competere (cibo, riproduzione), i maschi rispettano la gerarchia vigente e sono tolleranti tra loro.

Dopo tanto camminare qui il branco si riposa all’ombra di un maestoso Albero delle salsicce ( Kigelia africana ).

Dopo tanto camminare qui il branco si riposa all’ombra di un maestoso Albero delle salsicce (Kigelia africana) © Harvey Barrison

Al suolo ce ne sono tante e con un po’ d’ingegnosità si possono sgranocchiare. Per le primizie basta scalare l’albero.

Al suolo ce ne sono tante e con un po’ d’ingegnosità si possono sgranocchiare. Per le primizie basta scalare l’albero © Harvey Barrison

Quando hanno conquistato un buon rango nella gerarchia, i maschi adulti sono soliti formare coalizioni tra loro, spesso per proteggere le femmine in estro dai giovani maschi turbolenti.

Un fenomeno interessante in Papio anubis è il trasferimento secondario di maschi adulti anziani dai loro gruppi.

Poiché la capacità di un maschio di competere per le compagne è legata alla giovinezza e al vigore, o alle relazioni sociali a lungo termine con le femmine, il trasferimento in un nuovo branco in età avanzata riduce le opportunità di un maschio di accoppiarsi.

Il capo branco di Papio anubis sorveglia e riflette. Di femmine ce ne sono tante. Ma un giorno invecchierà e conviene tessere alleanze.

Il capo branco sorveglia e riflette. Di femmine ce ne sono tante. Ma un giorno invecchierà e conviene tessere alleanze © Rob Sall

Inoltre, il trasferimento in un nuovo gruppo espone un maschio a un gran numero di pericoli, tra cui un aumento del rischio di predazione e pericoli derivanti dall’aggressività durante l’integrazione nella gerarchia di dominanza maschile del nuovo gruppo.

D’altra parte, se restassero, sembra che i maschi anziani che una volta avevano alti gradi di dominanza siano oggetto di costanti molestie da parte dei maschi più giovani, che sembrano ricordare l’antica “grandezza” di tali maschi più anziani.

Pare tuttavia che i maschi con un numero maggiore di “amiche” femmine abbiano maggiori probabilità di rimanere nel loro branco nonostante le molestie.

La maturità sessuale viene raggiunta all’età di 4-6 anni, mentre l’età adulta effettiva è intorno ai 7-10 anni. Le femmine hanno tipicamente un ciclo estrale di 31-35 giorni.

C’è un notevole flusso mestruale per circa 3 giorni, ad ogni ciclo, se la femmina non concepisce.

Nel periodo vicino all’ovulazione, la zona genitale della femmina si gonfia, diventa di colore rosa e vengono prodotti acidi alifatici, che fungono da segnale chimico per i maschi della sua condizione potenzialmente fertile e aumentano la sua attrattività.

L’accoppiamento può avvenire durante tutto l’anno, e tanto i maschi quanto le femmine possono avere più partner.

Quando è presente l’estro, maschio e femmina si corteggiano, si accoppiano, si puliscono reciprocamente il pelo e passano abbastanza tempo insieme.

In Papio anubis, le femmine sono in genere ricettive durante 15-20 giorni per ogni ciclo e in questo lasso di tempo si accoppiano con più di un partner: questi accoppiamenti multipli possono confondere l’effettiva paternità della prole della femmina, il che aiuta a mitigare le tendenze infanticide dei maschi.

La gestazione dura 180-185 giorni. I piccoli dipendono totalmente dalla madre fino allo svezzamento, intorno ai 10-12 mesi.

Dopo lo svezzamento, anche i maschi iniziano a prendersi cura dei più piccoli per permettere alle femmine di cercare cibo e dedicarsi alla pulizia del pelo: è una fase fondamentale in cui i piccoli assistono alle dinamiche sociali del gruppo, un insegnamento che si porteranno quando lasceranno il proprio gruppo di origine.

Oltre alle maniere forti contano anche le amicizie, maschili e femminili, e spulciare qualche suddito è un passaporto per l’avvenire.

Oltre alle maniere forti contano anche le amicizie, maschili e femminili, e spulciare qualche suddito è un passaporto per l’avvenire © Rosemary Locock

Le femmine hanno un intervallo tra le nascite che va dai 12 ai 34 mesi. Questo intervallo varia in base a una serie di fattori: le femmine più anziane o di rango più alto tendono ad avere intervalli internatali più brevi.

La maggior parte delle cure parentali è a carico della femmina. Le femmine allattano, puliscono e giocano con la loro prole.

Non sembra esserci una cura della prole di tipo cooperativo tra le femmine in Papio anubis, ma non è raro che le femmine diverse dalla madre si prendano cura di un piccolo. Le femmine subadulte e giovani, che non si sono ancora riprodotte, mostrano un comportamento alloparentale con maggiore probabilità.

Madre con piccolo. Anche le femmine stringono alleanze per difendersi dai maschi non graditi e sorvegliare la prole.

Madre con piccolo. Anche le femmine stringono alleanze per difendersi dai maschi non graditi e sorvegliare la prole © Giuseppe Mazza

Come nel caso di tutti i babbuini, i piccoli risultano molto attraenti per gli altri membri del gruppo sociale e sono al centro di una grande quantità di attenzioni, specialmente quando presentano ancora il pelo nero.

I maschi hanno relazioni complesse con i neonati e i giovani, che in alcuni casi possono essere una forma di cura parentale. Sono noti per trasportare, proteggere, condividere il cibo (soprattutto la carne), pulire e giocare con la prole delle loro amiche. Poiché è più probabile che si accoppino con le loro amiche femmine che con altre femmine, questi neonati e giovani hanno maggiori probabilità di essere la loro prole rispetto ad altri animali immaturi all’interno del gruppo.

La relazione tra i maschi adulti e gli immaturi può essere ancora più complessa: i maschi adulti spesso portano attaccati nella zona ventrale i piccoli durante interazioni agonistiche con altri maschi adulti. Tale contatto può avere l’effetto di inibire l’aggressività da parte di altri maschi, facendo in modo che il neonato funga essenzialmente da “cuscinetto”.

Comunicazione

La comunicazione nel Babbuino verde è varia e complessa e comprende vocalizzazioni, espressioni facciali e gesti.

Nella comunicazione visuale entra il “social presenting”, il mostrare la zona anogenitale, e viene usato dalle femmine verso i maschi. Lo stesso comportamento può essere anche segnale di sottomissione, quando è accompagnato dallo schioccare delle labbra.

Il battito dei denti e lo schiocco delle labbra, anche se tecnicamente non sono vocalizzazioni, sono segnali uditivi di rassicurazione, spesso eseguiti da un animale dominante quando gli si presenta un altro individuo.

Quando il pericolo è imminente, i babbuini verdi emettono un grido d’allarme, una serie di latrati acuti, per incoraggiare gli altri a fuggire da quell’area.

Il grugnito è la vocalizzazione più comune utilizzata in tutte le età e in molte situazioni sociali. Le vocalizzazioni emesse da Papio anubis includono un “abbaiare”, o richiamo “wahoo”, che i maschi adulti dirigono verso i predatori felini o verso altri maschi.

Un piccolo di Papio anubis già cresciuto. Pare arricciare il naso, ma la vita è bella.

Un piccolo già cresciuto. Pare arricciare il naso, ma la vita è bella © Bruno Conjeaud

Sbadigliare, fissare lo sguardo, alzare le sopracciglia e digrignare i denti sono avvertimenti e segnali di aggressività.

I maschi adulti emettono vocalizzazioni che sembrano grugniti come minaccia e una vocalizzazione che ricorda un “ruggito” durante gli scontri.

Un ruggito stridente, che è un richiamo profondo e risonante, viene emesso dal maschio dominante dopo un scontro, e talvolta viene emesso dai maschi adulti quando c’è una minaccia notturna.

Scuotere la testa, battere le mascelle, restringere gli occhi, appiattire le orecchie e persino tirare fuori la lingua sono alcune delle espressioni facciali comunicative.

Lo schiocco della lingua è un’esibizione versatile che può trasmettere pacificazione, rassicurazione e sottomissione. Viene spesso utilizzato durante la toelettatura e i contesti di accoppiamento.

L’estensione della coda, i sorrisi di paura e il rigido accovacciarsi sono comportamenti di sottomissione.

La comunicazione tattile è comune nei babbuini. La toelettatura sociale (grooming) viene utilizzata per rafforzare i legami sociali, nonché per rimuovere parassiti e sporcizia dal pelo. La monta sociale è un comportamento usato per rassicurare.

Conservazione

Papio anubis non è una specie di primate a rischio di estinzione. Tuttavia, il conflitto con l’essere umano, soprattutto agricoltori, allevatori e cacciatori, rende questa specie degna di attenzioni particolari.

In alcune aree della Nigeria, i babbuini verdi vengono cacciati per la carne.

Alti rischi sono associati al consumo della loro carne, in quanto portatori del virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV), il virus Ebola e un batterio strettamente correlato alla sifilide.

Può già arrampicarsi sugli alberi, giocare con i compagni e seguire la madre in posizione eretta. Un giorno forse sarà il capo.

Può già arrampicarsi sugli alberi, giocare con i compagni e seguire la madre in posizione eretta. Un giorno forse sarà il capo © Joel Greenblatt

La crescita della popolazione umana, la perdita di habitat e la trasmissione di malattie hanno le potenzialitá di minacciare la sopravvivenza ed avere un impatto fortemente negativo sullo stato di conservazione di Papio anubis.

Il Babbuino verde è elencato nell’Appendice II della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES), un accordo internazionale tra governi il cui obiettivo è garantire che il commercio internazionale di esemplari di animali e piante selvatiche non minacci la loro sopravvivenza.

Papio anubis compare come “LC, Least Concern”, cioè a rischio minimo, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.

 

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