Nemateleotris magnifica

Famiglia : Microdesmidae

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Testo © Giuseppe Mazza

 

Il Ghiozzo di fuoco è una specie bentopelagica dell’Indopacifico tropicale. Lungo meno di 9 cm preda zooplancton sopra alla tana dove scompare al minimo segno di pericolo

Il Ghiozzo di fuoco è una specie bentopelagica dell’Indopacifico tropicale. Lungo meno di 9 cm preda zooplancton sopra alla tana dove scompare al minimo segno di pericolo © François Libert

Con circa 2.000 specie i Gobiidae sono stati per molto tempo la più grande famiglia di pesci marini.

Ovvio che per i tassonomi più zelanti bisognava fare qualcosa, e così il Ghiozzo di fuoco o Pesce freccia di fuoco (Nemateleotris magnifica Fowler, 1938) appartiene oggi per alcuni all’ordine dei Gobiiformes, famiglia Gobiidae, sottofamiglia Ptereleotrinae, e per altri è invece un Gobiiformes appartenente al sottordine Gobioidei, famiglia Microdesmidae Regan, 1912 e sottofamiglia Ptereleotrinae che incorpora i generi Cerdale, Clarkichthys, Gunnellichthys, Microdesmus e Paragunnellichthys, mentre i generi Aioliops, Navigobius, Nemateleotris, Oxymetopon, Parioglossus e Ptereleotris sono stati assegnati alla sottofamiglia Microdesminae.

Non ha, come i Gobidi, le pinne pelviche fuse a ventosa per attaccarsi agli scogli, e la prima pinna dorsale reca un raggio smisurato erettile per sorprendere gli importuni

Non ha, come i Gobidi, le pinne pelviche fuse a ventosa per attaccarsi agli scogli, e la prima pinna dorsale reca un raggio smisurato erettile per sorprendere gli importuni © Jim Greenfield

La famiglia Microdesmidae conta così alla fine 86 specie, caratterizzate dal corpo a forma di sigaro, grandi occhi e testa tonda, presenti nei mari tropicali con qualche sporadico sconfinamento in acque salmastre.

Alcune possono sfiorare i 30 cm, ma si tratta in genere pesciolini di 5-12 cm talora caratterizzati, come per il Ghiozzo di fuoco, dai primi raggi della pinna dorsale particolarmente lunghi.

Gli adulti vivono solitari o in coppia, talora anche nella stessa tana, dove gamberetti simbionti del genere Alpheus si occupano delle pulizie in cambio degli avanzi di cibo

Gli adulti vivono solitari o in coppia, talora anche nella stessa tana, dove gamberetti simbionti del genere Alpheus si occupano delle pulizie in cambio degli avanzi di cibo © Karen Honeycutt

L’etimologia del genere Nemateleotris nasce composta dal greco antico “νῆμα” (nema) = filo, ed Eleotris, un genere assegnato ad una trentina Gobiiformes dal corpo affusolato. Assomiglia dunque a un pesce di questo tipo con una particolare pinna filiforme.

Circa il termine specifico magnifica, femminile latino di “magnificus” = pomposo, grandioso, splendido, è un ovvio e meritato riferimento alla livrea.

Quando si trovano gruppetti come questo si tratta in genere di giovani, più piccoli ma d’aspetto simile agli adulti

Quando si trovano gruppetti come questo si tratta in genere di giovani, più piccoli ma d’aspetto simile agli adulti © François Libert

Zoogeografia

Nemateleotris magnifica ha una diffusione vastissima nell’Indopacifico tropicale.

A titolo indicativo, partendo verso Est dalla costa orientale africana che va dalla Tanzania al Sud Africa, lo troviamo alle isole Riunione, Maurizio, Comore e Seychelles.

È poi presente alle isole Chagos, alle Maldive, Sri Lanka, isole Andamane, Cocos e Natale, Timor-Leste e Papua Nuova Guinea.

Da qui, verso Nord, raggiunge le Filippine, il Vietnam, Taiwan, Cina e Giappone, mentre verso Sud, dopo l’Australia, ha colonizzato, la Nuova Caledonia, le isole Vanuatu, le Marshall e le Fiji.

Dopo la Micronesia, le Hawaii e la Polinesia, arriva infine alle isole Pitcairn.

Ecologia-Habitat

Il Ghiozzo di fuoco è una specie bentopelagica, nuota cioè poco lontano dal fondo.

Anche se può raggiungere i 70 m, vive in genere in acque relativamente basse, fra 6-8 m di profondità, adattandosi a vari ambienti con temperature comprese fra 22 e 28 °C.

Si muove in genere sul lato esterno dei reef ma anche sui fondali detritici o rocciosi purché vi siano nascondigli idonei.

Adatta i buchi che trova o li scava nella sabbia: solidi rifugi, posti in luoghi strategici dove passano le correnti, per scomparire con un guizzo al primo segno di pericolo.

Caccia, librandosi sopra la tana, copepodi, larve di crostacei e tutto ciò che portano i fiumi di zooplancton.

Morfofisiologia

Nemateleotris magnifica non supera i 9 cm. Il capo, tondeggiante e senza squame, è quasi totalmente occupato dai grandi occhi. La bocca, protrattile, ha labbra carnose ed una dentatura presente, a fila unica, su entrambe le mascelle.

Per il corteggiamento il maschio, riconoscibile dal raggio erettile generalmente più lungo, nuota a girotondo intorno alla compagna

Per il corteggiamento il maschio, riconoscibile dal raggio erettile generalmente più lungo, nuota a girotondo intorno alla compagna © Mark Rosenstein

Il corpo, fusiforme, reca due pinne dorsali contigue, che si direbbero separate solo a prima vista da una vistosa incisione, con un totale di 7 raggi spinosi e 28-32 raggi molli.

La prima, a forma di lancia, leggermente più lunga nei maschi, è talora giallognola con il bordo superiore rosso enfatizzato da un leggero tratto azzurro violaceo ripreso, con disegni meno marcati, nella parte bassa che reca anche una fine punteggiatura chiara.

Le uova vengono deposte sotto le rocce o in piccoli anfratti. Il maschio, talora aiutato dalla femmina, le sorveglia e difende a spada tratta fino alla schiusa

Le uova vengono deposte sotto le rocce o in piccoli anfratti. Il maschio, talora aiutato dalla femmina, le sorveglia e difende a spada tratta fino alla schiusa © François Libert

Questo insolito stendardo può essere alzato verticalmente a scopo intimidatorio e nei maschi adulti è talmente lungo che raggiunge, ripiegandosi, il peduncolo caudale.

La pinna anale, speculare alla seconda dorsale, reca un raggio spinoso e 27-30 raggi inermi. Le pettorali hanno 19-20 raggi molli e le pelviche una spina e 5 raggi molli.

Un giovane. La parte finale della pinna caudale è trasparente. Mancano i disegni e il rosso deve ancora accendersi

Un giovane. La parte finale della pinna caudale è trasparente. Mancano i disegni e il rosso deve ancora accendersi © François Libert

A differenza dei Gobidae, come per esempio il Gobius niger del Mediterraneo, queste non sono fuse fra loro in una ventosa per ancorarsi agli scogli.

La caudale, arrotondata con forma leggermente trapezoidale per i grandi lobi sui lati, è rosso scuro come la parte superiore della dorsale e dell’anale, dove partono due tratti bluastri convergenti che qui diventano quasi paralleli.

Nella prima metà del corpo il colore di fondo è giallo-verdastro, tendente al limone sul capo. Degradando al madreperlaceo verso il ventre, sfuma poi rapidamente all’arancio e al rosso fiamma scuro verso la coda.

Dopo l’occhio, sul dorso, è presente una leggera punteggiatura chiara con toni violacei, e sopra al capo, fino alla pinna, vi è una caratteristica fascia chiara violacea.

Etologia-Biologia Riproduttiva

Il Ghiozzo di fuoco è monogamo e vive in coppia. Quando viene avvistato in gruppetti si tratta generalmente di giovani, difficilmente distinguibili dagli adulti, taglia a parte, perché hanno la stessa livrea.

Nemateleotris magnifica divide spesso la tana con gamberetti del genere Alpheus che ripuliscono la casa in cambio di avanzi di cibo.

Si è notato che il maschio corteggia la femmina girandole insistentemente intorno a pinna alzata per mostrare la sua baldanza, finché questa, stordita e convinta dal girotondo, cede. Le uova vengono deposte sotto le rocce o in piccoli anfratti, ed il maschio, talora aiutato dalla femmina, le sorveglia difendendole coraggiosamente fino alla schiusa.

Proposto spesso per la piccola taglia e la bellezza come pesce d’acquario, il Ghiozzo di fuoco mal si addice alle pareti domestiche.

Proposto spesso per la sua bellezza e la piccola taglia, Nemateleotris magnifica non è purtroppo un pesce per principianti, adatto agli acquari domestici

Proposto spesso per la sua bellezza e la piccola taglia, Nemateleotris magnifica non è purtroppo un pesce per principianti, adatto agli acquari domestici © Giuseppe Mazza

Problemi di convivenza a parte, è poco resistente alle malattie, si abitua con difficoltà al cibo secco e occorre controllare ogni giorno i parametri dell’acqua perché non tollera abbassamenti del PH ed eccessive concentrazioni di nitrati e fosfati.

Oggi, nel 2022, la resilienza della specie è buona, con un possibile raddoppio delle popolazioni in meno di 15 mesi. Non teme i cambiamenti climatici e la vulnerabilità alla pesca è quasi inesistente, segnando appena 10 su una scala di 100. Figura quindi come “Least Concern” nella Lista Rossa delle specie in pericolo, perché non desta al momento grandi preoccupazioni.

 

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