Famiglia : Acanthuridae
Testo © Giuseppe Mazza
Naso unicornis (Forsskål, 1775), volgarmente noto come Pesce unicorno blu, appartiene alla classe degli Actinopterygii, i pesci con le pinne raggiate, all’ordine dei Perciformes, ed alla famiglia degli Acanthuridae, quella dedicata ai pesci chirurgo, che conta 6 generi e 84 specie, caratterizzate, anche se in questa specie l’organo difensivo è un po’ diverso, da una lama tagliente estraibile presente sui due lati del peduncolo caudale.
Una ventina circa di questi pesci sono stati raggruppati nella sottofamiglia dei Nasinae, i così detti pesci unicorno, per la strana e allungata protuberanza ossea sul muso.
Sono stati tutti assegnati al genere Naso, che nasce dalla parola latina “nasus”, naso, con riferimento a questo curioso bernoccolo che cresce, accanto alle narici, al posto del naso. Il nome specifico unicornis, precisa, sempre in latino, che il corno è unico.
Zoogeografia
Naso unicornis ha una distribuzione vastissima nell’Indo-Pacifico tropicale. A titolo indicativo, partendo dal Mar Rosso, lo troviamo lungo la costa africana fino al Sud Africa, nel Madagascar e nelle isole di Comore, Riunione, Mauritius, Seychelles e Maldive. È presente lungo le coste dell’India, Sri Lanka, Tailandia, Malesia, Indonesia e poi verso Nord nel Vietnam, Filippine, Taiwan, Cina, Giappone e Corea del Sud. In Oceania, dopo l’Australia e Papua Nuova Guinea, raggiunge la Nuova Caledonia e più a Sud Lord Howe. Procedendo a levante, ha colonizzato le Figi, Tonga, Samoa, Isole Cook, Hawaii e infine la Polinesia Francese e le Isole Pitcairn.
Ecologia-Habitat
È un pesce bentopelagico diurno che nuota anche nei canali delle lagune e al largo, incurante delle correnti sul lato esterno dei reef, fino a 180 m di profondità, ma si può trovare anche in un metro d’acqua fra le formazioni madreporiche e gli scogli, dove prosperano le alghe di cui si nutre. I giovani preferiscono invece le acque tranquille, e crescono spesso sui fondali sabbiosi e detritici delle lagune.
Morfofisiologia
Naso unicornis può raggiungere i 70 cm di lunghezza, ma in genere supera di poco i 50 cm. Il corpo è ovale, molto piatto, al punto che in casi estremi, benché abbia due vistosi uncini taglienti blu per lato sul peduncolo caudale, se vede che l’avversario è di grossa taglia, aderisce perfettamente, appiattendosi, alla base di roccioni o madrepore impedendo così al predone d’ingoiarlo. Strategia adottata, talora con un pigiama mimetico, anche per il riposo notturno.
Il profilo del capo è concavo, ed il corno osseo, lungo circa 12 cm, non supera quasi mai la verticale della bocca. Questa è piccola, con labbra carnose, chiare o bluastre, e denti seghettati per tagliare le alghe di cui si nutre. L’occhio è prominente, posto lontano dalla bocca alla base del corno. È grande, con iride argentea e un contorno dorato che si allarga in alto a mo’ di sopracciglia.
Vi è una sola lunga pinna dorsale che conta 6 raggi spinosi e 27-30 molli. Grigia o beige, ha striature oblique blu e un bordino turchese. L’anale, d’aspetto analogo, è simmetrica, con 2 raggi spinosi e 27-30 inermi; le pinne pettorali sono trasparenti con 17-18 raggi molli grigi o beige, e le pelviche, appuntite, recano un raggio pinoso e 3 inermi.
La pinna caudale è lunata con lobi filamentosi bordati di blu che crescono a dismisura con l’età, leggermente più lunghi, come accade per il corno, nei maschi.
Il corpo, ricoperto da squame molto piccole, appare quasi liscio. Può cambiare rapidamente di colore per effetto dei cromatofori secondo l’umore del pesce e le necessità mimetiche. In genere è grigio argenteo o bluastro, come ricorda il nome italiano, ma può essere anche verdastro o bronzeo, e si nota spesso una zona blu accanto alla pinna pettorale.
Etologia-Biologia Riproduttiva
Naso unicornis si nutre principalmente d’alghe brune e rosse, per lo più appartenenti ai generi Dictyota, Sargassum, Padina, Turbinaria e Jania, senza trascurare i detriti e la pellicola di diatomee ed alghe microscopiche che trova sui fondali.
È utile al reef perché ripulisce le madrepore da alghe filamentose infestanti, ma quando mangia dei dinoflagellati velenosi come il Gambierdiscus toxicus, la sua carne può diventare pericolosa per l’uomo e non sono rari i casi di ciguatera, un’intossicazione alimentare, senza antidoti, con sintomi digestivi, neurologici e cardiovascolari che possono durare anche dei mesi.
Talora solitario, il Pesce unicorno blu vive spesso in gruppi, più numerosi nel periodo riproduttivo.
Raggiunge la maturità sessuale intorno ai 35 cm di taglia, e gli accoppiamenti, legati al ciclo lunare, avvengono generalmente verso sera. Le coppie si muovono allora su e giù, a scatti, accanto alla superficie, liberando i gameti. Le uova sono affidate alle correnti.
La fase larvale dura quasi due mesi. I giovani crescono così in località spesso lontane, colonizzando altri reef e ciò spiega l’enorme diffusione di questa specie.
I pesciolini sono senza corno, con un profilo tondeggiante e fasce orizzontali blu che si sovrappongono alle striature oblique sulla pinna anale.
D’indole pacifica Naso unicornis è spesso ospite, come Naso elegans, dei grandi acquari pubblici, i soli in grado d’assicuragli, data l’alimentazione e la taglia, una vita decente. L’età massima riportata è di 58 anni.
La resilienza del Pesce unicorno blu è bassa, perché occorrono 4,5-14 anni per rifare le popolazioni decimate dagli eventi, ma l’indice di vulnerabilità alla pesca segna solo 32 su una scala di 100.
Non si sa molto sull’andamento delle popolazioni ma dato l’enorme areale e il fatto che in natura, comunque vadano le cose, non morirà mai di fame, Naso unicornis figura oggi come “LC, Least Concern”, cioè come “Minima Preoccupazione”, nella Lista Rossa IUCN delle specie in pericolo.
Sinonimi
Chaetodon unicornis Forsskål, 1775; Acanthurus unicornis (Forsskål, 1775).