Marantochloa purpurea

Famiglia : Marantaceae


Testo © Pietro Puccio

 

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La Marantochloa purpurea è una specie erbacea tropicale, rizomatosa e perenne, che forma cespi alti 1-4 m © Mazza

La specie è originaria dell’Africa Tropicale (Angola, Benin, Burkina, Camerun, Congo, Costa d’Avorio, Gabon, Ghana, Guinea, Guinea Equatoriale, Liberia, Mali, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Sierra Leone, Sudan, Tanzania, Togo e Uganda) dove cresce nelle foreste umide fino a circa 1500 m di altitudine, spesso in zone paludose e lungo i corsi d’acqua.

Il nome generico è la combinazione di Maranta, genere dedicato al medico e botanico italiano Barto- lomeo Maranta (1500-1571), e del sostantivo greco “χλόη” (chloe) = erba; il nome specifico è l’aggettivo latino “purpureus, a, um” = purpureo, con riferimento al colore dei fiori.

Nomi comuni: yoruba soft cane (inglese); canne molle, feuille du kola (francese).

La Marantochloa purpurea (Ridl.) Milne-Redh. (1950) è una specie erbacea rizomatosa perenne, sempreverde, con fusti ramificati, che forma densi cespi, alti 1-4 m. Le foglie, su un picciolo lungo circa 90 cm, inguainante alla base per una lunghezza di circa 40 cm, sono alterne, ovate con apice lungamente appuntito, asimmetriche rispetto alla nervatura centrale, lunghe 15-40 cm e larghe 10-18 cm, di colore verde superiormente, con sfumature porpora inferiormente. Infiorescenze ramificate, lasse, lunghe fino a circa 45 cm, con rachide rosa e circa 4 nodi in ciascuna ramificazione provvisti di brattee lunghe 2-4 cm di colore rosa.

Le infiorescenze, ramificate e lasse, lunghe anche 45 cm, recano fiori ermafroditi di 1,8 cm © Giuseppe Mazza

Le infiorescenze, ramificate e lasse, lunghe anche 45 cm, recano fiori ermafroditi di 1,8 cm © Giuseppe Mazza

Le brattee avvolgono due piccole cime, su un peduncolo lungo 3 cm, portanti due fiori ermafroditi, lunghi 1,8 cm, con tre sepali uguali e corolla tubolare alla base a tre lobi, di colore da rosa a porpora, e stame e staminoidi disposti in due verticilli formanti alla base un tubo fuso con la corolla, il verticillo esterno è costituito da due staminoidi petaloidi di colore rosa o porpora, quello interno dallo stame fertile e uno staminoide a due lobi giallo. Il frutto è una capsula globosa trilobata, di circa 8 mm di diametro, di colore rosso vivo contenente tre semi trigoni bruni, lunghi circa 5 mm, con piccolo arillo biancastro.

Si riproduce quasi esclusivamente per divisione del rizoma con ciascuna sezione provvista di diverse gemme vegetative.

Poco diffusa al di fuori delle zone di origine, dove è normalmente raccolta in natura o piantata nelle foreste in prossimità dei villaggi, richiede un clima tropicale o subtropicale umido e una esposizione in pieno sole o parzialmente ombreggiata e non è particolarmente esigente riguardo al suolo. I fusti sono ampiamente utilizzati per confezionare cesti, corde, scope, stuoie, trappole per la pesca ed altri oggetti di uso comune e le foglie, portate fresche ogni giorno dalla foresta nei mercati, per avvolgere cibi e le noci di cola per evitarne l’essiccazione. Varie parti della pianta sono utilizzate da tempi remoti nella medicina tradizionale per varie patologie.

Sinonimi: Clinogyne purpurea Ridl. (1887); Donax arillata K.Schum. (1892); Donax purpurea (Ridl.) K.Schum. (1892); Clinogyne arillata (K.Schum.) K.Schum. (1897); Clinogyne baumannii K.Schum. (1902).

 

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