Famiglia : Ogcocephalidae
Testo © Giuseppe Mazza
Ogcocephalus nasutus (Cuvier, 1829) appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, e all’ordine dei Lophiiformes che raggruppa 18 famiglie con specie caratterizzate come la Rana pescatrice (Lophius piscatorius) dalla presenza sul capo di un illicio, una sorta di lenza con esca per attirare le prede.
Fa parte dei pesci pipistrello, inseriti nella famiglia degli Ogcocephalidae, che conta 10 generi e 88 specie presenti nei mari tropicali e subtropicali di tutto il mondo, eccetto il Mediterraneo.
Animali dal corpo appiattito ventralmente che camminano sui fondali con pinne trasformate in zampe raggiungendo anche i 2000-4000 m di profondità.
Il loro illicio è minuscolo, ed esce solo quando serve da un apposito alloggiamento.
Il nome del genere Ogcocephalus nasce dal greco “oγκος” (ogkos), uncino, e “kεφαλή” (chefalò), testa, con riferimento appunto a questo arnese, mentre il genere nasutus, con un grande naso in latino, evoca il prolungamento del capo simile a un corno.
Il nome inglese di “Shortnose batfish”, cioè Pesce pipistrello dal naso corto, dice però stranamente il contrario.
Meglio allora forse il nome francese di “Poisson chauve-souris à ventre rouge”, cioè Pesce pipistrello dal ventre rosso, ma è detto anche Pesce pipistrello unicorno o Diavolo di mare per la forma inquietante, il dorso scuro ed il ventre rosso come le fiamme dell’inferno.
Zoogeografia
Ogcocephalus nasutus è un pesce dell’area caraibica, presente dalla Florida sud-orientale, le Bahamas e il Golfo del Messico, alle coste settentrionali del Brasile e le Antille.
Ecologia-Habitat
È una specie bentonica che è stata vista nuotare in superficie ma può scendere fino a 300 m di profondità.
Si trova spesso coperta in parte di sabbia fra le macerie dei coralli lungo il bordo del reef, ma frequenta anche le praterie sommerse di fanerogame ed i fondali fangosi dove attende immobile le prede.
Morfofisiologia
Ogcocephalus nasutus raggiunge anche i 38 cm di lunghezza.
Vista dall’alto, la parte anteriore del pesce ha un insolito profilo triangolare, ma quello che più stupisce sono le pinne pettorali, staccate dal corpo e trasformate in arti, con tanto di gomiti e cuscinetti carnosi all’estremità.
Appoggiandosi su queste e le pelviche d’analogo aspetto, il pesce può addirittura drizzarsi sul fondale e muoversi come un animale a quattro zampe, ma può anche nuotare per brevi tratti, quasi a balzi, agitando forsennatamente le pettorali e soprattutto la pinna caudale.
In certi individui il corno, volto per lo più verso l’alto, può anche guardare verso il basso, e la sua lunghezza, molto variabile, è talora modesta.
Sotto a questa protuberanza, poco sopra le narici, è presente la nicchia che protegge il suo piccolo illicio che reca tre minuscole esche tondeggianti.
Si presume che il suo movimento serva, come per esempio nel caso di Antennarius multiocellatus, un Lophiiformes appartenente alla famiglia Antennariidae, a far avvicinare, incuriosendole, le prede di passaggio, ma pare non sia mai stato visto all’opera, benché sia un pesce che si lascia osservare dai subacquei e persino afferrare con le mani.
In aquario agita istintivamente il suo illicio appena si introduce un nuovo pesce, forse perché ne sente l’odore.
Ma le cose si fermano qui, anche perché in cattività è probabilmente abituato ai frammenti di pesce o gamberetto che gli vengono offerti.
La bocca di Ogcocephalus nasutus, bassa e di taglia moderata, è praticamente orizzontale con minuti denti conici posti a fasce sulle mascelle, ma si apre quasi circolare quando viene estroflessa per catturare le prede.
Le piccole aperture branchiali a forma di tubo, dotate di opercolo, sono poste alla base delle pinne pettorali ed i rastrelli branchiali recano placche ovali con piccoli denti.
Vi è una modesta pinna dorsale con 4 raggi inermi verso la coda e la pinna anale, di taglia analoga, reca anche lei per lo più 4 raggi.
Il corpo e il capo sono ruvidi al tatto.
La parte superiore mostra infatti scaglie coniche o allargate a scudo, mentre sull’inferiore si notano scaglie appuntite e piccoli aculei sotto la coda che reca talora in mezzo anche una fila longitudinale di spine coniche. Alcune sottili spinosità, ben visibili sul corno, il mento e accanto agli occhi, hanno un aspetto peloso.
La linea laterale è costituita da scaglie a forma di barca con un foro per raccogliere le informazioni dall’acqua circostante. Ve ne sono da 7-8 sotto l’opercolo, 3 sopra la mascella superiore e 9 sulla guancia.
Il colore del lato dorsale varia dal nerastro al grigio o al bruno rossastro. Può essere uniforme o presentare un disegno a rete formato da macchie scure bordate di chiaro.
La parte finale delle pinne pettorali è nera, come la caudale che però ha poi una zona chiara in mezzo con un’altra fascia nera verso il peduncolo.
Le labbra, come il lato ventrale e la pinna anale, sono generalmente rosse.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Ogcocephalus nasutus si nutre di piccoli pesci, granchi, stomatopodi, gasteropodi, bivalvi e vermi policheti, integrando questa dieta carnivora con frammenti d’alghe e fanerogame.
Si presume che cacci d’agguato, nascosto in parte dalla sabbia e che questo camuffamento serva anche a proteggerlo dallo sguardo dei predatori.
Una specie affine, Ogcocephalus vespertilio, anche questa col corno, è stata vista usarlo per rovistare nella sabbia in cerca di prede mentre aspirava sabbia con la bocca filtrandola con le branchie.
Le uova di Ogcocephalus nasutus sono pelagiche e le larve metamorfosano solo quando raggiungono i fondali.
I giovani, simili agli adulti con un piccolo corno, hanno una livrea mimetica che simula la rena ghiaiosa grazie a un reticolo chiaro su fondo scuro.
La resilienza della specie è bassa, visto che occorrono 4,5-14 anni per raddoppiare le popolazioni, ma la vulnerabilità alla pesca è relativamente bassa segnando 28 su una scala di 100. In effetti quando incappa nelle reti a strascico viene se è ancora vivo rigettato in mare perché non ha alcun valore alimentare o commerciale, salvo finire come curiosità in qualche acquario.
Ogcocephalus nasutus figura cosi dal 2014 come “LC, Least Concern” nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.
Sinonimi
Malthe nasuta Cuvier, 1829.