Famiglia : Malvaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria delle Antille Olandesi, Bahamas, Belize, Brasile (Bahia, Ceará, Goiás, Pernambuco e Piauí), Colombia, Costa Rica, Cuba, Giamaica, Grenada, Guatemala, Haiti, Honduras, Isole Vergini, Martinica, Messico (Baja California, Baja California Sur, Campeche, Chiapas, Chihuahua, Colima, Durango, Guerrero, Hidalgo, Jalisco, México, Michoacán, Morelos, Nayarit, Nuevo León, Oaxaca, Puebla, Quintana Roo, San Luis Potosí, Sinaloa, Sonora, Tabasco, Tamaulipas, Veracruz, Yucatan e Zacatecas), Nicaragua, Perù, U.S.A. (Florida e Texas) e Venezuela dove cresce nelle foreste secche aperte, boscaglie, savane, incolti e lungo strade e sentieri su suoli prevalentemente rocciosi e poveri, dal livello del mare fino a circa 1300 m di altitudine.
Il nome del genere viene dall’arabo “ملوخية” (mulukhiyah) = che designa il Corchorus olitorius L. pianta delle Malvaceae ampiamente utilizzata da tempi remoti nella cucina di molti paesi del nord africa, in particolare l’Egitto, del medio oriente e del sud-est asiatico; il nome della specie è l’aggettivo latino “tomentosus, a, um” = lanuginoso, vellutato, con riferimento alla tomentosità di tutte le parti della pianta.
Nomi comuni: red rope, teabush, wolly pyramid bush (inglese); capa-bode, malvarisco, malva-roxa (Brasile); raichie (Giamaica); malva de los cerros (Messico); varita de San José (Nicaragua); basora cora (Porto Rico); escoba roja, escobilla (Repubblica Dominicana).
La Melochia tomentosa L. è una erbacea perenne o arbusto eretto, compatto, alto 0,3-2,5 m, con rami ricoperti da un tomento biancastro. Le foglie, su un picciolo lungo 0,1-2 cm, sono opposte, semplici, oblungo-ovate con apice ottuso o acuto e margine crenato-serrato, lunghe 2-6 cm e larghe 1-4 cm, ricoperte da un tomento biancastro di peli stellati.
Le infiorescenze, su un peduncolo lungo circa 8 mm, sono cime ombrelliformi generalmente ascellari, a volte terminali o opposte alle foglie, con 3-10 fiori, di circa 1,5 cm di diametro, fragranti. Calice, lungo circa 6 mm, con 5 sepali, uniti alla base, ricoperti da peli ghiandolari, corolla con 5 petali liberi sovrapposti alla base, ovati con apice ottuso, lunghi 8-10 mm e larghi 2-3 mm, da rosa a porpora violetto, 5 stami, ovario pentaloculare con 2 ovuli per loculo e stilo con 5 ramificazioni.
I fiori sono bisessuali, ma presentano il fenomeno della eterostilia, con individui che portano solo fiori con stilo corto e lunghi stami (brevistili), ed altri solo fiori con stilo più lungo degli stami (longistili), ciò favorisce la fecondazione incrociata.
Il frutto è una capsula con apice acuminato e 5 ali, di circa 8 mm di larghezza, tomentosa, con 1-2 semi, lunghi 2-3 mm, per loculo. I fiori vengono visitati da diverse specie di api, farfalle e colibrì.
Si propaga per seme, che si autodissemina facilmente, diventando in qualche caso infestante, e per talea.
Arbusto dalla copiosa fioritura che si protrae ininterrotta dalla primavera all’autunno, cresce in pieno sole e su diversi tipi di suolo, sia umidi che aridi, anche poveri, purché drenanti, resiste alla siccità, può essere quindi utilizzato in giardini di tipo desertico, è anche una specie da prendere in considerazione per giardini di farfalle.
I decotti di parti della pianta, in particolare delle radici, sono utilizzati come bevanda e nella medicina tradizionale per varie patologie, abitudine che andrebbe scoraggiata, studi epidemiologici hanno infatti evidenziato una elevata incidenza di tumori esofagei nelle popolazioni che ne fanno maggiore uso, attività cancerogena confermata anche da studi di laboratorio.
Sinonimi: Melochia crenata Vahl (1794); Riedlea crenata (Vahl) DC. (1824); Melochia diffusa Bertero ex Spreng. (1826); Melochia portoricensis Spreng. (1826); Visenia crenata (Vahl) Spreng. (1826); Melochia plicata C. Presl (1835); Melochia hypoleuca Miq. (1849); Riedlea hypoleuca (Miq.) Walp. (1852); Melochia tomentosa var. bahiensis K. Schum. (1886); Melochia tomentosa var. typica K. Schum. (1886); Melochia arida Rose (1905); Moluchia tomentosa (L.) Britton (1918); Sida rajoides M.E. Jones (1933).
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