Famiglia : Arecaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria del Brasile (Amazonas), Colombia (Amazonas, Guainía e Guaviare), Perù (Loreto) e Venezuela (Amazonas) dove cresce nelle foreste pluviali e nelle savane, prevalentemente lungo le rive di corsi d’acqua su suoli periodicamente inondati costituiti da sabbie bianche, a basse altitudini.
Il genere fu dedicato al governatore della Compagnia Olandese delle Indie Occidentali in Brasile Johan Mauritz van Nassau-Siegen (1604-1679); il nome della specie deriva da quello locale “caraná” con cui è chiamata in Brasile, Colombia e Venezuela.
Nomi comuni: carana palm (inglese); buriti-mirim, caraná, caraná-do-mato, miritirama, muhῖ (Brasile); canangucha de sabana, canangucha paso, caraná, muhı-nyu, puy (Colombia); aguaje, aguaje de varillal (Perù); caraná (Venezuela).
La Mauritia carana Wallace (1853) è una specie dioica a fusto solitario, eretto, fino a circa 18 m di altezza e 30-40 cm di diametro, liscio e di colore grigio chiaro nelle parti più vecchie non coperte dalle basi delle foglie morte. Le foglie, su un picciolo lungo circa 2 m, sono costapalmate, di circa 2 m di lunghezza e 3-3,5 m di larghezza suddivise in 140-150 segmenti disposti ad angoli differenti; la base del picciolo è provvista ai margini di lunghe fibre pendenti. Infiorescenze legnose semipendenti tra le foglie, lunghe circa 1,5 m, ramificate del secondo ordine, con 16-18 ramificazioni distiche, lunghe fino a 70 cm, e fiori disposti in coppia negli individui maschili, solitari in quelli femminili. Frutti subglobosi, di 5-7 cm di diametro, ricoperti da scaglie sovrapposte di colore bruno rossiccio, contenenti un solo seme globoso.
Si propaga per seme, preventivamente tenuto in acqua per due giorni, in terriccio sabbioso mantenuto costantemente umido a 26-28 °C, con tempi di germinazione piuttosto variabili, da 1 a 5 mesi. Specie di grande valore ornamentale che meriterebbe una maggiore diffusione nelle zone a clima tropicale umido e marginalmente subtropicale, come esemplare isolato o in gruppo, in parchi e grandi giardini. Richiede una esposizione in pieno sole o leggermente ombreggiata, in particolare nella fase giovanile, elevate e costanti temperature e umidità ambientale e non è particolarmente esigente riguardo al suolo, anche se preferisce quelli sabbiosi, purché mantenuto costantemente umido. Può utilizzarsi anche nelle zone tropicali a clima stagionale avendo cura di effettuare frequenti e abbondanti innaffiature durante i periodi di secco. Le foglie, per la loro resistenza e durata, sono impiegate come copertura delle abitazioni e i fusti come elementi portanti; i frutti sono a volte consumati dalle popolazioni indigene, anche se non molto appetibili, e i semi utilizzati per realizzare oggetti artigianali.
Sinonimi: Orophoma carana (Wallace ex Archer) Spruce ex Drude (1881).
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