Mirabilis jalapa

Famiglia : Nyctaginaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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La Mirabilis jalapa è un cespuglio erbaceo perenne, molto ramificato, alto anche 1 m © G. Mazza

L’esatto luogo di origine non è noto, si suppone il Messico.

Il nome del genere è il termine latino “mirabilis” = mirabile, sorprendente, con riferimento ai vivaci e variabili colori dei fiori; il nome specifico deriva da quello della città di Xalapa, da cui fu importata per la prima volta in Europa una radice medicinale con proprietà lassative che si supponeva poter appartenere a questa pianta, poi in realtà identificata con quella della Ipomoea jalapa (L.) Pursh.

Nomi comuni: beauty-of-the-night, false jalap, four o’clock, marvel of Peru (inglese); belle-de nuit (francese); bella di notte, fior di notte, gelsomino di notte (italiano); batata-de-purga, bela-noite, boa-noite, bonina, erva-de-Santa-Catarina, jalapa-falsa, maravilha (portoghese-Brasile); bella de noche, buenas tardes, clavellina, dondiego de noche, donpedros, falsa jalapa, galán de noche, hoja de Xalapa, maravilla, periquitos (spagnolo); jalapenwunderblume, wunderblume (tedesco).

La Mirabilis jalapa L. (1753) è un cespuglio erbaceo perenne molto ramificato, con rami eretti lunghi fino a circa 1 m, e radice tuberosa verticale, nerastra, lunga anche oltre 20 cm. Le foglie sono semplici, opposte, ovate con apice acuminato e base cordata, lunghe fino a 12 cm e larghe fino a 5 cm, di colore verde intenso superiormente, verde pallido inferiormente.

I fiori ermafroditi, raggruppati in cime terminali, sono privi di corolla, la funzione di attrarre gli impollinatori è assunta dai calici petaloidei imbutiformi, di 4-6 cm di lunghezza e 2-3,5 cm di diametro, costituiti dai 5 sepali, saldati insieme, di vari colori, bianco, giallo, rosa e rosso, a volte screziati o bicolori, anche diversi sulla stessa pianta.

I fiori si aprono nel tardo pomeriggio e chiudono al mattino, tranne che nelle giornate molto nuvolose in cui l’apertura può essere anticipata, e sono intensamente profumati; l’impollinazione è effettuata da farfalle notturne e colibrì. I frutti sono acheni ovoidi, rugosi e verrucosi, lunghi 6-10 mm, di colore bruno scuro o nero.

I fiori si aprono a fine pomeriggio. I semi sono velenosi. Le radici tuberose medicinali © G. Mazza

I fiori si aprono a fine pomeriggio. I semi sono velenosi. Le radici tuberose medicinali © G. Mazza

Si riproduce facilmente per seme, tenuto in acqua per una notte prima della messa a dimora, posto superficialmente in terriccio perfettamente drenante mantenuto umido; la germinazione avviene in 1-3 settimane alla temperatura di 18-20 °C.

Si autodissemina facilmente anche in suoli poveri e spesso colonizza aree ruderali; in alcune zone è diventata infestante.

Specie di facile coltivazione, è adatta a climi tropicali, subtropicali e temperato caldi, dove può resistere, a livello di radice ad alcuni gradi sotto 0 °C, specie se ben pacciamata.

Richiede per crescere al meglio una esposizione in pieno sole, si adatta anche alla parziale ombra, ma in tal caso il fogliame si presenta meno denso e la fioritura più sparsa.

Non è particolarmente esigente riguardo al suolo, purché drenante, è resistente alle elevate temperature, a periodi di secco, se ben radicata, ed alla salinità, può essere quindi impiegata in giardini costieri.

Dove il clima non consente la permanenza all’aperto può essere trattata come annuale, grazie al breve periodo, circa tre mesi, che intercorre tra la germinazione e i primi fiori; seminando all’inizio della primavera in ambiente protetto la fioritura inizia a luglio e prosegue fino all’autunno inoltrato.

In alternativa in autunno si possono estrarre dal terreno le radici tuberose per conservarle fino alla primavera successiva, ma tale operazione viene raramente effettuata, data la facilità con cui la pianta si ottiene da seme. Si adatta anche alla coltivazione in vaso, in terriccio sabbioso ricco di sostanza organica, drenante, con regolari e abbondanti innaffiature durante il periodo vegetativo. La Mirabilis jalapa è stata una delle piante ornamentali più popolari nel XVII e XVIII secolo; è stata anche utilizzata negli studi sui caratteri dei colori dei fiori.

Tutte le parti della pianta sono utilizzate nella medicina tradizionale, in particolare le radici tuberose per le proprietà purgative e antibatteriche; i semi sono velenosi, se ingeriti, per la presenza di sostanze neuro tossiche.

Sinonimi: Jalapa officinalis Garsault (1764); Nyctago versicolor Salisb. (1796); Nyctago jalapae (L.) DC. (1805).

 

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