Famiglia : Cactaceae
Testo © Pietro Puccio
La Mammillaria polythele Mart. (1832) subsp. polythele è originaria del Messico centrale (stati di Guanajuato, Hidalgo e Querétaro) dove cresce fino a 2600 m di altitudine in aree semidesertiche caratterizzate da clima secco temperato e suoli prevalentemente calcarei.
Il nome generico deriva dal latino “mamilla” = mammella, con riferimento ai tubercoli presenti in queste piante; il nome specifico è la combinazione dei termini greci “polys” = molto e “thele” = capezzolo, con analogo riferimento.
Nomi comuni: “biznaga de chilitos” (spagnolo).
Specie cespitosa con fusti da globoso a cilindrico, con apice arrotondato, fino a circa 40 cm di altezza e 6-8 cm di diametro, di colore grigio verde; presenta tubercoli piramidali disposti a spirale lunghi 8-10 mm con poca lanugine bianca persistente alla loro base.
Le areole apicali dei tubercoli, ovali, coperte inizialmente da lanugine bianca, sono provviste di 4-6 spine radiali lunghe 5-12 mm di colore da bruno rossiccio, più scuro in punta, a quasi nero, che col tempo tende a schiarire.
I frutti claviformi, lunghi circa 18 mm, sono di colore rossastro e contegono semi piriformi di colore castano lunghi 1 mm.
Si riproduce per seme e divisione.
Sono riconosciute altre due subspecie:
Mammillaria polythele subsp. durispina (Boed.) D.R. Hunt (1997)
Mammillaria polythele subsp. obconella (Scheidw.) D.R. Hunt (1997)
e cinque varietà:
Mammillaria polythele var. aciculata (Otto ex Pfeiff.) Salm-Dyck
Mammillaria polythele var. hexacantha Salm-Dyck (1849)
Mammillaria polythele var. latimamma Salm-Dyck (1849)
Mammillaria polythele var. quadrispina (Mart.) Salm-Dyck (1843)
Mammillaria polythele var. setosa (Pfeiff.) Salm-Dyck (1844)
Cactacea diffusa in coltivazione, di cui sono apprezzate e ricercate le cultivar pressoché prive di spine e di lanugine, da posizionare in pieno sole o leggera ombreggiatura, su terricci particolarmente drenanti che possono essere costituiti per circa il 50% da comune terra da giardino concimata e per la restante parte, in ugual misura, da sabbia (o agriperlite) e pietrisco frantumato privo di polvere. È poco resistente alle basse temperature, potendo sopportare, asciutta e per breve periodo, temperature fino a -1 °C; la sua collocazione ideale all’aperto, dove il clima lo consente, è in giardini “desertici” insieme ad altre xerofite, altrove va coltivata in vaso con le stesse modalità prima indicate.
In estate, durante il periodo vegetativo, va annaffiata con regolarità, ma lasciando asciugare completamente il terriccio prima di ridare acqua, in inverno va tenuta asciutta e a temperature piuttosto basse, ma non inferiori a +5 °C, questo periodo di riposo, freddo ed asciutto, è indispensabile per una buona fioritura.
La specie è iscritta nell’appendice II della Cites (specie per la quale il commercio è regolamentato a livello internazionale).
Sinonimi: Mammillaria galeottii Scheidw. (1837); Mammillaria tetracantha Salm-Dyck (1837); Mammillaria crocidata Lem. (1838); Mammillaria dolichocentra Lem. (1838); Mammillaria kewensis Salm-Dyck (1849); Cactus polythele (Mart.) Kuntze (1891); Mammillaria hidalgensis Purpus (1907).