Famiglia : Orchidaceae
Testo © Dr Errol Véla – Université Montpellier-2
Traduzione in italiano di Mario Beltramini
L’ Ophrys insectifera L. (1753) è un’orchidea botanica che cresce nei prati, nei pascoli e nelle radure erbose di quasi tutta l’Europa.
Possiede due tuberculi sotterranei, dalla cui cima partono parecchie radici avventizie, sormontate da una rosetta di foglie ellittiche.
In primavera, dà origine a uno stelo verde di 20-50 cm che reca una infiorescenza a grappolo, lassa, formata da 2 a 10 piccoli fiori portati dall’ovario.
Il fiore è composto da tre sepali verdi ellittici, 2 petali superiori molto piccoli e fini, di colore rosso-nero, e da un labello (petalo inferiore) peloso, con quattro lobi di colore rosso vinoso scuro, talora bordati di giallo, al cui centro si nota una macula (macchia glabra e brillante) di colore grigiastro.
I fiori sono entomogami obbligati, e fecondati danno origine ad un frutto che produce migliaia di minuscoli semi sprovvisti di riserve.
La loro germinazione è possibile solo grazie alla presenza nel suolo di funghi micorrizici, che vivranno poi in simbiosi con la pianta per tutta la sua vita (parecchi anni, a volte uno o più decenni).
I nomi comuni più utilizzati sono: fly orchid, fly ophrys, insect bearing ophrys (inglese); ophrys mouche, ophrys insecte (francese); Fliegen-Ragwurz (tedesco); vliegenorchis (olandese), volar orquídea (spagnolo); ofride fior mosca, fior mosca, ofride insettifera, pecchia (italiano).
Questa è la prima Ophrys descritta da Linneo, nel 1753, nel suo celeberrimo “Species Plantarum” (prima edizione). Ed è anche la sola specie di Ophrys con una distribuzione estesa a tutta l’Europa, mentre le altre gravitano tutte nel bacino mediterraneo (dalle Canarie all’Iran). Linneo, che abitava in Svezia, la conosceva quindi bene, e fu infatti la prima che descrisse.
Il genere Ophrys, che in greco significa sopracciglio, è caratterizzato dal un petalo inferiore (il famoso labello delle orchidee) alquanto carnoso, interamente coperto da una densa peluria, ad eccezione di una macchia centrale, glabra e brillante, più o meno estesa, detta macula.
Sotto questo aspetto, tutte le Ophrys s’assomigliano, ma si distinguono poi tra di loro per taglia, colore, forma e pelosità del labello, come pure per altri caratteri meno evidenti, riguardanti i petali superiori e la forma del ginostemio (colonna che include il gineceo e gli stami, tipica della famiglia delle orchidee).
Ma il carattere più originale delle Ophrys non va cercato fra questi, poiché è invisibile: si tratta infatti dell’odore del labello !
Grazie a un gran numero di composti cuticolari lipidici, il labello imita, manco a dirlo, l’odore di vari insetti … femmina !
Ogni Ophrys ha il suo odore, ed ogni Ophrys ha il suo insetto impollinatore … maschio.
Questo viene eccitato, anche a grandi distanze, da segnali chimici a connotazione sessuale (feromoni) e punta irresistibilmente verso il fiore, appena l’identifica.
Giunto a contatto col labello, la somiglianza fisica e chimica è tale che il maschio, ingannato, tenta una copula fittizia, chimata pseudo-copulazione, durante la quale urta le masse polliniche (gruppi di pollini tipici delle orchidee) che s’incolleranno al corpo, sino al … prossimo fiore, che verrà, con lo stesso statagemma, impollinato !Questo meccanismo, molto raro nel mondo vegetale, lo troviamo spesso nelle orchidee tropicali … e mediterranee.
La Ophrys insectifera di Linneo, è insomma, letteralmente, la Ophrys “porta-insetti”, che è lo stesso.
Non scordiamo che si tratta della “specie-tipo” di questo genere, e quindi il nome, emblematico, è quanto mai azzeccato.
Il suo specifico insetto impollinatore è una vespa solitaria del genere Argogorytes (Hymenoptera, Crabronidae), mentre la maggior parte delle altre Ophrys è impollinata da api solitarie (generi Andrena, Eucera, ecc.), o più raramente da bombi, scarabei o mosche.
Nel caso dell’ Ophrys insectifera, l’insetto maschio entra in una pseudo-copulazione anteriore del fiore, è la sua testa, insomma, che entra in contatto con le masse polliniche. In questo caso si parla quindi di pseudo-copulazione cefalica.
Nel caso contrario (quasi altrettanto frequente), quando l’insetto guarda verso il retro, è il suo addome che entra in contatto con la massa pollinica, ed allora si parla di una pseudo-copulazione addominale.
Ad eccezione dell’ Ophrys apifera Hudson, 1762, la sola specie autogama del genere (non ha bisogno dell’insetto poichè può impollinarsi da sola !), tutte le Ophrys sono molto polimorfe, e le loro caratteristiche chimiche e biologiche cambiano non soltanto da una specie all’altra, ma anche tra una popolazione e l’altra e, in misura minima, tra un individuo e l’altro.
Il solo regolatore della riproduzione, e quindi delle caratteristiche associate, è l’insetto maschio ed il suo comportamento.
Grazie a questo meccanismo, le specie evolvono molto rapidamente e si moltiplicano nel corso dello spazio e del tempo.
Così oggi, nel Mediterraneo, in Europa e nel Medio Oriente, esistono parecchie centinaia (il numero preciso è sconosciuto) di specie d’ Ophrys. Alcune appaiono decisamente isolate (in una sola località), altre sono molto diffuse (in più paesi), ma tutte meritano la nostra attenzione e la nostra protezione, poichè compongono un sistema biologico complesso ed in costante evoluzione, in interazione col comportamento animale e gli ecosistemi che le ospitano.
Sinonimi: Ophrys insectifera var. myodes L. (1753) ; Ophrys muscifera Huds. (1761) ; Orchis insectifera (L.) Crantz (1769) ; Orchis muscaria Scop. (1772) ; Ophrys muscaria (Scop.) Lam. (1779), nom. illeg. non Pall. (1773) ; Ophrys myodes (L.) Jacq. (1781) ; Arachnites musciflora (Huds.) F.W.Schmidt (1793) ; Ophrys ambusta F. Picard (1905).
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