Famiglia : Arecaceae
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Testo © Pietro Puccio
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Cespitosa con fusti spinosi di 30 m d'altezza. Ornamentale ai tropici © Giuseppe Mazza
Il nome generico è la combinazione dei termini greci “onkos” = gonfio e “sperma” = seme; il nome specifico deriva dal latino “tigillum” = travicello, con riferimento ai fusti sottili.
Nomi comuni: nibung (malese); lao-cha-own (thailandese); nibong palm, nibung palm, wild palm (inglese); palmeira-nibung (portoghese).
L’ Oncosperma tigillarium (Jack) Ridl. (1864) è una specie densamente cespitosa con fusti che possono raggiungere i 30 m con un diametro fino a 15 cm, di colore bronzo chiaro su cui sono evidenti gli anelli traccia dell’attaccatura delle vecchie foglie, rivestiti da numerose spine nere, piatte, lunghe fino a 10 cm e rivolte prevalentemente verso il basso.
La base fogliare, che fascia interamente il tronco per una altezza di oltre 1 m, tubolare, spinosa, è di colore grigio verde.
Le foglie pennate, su piccioli lunghi circa 50 cm dotati di lunghe spine nerastre, sono lunghe circa 3 m, elegantemente arcuate, con pinnule appuntite, pendenti, uniformemente distribuite sul rachide, larghe 3 cm e lunghe nella parte mediana circa 60 cm.
Le infiorescenze, ramificate e spinose, si sviluppano all’interno di una spata anch’essa spinosa sotto le foglie e sono di colore giallo brillante con fiori di entrambi i sessi disposti nella caratteristica triade (un fiore femminile in mezzo a due fiori maschili).
I frutti globosi, di 1,2 cm circa di diametro, sono porpora nerastro a maturità. Si riproduce generalmente per seme che germina in 2-3 mesi; la crescita è veloce. I fusti, privati delle spine, sono utilizzati come elementi strutturali nelle abitazioni locali per la loro robustezza, elasticità e resistenza agli insetti xilofagi; per la lunga durata e resistenza al marciume anche immersi, sia in acqua dolce che salata, vengono impiegati nella costruzione di grandi trappole per pesci negli estuari e di altre strutture sommerse.
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Fiori e frutti di Oncosperma tigillarium © Giuseppe Mazza
È considerata una delle palme più orna- mentali per l’eleganza del fogliame, ma è relativamente poco coltivata, sia per la presenza delle spine, che per le sue esigenze di coltivazione, se non in grandi parchi e giardini, in cespi isolati, in gruppo o in filiera ai bordi dei viali, ma lontano da luoghi di passaggio.
È coltivabile, in pieno sole, esclusivamente nelle regioni a clima tropicale, e parzialmente subtropicale, temperature prossime a 0°C, anche per breve periodo, possono distruggere tutta la parte aerea.
Si adatta a qualsiasi tipo di terreno, anche scarsamente drenante, ma con disponibilità abbondante e continua di acqua, in presenza di periodi di secco la pianta entra in sofferenza se non viene opportunamente irrigata, perdendo molto del suo fascino.
Sinonimi: Areca tigillaria Jack (1820); Keppleria tigillaria (Jack) Meisn. (1842); Areca nibung Mart. (1838); Areca spinosa Hasselt & Kunth (1841); Euterpe filamentosa Kunth (1841); Oncosperma filamentosum (Kunth) Blume (1843); Oncosperma cambodianum Hance (1876).