Famiglia : Orchidaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’Ecuador e Perù dove cresce nelle foreste nebbiose, sugli alberi o su pendii rocciosi ricoperti da detriti vegetali in decomposizione, tra 1200 e 2700 m di altitudine.
Il nome del genere deriva dall’aggettivo latino “maxillaris, e” = mascellare, che ha attinenza con la mascella, con riferimento alla forma del nettario; la specie è dedicata all’orticultore tedesco Henry Frederick Conrad Sander (1847-1920), fondatore della rivista “Reichenbachia” dedicata alle orchidee.
Nomi comuni: Sander’s Maxillaria (inglese).
La Maxillaria sanderiana Rchb.f. ex Sander (1888) è una specie epifita o litofita, cespitosa, robusta, con rizoma strisciante, radici filiformi e pseudobulbi ovoidi, compressi lateralmente, lunghi 5-10 cm, provvisti all’apice di una foglia oblungo-ellittica con apice acuto, lunga fino a circa 40 cm e larga 5-7 cm. Infiorescenze basali ascendenti o semipendenti, lunghe 10-25 cm, su un peduncolo provvisto di brattee imbricate, lunghe 2,5-3,5 cm, con un unico fiore, di 10-13 cm di diametro, carnoso, con sepali e petali di colore bianco, meno frequentemente bianco-rosato, con macchie porpora scuro alla base e labello giallo; i fiori emanano una gradevole fragranza e durano 2-3 settimane. Sepalo dorsale oblungo-lanceolato con apice acuto, concavo, lungo 5,5-6,5 cm e largo 1,7-2 cm, sepali laterali simili al dorsale, uniti alla base della colonna a formare una sorta di sperone (mentum). Petali obliquamente lanceolati con apice acuto, lunghi 4,5-5 cm e larghi 1,5-1,8 cm, labello trilobato, ricurvo, lungo circa 3,5 cm, lobi laterali appena accennati e lobo mediano ovato con margini ondulati, colonna clavata lunga 1,5 cm.
Si riproduce per seme, in vitro, e per divisione, con ciascuna sezione provvista almeno di 3-4 pseudobulbi, alla ripresa vegetativa.
Specie fiorifera con grandi fiori, tra i più grandi del genere, fragranti e di lunga durata, di coltivazione non del tutto facile per le sue particolari esigenze. Richiede una posizione semiombreggiata, temperature da fresche a intermedie, con massime estive non superiori a 26 °C e minime invernali non inferiori 10 °C, con elevata escursione termica giornaliera, ed elevata umidità, 70-80 %; fondamentale una buona ventilazione per evitare l’insorgenza di marciumi. Innaffiature frequenti durante la crescita degli pseudobulbi, più diradate durante la stasi vegetativa, mantenendo sempre il substrato moderatamente umido, utilizzando acqua piovana, demineralizzata o da osmosi inversa. Viene solitamente coltivata in canestri sospesi, dato che il peduncolo floreale viene a volte emesso verso il basso, con composto particolarmente drenante che può essere costituito da frammenti di corteccia di media pezzatura e carbone vegetale con aggiunta di sfagno o fibra di cocco per mantenere l’umidità.
Per le concimazioni, in primavera-estate, alternate alle semplici innaffiature per dilavare le radici particolarmente sensibili all’accumulo di sali, può essere utilizzato un composto specifico per orchidee, ulteriormente diluito rispetto alle dosi consigliate. I rinvasi vanno effettuati quando il composto dà segni di deterioramento alla ripresa vegetativa.La specie è iscritta nell’appendice II della CITES (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Maxillaria sanderiana var. atropurpurea H.Williams (1894); Maxillaria sanderiana f. atropurpurea (H.Williams) Christenson (2010); Maxillaria sanderiana f. xanthina Christenson (2010).
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