Famiglia : Bignoniaceae
Testo © Pietro Puccio
La specie è originaria dell’America tropicale (Bolivia, Brasile nordorientale, Colombia, Costa Rica, Ecuador, Guyana, Guyana Francese, Isole Sopravento Meridionali, Isole Sottovento Settentrionali, Perù, Suriname, Trinidad-Tobago) dove vive nelle foreste umide, spesso in prossimità di corsi d’acqua, dal livello del mare fino a circa 1000 m di altitudine.
Il genere è dedicato al medico e botanico brasiliano Antonio Luiz Patricio da Silva Manso (1788-1848); il nome specifico è l’aggettivo latino “alliaceus, a, um” = simile all’aglio, con riferimento all’odore di aglio emesso dalle foglie stropicciate.
Nomi comuni: amethyst vine, garlic vine (inglese); alho-de-mata, cipó-alho (Brasile); campana morada, chica, chirriador (Colombia): jalapa (Costa Rica); liane d’ail (francese); ajo del monte, ajo sacha, sacha ajo (Perù); bejico de ajo, mata de ajo (Porto Rico).
La Mansoa alliacea (Lam.) A.H.Gentry (1979 pubbl. 1980) è un arbusto o rampicante semilegnoso sempreverde con fusti lunghi 2-3 m e rami giovani a sezione pressoché quadrangolare. Le foglie, su un picciolo lungo 0,7-1,5 cm, sono opposte, bifogliate, spesso con un cirro semplice tra le foglioline lungo 5-20 cm. Foglioline, su un piccioletto lungo 0,5-1,2 cm, oblungo-ovate con apice ottuso o acuminato e margine intero, lunghe 10-20 cm e larghe 3-9 cm, coriacee, con i lembi ai lati della nervatura centrale leggermente ricurvi verso l’alto e l’apice ricurvo verso il basso, di colore verde intenso e lucide superiormente; le foglie stropicciate emettono un intenso odore di aglio.
Infiorescenze ascellari o terminali a pannocchia, su un peduncolo lungo 0,8-1,5 cm, portanti numerosi fiori imbutiformi di colore porpora malva con gola bianca, che tendono al rosa e quasi al bianco col passare del tempo, di 6,5-9 cm di lunghezza e 3-5 cm di diametro; il fiore emana un tenue odore di aglio avvertibile solo a brevissima distanza. Calice campanulato, lungo 0,5-0,8 cm, generalmente troncato all’apice o leggermente pentadentato, di colore verde, corolla con tubo lungo 5-8 cm e 5 lobi tondeggianti, lunghi 1-2,5 cm, e 4 stami didinami. Il frutto è una capsula lineare appiattita con apice arrotondato, lunga 10-50 cm e larga 1,5-2,4 cm, con le due facce percorse in mezzeria da una sottile cresta, contenente numerosi semi con due ali membranose, lunghi 1,8-6 cm e larghi 1-1,5 cm.
La specie è spesso erroneamente indicata col nome di Cydista aequinoctialis (L.) Miers (sinonimo di Bignonia aequinoctialis L.) che è una specie differente, facilmente distinguibile per l’assenza del tipico odore di aglio emanato dalle foglie stropicciate.
Si riproduce per seme in terriccio drenante mantenuto umido alla temperatura di 25-28 °C, con tempi di germinazione di 1-2 mesi, e facilmente per talea semilegnosa, con 3-4 nodi di cui due interrati, e per propaggine.
Specie dalla vistosa e abbondante fioritura in primavera e autunno a crescita moderatamente lenta, coltivabile in piena terra nelle regioni tropicali e subtropicali umide, se ne può tentare la coltivazione, in posizione riparata, nelle regioni temperato-calde più miti dove temperature prossime a 0 °C sono eccezioni di breve durata. Richiede pieno sole o una leggera ombreggiatura e suoli ben drenanti, non sopportando ristagni idrici, ricchi di sostanza organica, e ampia disponibilità di acqua durante il periodo vegetativo; le potature per mantenere un portamento più compatto o per allevarla a cespuglio vanno effettuate dopo la fioritura. Dove non è possibile la coltivazione in permanenza all’aperto può essere coltivata in vaso per essere riparata nei mesi più freddi in ambiente protetto particolarmente luminoso con temperature minime notturne non inferiori a 14 °C. Le innaffiature devono essere abbondanti e frequenti durante il periodo vegetativo, più distanziate in inverno in modo da fare asciugare lo strato superficiale del terriccio. Concimazioni mensili dalla primavera a inizio autunno con prodotto bilanciato idrosolubile con microelementi a metà dose di quella indicata sulla confezione.
La specie riveste da tempi remoti un ruolo fondamentale nella medicina tradizionale e nei rituali delle popolazioni indigene dell’amazzonia, oltre che come condimento per i cibi. Estratti di varie parti della pianta sono utilizzati principalmente nelle affezioni polmonari, raffreddori, reumatismi, come analgesici, febbrifughi, vermifughi, insettorepellenti; studi di laboratorio hanno evidenziato la presenza di numerosi composti con attività antibatteriche, antifungine, antinfiammatorie, antiossidanti, antivirali e ipotensive.
Sinonimi: Bignonia alliacea Lam. (1785); Bignonia citrifolia Vitman (1789); Adenocalymma alliaceum (Lam.) Miers (1861); Anemopaegma pachypus K.Schum. in H.G.A.Engler & K.A.E.Prantl (1894); Adenocalymma pachypus (K.Schum.) Bureau & K.Schum. in C.F.P.von Martius & auct. suc. (eds.) (1896); Adenocalymma sagotii Bureau & K.Schum. in C.F.P.von Martius & auct. suc. (eds.) (1896); Adenocalymma obovatum Urb. (1916); Pseudocalymma alliaceum (Lam.) Sandwith (1937); Pseudocalymma pachypus (K.Schum.) Sandwith (1937); Pseudocalymma sagotii (Bureau & K.Schum.) Sandwith (1937); Pseudocalymma alliaceum var. macrocalyx Sandwith (1954); Pachyptera alliacea (Lam.) A.H.Gentry (1973); Pseudocalymma sagotii var. macrocalyx (Sandwith) L.O.Williams (1973).